Bud Spencer: cinque momenti di pura lentezza

Quando non sta menando Bud Spencer praticamente non si muove, riceve ogni insulto, affermazione o presa in giro ed è il centro della scena senza fare niente

Critico e giornalista cinematografico


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Bud Spencer, come personaggio, non fa mai partire una rissa, è riluttante al conflitto per definizione, vorrebbe essere lasciato in pace, è semmai l’azione a cercarlo nella persona dei bulli, dei potenti, dei malavitosi o degli arroganti.

Esistono così due fasi separate in ogni suo film, quelle in cui lui accumula e quelle in cui rilascia. Quando accumula prende su di sè i problemi, gli screzi che gli fa Terence Hill, le spacconerie dei nemici e le arroganze dei potenti, quando rilascia invece è il momento della rissa. Nelle prime è fermo, nelle seconde si agita.

Abbiamo cercato e riunito 5 momenti che non hanno a che vedere con le scazzottate ma che mostrano bene come Bud Spencer avesse una presenza stranissima, un modo di comparire e stare in scena anche quando non c’era azione, che è tutto suo ed esclusivo, fatto di pochi movimenti ma di un peso specifico nell’inquadratura fuori dal normale.

  • La moto - ...altrimenti ci arrabbiamo
    Forse la sua migliore entrata in scena avviene nel film più strano che Bud e Terence abbiano mai girato. Una specie di avventura camp alla ricerca spasmodica di una Dune Buggy, tra circo, palestre ipercolorate, cattivi macchietta, Donald Pleasance e questa specie di giostra in moto. Il protagonista della scena doveva essere Terence Hill ma ad un certo punto dal spunta Bud Spencer a 4.55 su una moto tracagnotta con le ruote grasse. Già la trovata è fortissima ma poi la bassa velocità e la sua calma serafica fanno il resto.

  • La lingua dei sordomuti - I Due Super Piedi Quasi Piatti
    Prima che parta la rissa, circa a 3.05, c’è il dialogo fatto prendendo in giro la lingua dei sordomuti che è un momento di grande nonsense. Di nuovo Terence Hill è elettrico, dinamico e nervoso nei suoi movimenti, Bud Spencer invece è lento e pesante ma è sua la parte più divertente, specie il gesto finale inatteso delle dita che si avvicinano.

  • L'entrata in campo - Bulldozer
    La scena è sia grandiosa che ridicola (un po’ la cifra di tutto il suo cinema). Alla partita finale Bulldozer, che aveva promesso di non scendere mai più in campo, non riesce a tollerare le ingiustizie e decide che è il momento di rompere la sua promessa. Entra e ovviamente porterà la squadra alla vittoria (con una corsa grottesca e goffa, piena di pugni). Ma l’attimo a 0.42 in cui compare in scena a sorpresa, tutto vestito da football, in piedi, immobile, ripreso quasi a figura intera prima di staccare sul primo piano è incredibile. Puro carisma.

  • Bulldozer - Osvaldo
    Sempre in Bulldozer c’è un dialogo surreale con un barbiere, uno che si ripete due volte. Come avviene anche nelle scazzottate Bud Spencer è quello che si muove di meno eppure è il centro della scena. In questo caso addirittura è seduto.

  • La prigione - Chissà Perché Capitano Tutte a Me
    Questo è uno dei massimi esempi di motore immobile. Messo in galera lo sceriffo dovrebbe essere maltrattato dagli altri carcerati ma in realtà avviene una rissa fuori scena evocata dai consueti rumori da cartone animato, e in seguito scopriamo (con poca sorpresa) che è stato lui a menare tutti. Non l’abbiamo visto ma l’atteggiamento dei carcerati è cambiato di colpo. Il punto è che di fatto a 1.57 si passa da un’inquadratura in cui è sdraiato e fa per alzarsi, ad un’altra in cui è seduto e gli altri lo curano. È successo di tutto ma noi abbiamo visto solo due tipi diversi di immobilismo.

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