Borderlands Legendary Collection, follia e proiettili a portata di mano su Nintendo Switch | Speciale

Borderlands Legendary Collection porta su Nintendo Swtich buona parte della serie di Gearbox, in un pacchetto ideale per neofiti e fan della prima ora

R2, R2, L1, R2, sinistra, giù, destra, su, sinistra, giù, destra, su.


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Dopo XCOM 2 Collection e BioShock The Collection, o meglio, in contemporanea, anche Borderlands Legendary Collection ha fatto il suo debutto su Nintendo Switch, portando sull’ibrida della Grande N buona parte della serie di Gearbox. La saga cominciata nel 2009 non ha certo bisogno di presentazioni e negli anni ha conquistato il cuore e i pollici degli appassionati, imponendosi come punto di riferimento per i looter shooter, presentandosi - anzi - come precursore del genere per il grande pubblico, riuscendo a definirne la forma e i contorni all’interno di un universo narrativo denso, coerente, irriverente e bizzarro.

L’accostamento tra gioco di ruolo e FPS, accompagnato da una scrittura tagliente e provocatoria, spesso fuori luogo, dissacrante, e proprio per questo irresistibile, ha forgiato un mondo folle, una sorta di apocalisse divertente, dove a un colpo di pistola si risponde con una battuta da B-movie, o alla peggio con una risata, incassando proiettili come anatroccoli al tiro a segno. Fantascienza in salsa western, Mad Max che incontra Starship Troopers, gli skateboard e i Gorillaz, come ci hanno confidato gli sviluppatori in una nostra recente intervista, con l’ironia di una barzelletta che non fa ridere, e che fa ridere proprio perché non fa ridere, e con uno stile inconfondibile il cui fascino resiste tranquillamente al peso degli anni. 

Tutto questo è compresso nella Borderlands Legendary Collection, bundle che traghetta su Nintendo Switch il capitolo originale del 2009, il sequel del 2012, Borderlands 2, e il pre-sequel del 2014, Borderlands: The Pre-Sequel, appunto, compresi tutti quanti i DLC tranne Lilith e la battaglia per Sanctuary, pubblicato come ponte in vista di Borderlands 3. Un’edizione completa, una bibbia per tutti gli appassionati della saga e un’occasione eccezionale per chi vi si vuole avvicinare, per chi - magari - si è innamorato del terzo capitolo senza aver mai preso in mano gli episodi precedenti, o proprio per chi l’ha trascurato per le lacune costituite dalla storia pregressa.

Va detto, a questo proposito, che la trama di Borderlands non è mai stata il fiore all’occhiello della produzione. Non è da buttare, sia chiaro: la narrazione si lascia seguire, coinvolge, a tratti emoziona, fa ridere (fa ridere un sacco) e incuriosisce, tiene con il fiato sospeso non tanto per i suoi plot twist, alcuni davvero azzeccati, quanto per capire dove possa andare a parare, per godere della prossima strampalata idea uscita dal cappello degli sviluppatori. Sono i personaggi a essere memorabili (Claptrap su tutti, e chi dice il contrario ha un cuore di latta), a essere il vero gancio emotivo dell’esperienza ludica. Le ore passate a gonfiarne le statistiche, modificarne l’assetto da battaglia, scegliere la build più adatta, creano un feeling indissolubile con il vostro protagonista, e tutte le chiacchierate con lo sconfinato roster di contorno immergono in un’atmosfera surreale e indimenticabile. 

Se a questo punto cercate dei buoni motivi, o semplicemente un pretesto, per giocare o rigiocare una delle serie più importanti e impattanti del panorama videoludico moderno, quindi, sappiate che la Borderlands Legendary Collection si comporta davvero bene su Switch. 

Seppur non aggiungendo niente di nuovo, nessun contenuto esclusivo, nemmeno cosmetico, questo pacchetto mette a vostra disposizione oltre 100 ore di lore e frenesia, suddivise nei tre titoli descritti poco sopra, che possono diventare anche 200 abbondanti completando le missioni secondarie e le varie attività proposte, o forse anche di più. Un impressionante monte ore da giocare sia in modalità docked che in portabilità, con il piccolo schermo della Switch che riesce - come sempre - a donare quell’aura di novità ed esclusività anche a un titolo come il primo Borderlands che, dall’alto dei suoi 11 anni d’età, mostra qualche ruga e acciacco qui e lì.

Sparare e scattare tenendo tra le mani la Switch, di contro, non è certamente la soluzione ideale per approcciarsi a una serie del genere, con le sequenze più concitate che si fanno ancor più dure a causa dei piccoli tasti e della scarsa ergonomia dell’ibrida di Nintendo (per giochi di questo tipo, s’intende), ma in quei casi tutto si risolve in docked con un Pro Controller o, semplicemente, con un po’ di sana abitudine. Lasciateci dire, però, che la soddisfazione di tritare qualche Formiragno estraendo la Switch dallo zaino in qualsiasi posto ci si trovi è a dir poco impagabile. 

Se il Borderlands originale mostra i segni dell’età che avanza, pur invecchiando con un certo stile, il sequel e il pre-sequel non sembrano di questo avviso. Il cel-shading adottato per la serie, marchio riconoscibile dell’estetica dell’opera di Gearbox, maschera egregiamente modelli e texture sorpassate e, anche sul versante ludico, il gameplay e il gunplay non se la passano affatto male. Dal punto di vista prettamente tecnico, invece, tutti e tre i giochi girano a 30 fps ben saldi, a 1080p in modalità docked e a 720p in portatile. 

Borderlands Legendary Collection è a tutti gli effetti un'eccellente lavoro di porting, un'enciclopedia in grado di far scoprire la serie a coloro che non hanno mai acquistato una delle oltre 50 milioni di copie vendute in un decennio. Un'occasione splendida per avventurarsi su Pandora, ai margini della galassia, tra criminali e pazzi furiosi, come l'iconico Jack il Bello, tanto criminale quanto pazzo furioso, in effetti, alla ricerca delle Cripte e della tecnologia aliena, e per conoscere Maya, KriegLilith, Brick, Mordecai, Zer0, Marcus e tutti gli altri personaggi del mondo di Borderlands. Quelli che non vi spareranno addosso, è sottinteso.

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