Boris: 10 cose che non possono mancare nella quarta stagione
Boris sta per tornare con la sua quarta stagione: ecco 10 cose che ci aspettiamo di vedere nel 2021 nella fuori serie italiana
La cosa che più attendiamo nel prossimo anno è la fine ufficiale della pandemia, sperando che arrivi entro dicembre. Al secondo posto, però, e a un’incollatura dalla prima posizione, c’è la quarta stagione di Boris, che arriverà su Star di Disney+ nel febbraio 2022. Sono passati undici anni da quando René Ferretti ha girato Natale con la casta (non con la Casta), e da allora sono successe parecchie cose: le più importanti, e le più tragiche, sono le morti di Mattia Torre, uno dei tre sceneggiatori della serie originale e del film, e di Roberta Fiorentini alias Itala. Ma sono successe cose anche nel Paese, nel mondo, forse persino nell’universo; e uno dei motivi del successo immediato di Boris fu la sua capacità di intercettare non solo vizi e virtù (poche) di un intero sistema uguale a se stesso da decenni, ma anche di parlare di attualità e del mondo degli anni Dieci senza mai diventare didascalico o troppo ideologico (come nella migliore satira, i bersagli stanno da tutte le parti, destra, sinistra o centro che sia).
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Intendiamoci: siamo certi che chi sta lavorando alla nuova stagione di Boris non abbia bisogno del nostro input, e sia perfettamente consapevole di che sfida sia riprendere le fila di un discorso cominciato14 anni fa. Nonostante questo, ci siamo divertiti a stilare una lista di dieci… “cose” (idee, luoghi, persone, piattaforme digitali) che ci aspettiamo di vedere a febbraio 2022, quando finalmente la miglior troupe del mondo si riunirà sul set di una nuova stagione di Occhi del cuore.
1) Una nuova stagione di Occhi del cuore, per l’appunto. Troppo facile? Troppo banale? Ancora non sappiamo di preciso di cosa parlerà la quarta stagione di Boris, ma finora la serie ambientata nella clinica di Villa Orchidea è sempre comparsa in qualche modo (con l’eccezione del film, per ovvi motivi). Sarebbe quindi una novità assoluta se questa volta la Rete costringesse Ferretti e compagnia a girare qualcosa di diverso – più probabile che si punti al classico bait-and-switch, sul modello di Medical Dimension che diventa Gli occhi del cuore 3.
2) Tanto streaming. Questa è una previsione molto facile da fare (come anche la successiva), perché non è una previsione: ce l’hanno già detto. Tra le pochissime cose che sappiamo sulla quarta stagione di Boris è che questa volta il cast sarà impegnato con “i social, gli influencer e le varie piattaforme di streaming”, per citare la logline ufficiale. Per cui sì, dopo che la terza stagione ci ha fatto conoscere La Concorrenza, la gente di Milano, nella quarta avremo a che fare con Netflix, Prime Video e, almeno speriamo, una scrausissima piattaforma statale inventata dalla Rete e creata da uno stagista sottopagato o dalla cugina raccomandata di un senatore (o forse quest’ultima parte verrà tagliata perché Raiplay funziona bene).
3) E pure tanti social. Un’altra cosa che ci è già stata detta, e che è francamente talmente ovvia che la vera sorpresa sarebbe non trovarla. Nel 2007, al tempo della prima stagione, Facebook era ancora agli inizi (non era ancora bloccato in Cina, per capirci), e anche le stagioni successive non hanno fatto in tempo a intercettarne l’esplosione. La quantità esorbitante di spunti forniti dall’esistenza di Zuckerbook, ma anche di Twitter, Instagram, Telegram, Tik Tok, Onlyfans, è una manna dal cielo per chi scriverà la stagione, ma anche un pericolo: quando si parla di social, dire banalità è un rischio enorme (ma noi ci fidiamo di chi scrive Boris).
4) Il personaggio dell’influencer. Conseguenza diretta dei due punti precedenti. Per come la vediamo noi ci sono due strade: o trasformare qualcuno del cast (Stanis) in un influencer e giocare su questo, oppure introdurre un nuovo personaggio che funga da specchio della voce della gente – e che potrebbe sviluppare tutta una serie di spunti sul rapporto tra produzione e stampa lanciati nelle tre stagioni originali ma mai approfonditi a dovere. Boris è sempre stata una serie ombelicale, una produzione che parla principalmente di produzione e tutto il resto è periferia; nel 2021 questo non è più possibile.
5) Il #metoo. Boris è ambientata su un set che è tutto tranne che illuminato sulla questione femminile: il sessismo è una delle basi dei rapporti umani nella serie, soprattutto quello verso le attrici; non è un’accusa ma una constatazione: nel suo tentativo di replicare la realtà, stravolgendola per scopi comici ma senza mai tradirla, Boris ha raccontato anche il modo in cui le donne vivono il set, e in generale l’ambiente produttivo – e non è sempre un bel modo. Da allora sono successe parecchie cose, come probabilmente già saprete: siamo curiosi di vedere se e come la serie si aggiornerà da questo punto di vista.
6) La dick pic. Ci giochiamo tutto quello che volete che una dick pic sarà una delle pietre di qualche scandalo – la versione aggiornata al 2021 dei messaggini piccanti che si mandavano Biascica e Gloria.
7) “OK boomer”. E più in generale la parola “boomer”, il concetto stesso di “boomer”. Pronunciato da chi? Riferito a chi? Le possibilità sono infinite, e d’altra parte Boris ha sempre usato le differenze (di visione del mondo, di pelo sullo stomaco) tra vecchi e giovani come motore di molta della sua comicità. Per cui ci aspettiamo che la parola compaia da qualche parte nella serie, e anzi sogniamo una puntata intitolata letteralmente “OK boomer”.
8) Il Covid? Chissà se hanno fatto in tempo a integrarlo nella scrittura, o se la serie era già pronta almeno su carta e hanno deciso di far finta di nulla riguardo a quest’ultimo anno e mezzo. Noi crediamo la prima: l’occasione di vedere Duccio alle prese con le riunioni su Zoom, o Biascica che non può andare allo stadio, è troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire.
9) Il cinema di supereroi. È vero che la scorpacciata di Marvel e dintorni ci ha coinvolto molto indirettamente, ma di tutte le tendenze cinematografiche (e anche televisive) degli ultimi undici anni quella dei supereroi è stata a mani basse la più prolifica e la più redditizia. Sarebbe bello che Boris riuscisse in qualche modo a parlarne, magari concentrando la sua satira non tanto sul concetto di “film di supereroi” quanto piuttosto sulla serializzazione costante e la trasformazione di ogni cosa in franchise.
10) Lorenzo che fa lo streamer complottista su Twitch. Per favore.