Boyhood torna al cinema, quanti buoni motivi servono per andarlo a vedere?
Dopo i Golden Globes vinti e le nomination agli Oscar ritorna al cinema Boyhood, film che ha tutto per piacere tranne le star
Se vi interessano le motivazioni di tanta foga verso l’ultimo lavoro di Richard Linklater su queste pagine ne abbiamo parlato anche più di “spesso”, fin dalla sua presentazione a Berlino, un anno esatto fa, e poi in occasione dell'uscita americana e della prima italiana, abbiamo spinto molto non solo sui caratteri oggettivamente eccezionali (un lungometraggio girato lungo 12 anni con attori che invecchiano realmente) ma anche sulle curiosità e sulle sue qualità di scrittura e regia, cioè su tutte quelle componenti che l’avrebbero reso commovente e toccante anche senza l’espediente dei 12 anni di riprese. E non siamo stati i soli. È insomma tangibile l’impressione del grande sforzo per convincere il pubblico a dare una possibilità a qualcosa che molto probabilmente apprezzerà (se può essere di qualche indicazione la media delle valutazioni su imdb è di 8,3 su 10 da più di 100.000 utenti) e a questo punto la speranza è che le statuette più commercialmente riconosciute del mondo (dovessero arrivare) compiano il miracolo.
Vedremo come andrà la seconda uscita di Boyhood, tuttavia sono proprio questi casi clamorosi (quelli di film ottimi per il pubblico che tuttavia il pubblico non va a vedere perchè privi di un elemento di richiamo) che rinforzano l’idea che ormai la distribuzione in sala è lo strumento in assoluto meno adatto alla scoperta filmica. Mentre di certo è la maniera migliore di monetizzare film molto grandi e molto attesi, per quelli più piccoli e interessanti si tratta di un impaccio durissimo, che solo con un’accorta strategia può dare soddisfazioni ma in linea di massima si risolve in una disfatta ingiusta.
Viene da pensare allora quanto, per simili film (quelli che poi, a visione terminata, nei casi migliori si rivelano i più memorabili in assoluto, quelli che possono cambiare delle vite o anche soltanto una giornata) non sia davvero più adatto il modello della pirateria (ovviamente legalizzato), quello che ha la rassicurante caratteristica di consentire l’interruzione della visione a piacimento senza aver perso nè tempo nè soldi (perchè magari parte di un abbonamento flat).