Breaking Bad, il film: ecco perché il sequel su Jesse non sarà un problema per la serie
La storia di Jesse Pinkman, rimasta aperta dopo Breaking Bad, continuerà in un film
Dal 2017 sono Web Content Specialist l'area TV del network BAD. Qui sotto trovi i miei contatti social e tutti i miei contenuti per il sito: articoli, recensioni e speciali.
L'equivoco, che ogni tanto resiste, è quello di considerare Better Call Saul come il prequel che dovrebbe affannarsi a bruciare le tappe verso Breaking Bad. Non lo è mai stato. Vince Gilligan ha raccontato una nuova storia, nuovi personaggi, nuovi drammi, nuove maschere. Semplicemente, è una nuova storia ambientata nello stesso universo, ma la soddisfazione dello spettatore non risiede mai nel riferimento ovvio e atteso. Tant'è che la cosa migliore della serie è il rapporto fraterno tra Jimmy e Chuck, che non ha riferimenti in Breaking Bad.
Se esiste in questo momento un autore televisivo verso il quale nutrire una fiducia incondizionata, quello è Vince Gilligan (forse solo Noah Hawley è così costante). Vogliamo credere che il finale di Breaking Bad non verrà sporcato, ma che, come per Better Call Saul, il film diventerà il veicolo per raccontare prima di tutto una storia interessante, che avrà un valore di per sé, e non solo perché già conosciamo Jesse Pinkman. Più che un sequel, a voler essere chiari, ci aspettiamo un lungo epilogo. Se qualche dubbio, legittimo, può sorgere, dipende dal particolare formato del lungometraggio. Questo sì è una novità per l'universo di Breaking Bad. Il racconto di Vince Gilligan, come fosse un thriller d'altri tempi, funziona tramite la dilatazione calcolata del tempo, grandi silenzi e piccoli gesti. E psicologie approfondite e fatte a pezzi in archi di tempo lunghissimi. Semplicemente, non c'è tempo per fare tutto questo, né una base, considerato che Jesse è già un personaggio formato.