Bruno vietato ai minori di 17 anni?

Ha destato molta sensazione il primo verdetto della MPAA, che ha rifilato un NC-17 alla pellicola con Sacha Baron Cohen. Ma allora il film sarà vietato ai minori di 17 anni? Quasi sicuramente no...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

Ogni tanto, certe notizie vanno fuori controllo e prendono una piega strana. In questo caso, lo scoop di Sharon Waxman sul rating di Bruno, la nuova delirante commedia con Sacha Baron Cohen, nei panni di un giornalista austriaco di moda gay. Il film, infatti, alla sua prima proiezione per la MPAA, ha ottenuto il terribile NC-17, ossia un divieto assoluto ai minori di 17 anni di vedere il film. Si tratta di una limitazione che praticamente nessuna casa di distribuzione può accettare (pena un sicuro fallimento economico) e che si ha il coraggio di sostenere solo in casi estremi (come avvenne per Requiem for a Dream, che infatti in sala fu un disastro).

Ovvio quindi che la Universal non accetterà mai questo rating e come è stato comunicato farà di tutto per rimontare il film seguendo le indicazioni che verranno dalla MPAA. E' il caso di scandalizzarsi, come ha fatto qualche sito? Francamente no, anzi sono le regole del gioco. Come giustamente riporta Nikki Finke, capita spesso per film del genere, come Kevin Smith può dimostrare. E magari per avere una R (ossia i minori di 17 anni possono vedere il film accompagnati da un adulto) non serve neanche stravolgere il film, ma semplicemente tagliare qualche decina di secondi, che ovviamente poi si recupereranno in dvd (con un'edizione 'unrated' che è sempre un bell'amo per aumentare le vendite).

Ma cosa c'è di così sconvolgente in Bruno? La Waxman sostiene che ci sia una sequenza in cui Sacha Baron Cohen sembra fare sesso anale con un altro uomo (si presume per finta, altrimenti l'attore si deve essere calato troppo nella parte). In un'altra sequenza, Cohen entra nudo nella tenda di un uomo, che ovviamente non sospetta nulla del film che si sta girando. Insomma, alla fine tutto questo sta diventando una bella pubblicità gratuita. Chissà che alla Universal non debbano ringraziare la MPAA...

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