Bones 12: il nostro addio alla serie più longeva della Fox

Bones, lo show della Fox che debuttò nel lontano 2005 ha concluso il suo percorso dopo 12 anni e 246 episodi, ecco le nostre considerazioni finali

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Spoiler Alert
"Prima che Bones andasse in onda in America, 55 bambini avevano il nome di Seeley e 80 quello di Temperance, 12 anni dopo, 345 bambini sono stati chiamati Seeley e 2023 bambine Temperance. C'erano 1203 antropologi forensi ed ora il numero è raddoppiato e la maggior parte di loro sono donne," con queste parole Jonathan Collier - co-showrunner di Bones assieme a Michael Peterson delle ultime due stagioni di Bones - aveva salutato il cast e la troupe dello show al Wrap Party tenutosi a Los Angeles a dicembre dello scorso anno. Nel grande schema delle cose questi numeri non sembrano poi così significativi, eppure, se c'è qualcosa su cui si è lungamente dibattuto dalla fine dello show, il cui finale di serie è andato in onda martedì 28 marzo, è proprio l'impatto culturale che la serie ha avuto sulla società americana e sul suo pubblico e soprattutto sulle tante giovani donne che hanno scelto una carriera nella scienza proprio grazie alla sua protagonista.

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La CNN è solo una delle tante emittenti americane che si è soffermata a parlare di questa conseguenza, citando una giovane donna entrata nel campo di studi dell'antropologia forense ispirata dal personaggio di Temperance "Bones" Brennan, interpretato da Emily Deschanel, la quale ha riferito quanto onorata sia di aver aperto le porte ad una nuova versione dello "Scully effect", frase che si riferisce all'aumentata percentuale di donne entrate nelle forze dell'ordine o diventate medici grazie al successo della serie The X-Files, di cui Dana Scully (Gillian Anderson) era appunto la protagonista.
"Mi piace molto questa cosa," ha dichiarato la Deschanel ai microfoni della CNN. "Non c'è nulla che mi renda più fiera dell'aver fatto questo show che sentire di giovani donne diventate scienziate grazie al personaggio che ho interpretato. Anche solo per questo, ne è valsa la pena."

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Con 246 ore di televisione all'attivo, 13 milioni di fan sui social e uno dei set più costosi mai costruiti per una serie TV (nel 2005 il laboratorio del Jeffersonian, fortemente voluto da Barry Josephson, costò al network un milione di dollari), lo show più longevo della Fox, definito dal suo creatore Hart Hanson come "il piccolo motore che tutto può" è riuscito ad andare avanti, anno dopo anno, pur non essendo mai stato particolarmente amato dalla dirigenza Fox e subendo soprattutto un incredibile numero di spostamenti nella programmazione. In 12 anni, lo show è andato in onda tutti i giorni della settimana (escluso il sabato e la domenica) venendo continuamente sballottato di giorno e di orario, ma nonostante ciò il suo fedelissimo pubblico di Bonehead - così i produttori chiamavano affettuosamente il loro fan - lo ha sempre seguito mantenendo gli ascolti piuttosto costanti, scesi poi dalla 7^ alla 12^ stagione, un calo che può essere ritenuto fisiologico data anche l'età e la longevità del prodotto.

"Non posso parlare per tutti in Bones, ma dopo ogni cambiamento di programmazione alzavo il mento, mi arrotolavo le maniche, tiravo fuori il petto e dicevo 'Fatevi sotto!'," ha dichiarato Hanson in un'intervista con TVbythenumbers. "Ho sempre odiato l'annuncio dello spostamento della serie al venerdì. Letteralmente. Preston Beckman [ex dirigente Fox ormai in pensione] mi aveva assicurato che probabilmente non sarebbe successo e mi ci sono voluti circa tre anni per credergli, poi è accaduto, per 7 settimane nella stagione 2014-15 e siamo andati comunque molto bene. Pensavamo di aver trovato una nuova casa sicura, ma poi ci hanno spostato di nuovo anche dal venerdì."

Secondo Hart Hanson, grande merito per tutto ciò va ai fan della serie, ai quali, in un post scritto per la pagina Facebook di Bones, ha dedicato parole di sentito - e forse un po' commosso - ringraziamento per i lunghi anni trascorsi assieme.

"Grazie, Bonehead...
Quando abbiamo creato Bones nemmeno nei nostri sogni avremmo potuto immaginare che saremmo diventati lo show più longevo della Fox, guardato in tutto il mondo. Scherzavamo spesso sul fatto che avremmo dovuto fare un episodio per ogni osso del corpo - numero che ogni vero Bonehead conosce - e che ci avrebbe portati a 206 misere puntate.
Continuate a ringraziarci per aver creato Bones, ma - con tutto il rispetto - Bonehead, è il contrario. Noi ringraziamo voi per aver guardato con attenzione, lealtà e fedeltà e per così tanto tempo. Grazie per il vostro affetto ed il vostro perdono. Grazie per averci difeso e per averci attaccati, grazie per averci demolito e averci sostenuto. Grazie per le vostre risate e le vostre lacrime e per la vostra sensibilità.
Grazie per i vostri occhi, le vostre orecchie e soprattutto per i vostri cuori.
A fare lo show eravamo circa duecento persone, ma milioni di voi lo hanno reso possibile. Tutti noi di Bones - cast, troupe, network, studio, autori, produttori - vi ringraziamo per 12 stagioni che ci hanno unito perché - come disse un affascinante agente dell'FBI ad una bella antropologa forense - 'ci sono vari tipi di famiglie'.
- Hart Hanson"

Bones - con tutta la sua rigorosa scienza - è sempre stata una serie al centro della quale c'erano delle persone, solidi rapporti di amicizia ed una grande storia d'amore. Seeley Booth, interpretato da David Boreanaz, appena uscito nel 2005 dal successo del personaggio del vampiro Angel di Buffy l'Ammazzavampiri e dell'omonimo spin-off, era lo scaltro, smaliziato e affascinante agente dell'FBI, con un pesante bagaglio legato al suo passato di tiratore scelto dell'esercito, mentre Temperance Brennan (Emily Deschanel) era la geniale scienziata, spesso arrogante e polemica, convinta di avere sempre ragione, ma completamente incapace di interagire con le altre persone. L'inevitabile incontro (o sarebbe meglio forse dire lo scontro) tra questi due personaggi è stato come quello di due oceani che, visti dal di fuori, sembra impossibile riescano a fondersi l'uno nell'altro, ma che alla lunga diventano invece una cosa sola.
"David ed Emily stessi" come ha dichiarato sempre Hanson, "se li conosci come persone, non dovrebbero andare d’accordo. Non avrebbero potuto esserci due individui più predestinati ad infastidirsi ed irritarsi a vicenda, eppure sono diventati due amici insperabili. Si prendono cura l’uno dell’altra lontano dalle telecamere, nel dietro le quinte avevano un atteggiamento fraterno e questa è un’altra delle ragioni per cui siamo andati avanti tanto a lungo".

Anche il cast di supporto dello show composto da Jack Hodgins (T.J. Thyne), Angela Montenegro (Michaela Conlin) e Camille Saroyan (Tamara Taylor) è rimasto nella serie fino all'ultimo, il che di per sé è già un'eccezione nel panorama televisivo attuale, in cui serie così lunghe vedono rivoluzionato continuamente il proprio cast originale. Ma Bones ha confermato ancora una volta di essere l'eccezione alla regola ed è sempre stato un'isola felice, in cui tutti gli attori che hanno avuto la fortuna di entrare, compresi i molti interpreti degli Squintern, i borsisti della Brennan, che vi hanno lavorato, hanno sempre dichiarato di aver trovato un ambiente accogliente e caloroso ed un cast ed una troupe che si sono sostenuti a vicenda negli anni.

Forse è per questo motivo che l'ultima stagione della serie è stata concepita e sviluppata così come l'abbiamo vista: gli showrunner Peterson e Collier volevano letteralmente dedicare le ultime dodici ore rimaste di questo show ai fan e nel farlo hanno trovato il modo di riportare nella serie alcune della guest star più amate di sempre: Eric Millegan nel ruolo di Zack AddyRyan O’Neal nel ruolo di Max KeenanEddie McClintock nel ruolo di SullyStephen Fry nel ruolo di Gordon WyattBetty White nel ruolo della dottoressa Beth Mayer ed infine Cyndi Lauper in quello di Avalon Harmonia. Una carrellata di ospiti che, seppure hanno dato ai fan l'opportunità di rivedere e dire addio a volti noti ed amati della serie, hanno anche imposto un ritmo serrato alla trama di ogni singolo episodio, facendo chiudere vecchie storyline in poche battute e contribuendo in parte a creare, nel complesso, un'ultima stagione forse un po' troppo slegata, nella quale non si sentiva il bisogno di avere episodi filler che pure ci sono stati. Nonostante quindi il piacere dei fan nel riavere indietro personaggi tanto significativi per la storia personale di Booth e Brennan e che hanno indiscutibilmente contribuito al silenzioso successo della serie, questa dodicesima stagione non è stata perfetta, come d'altronde non è mai stata impeccabile la serie nel suo complesso, pur avendo dimostrato comunque di esserci nei momenti più importanti, come il finale di serie.

Come non era mai capitato prima, il parere sull'episodio conclusivo dello show è stato infatti unanime e positivo, critica e fan sono rimasti entusiasti delle ultime due ore dello show, che gli autori hanno deciso di incentrare unicamente sui protagonisti di sempre di Bones, arrivando persino a far saltare letteralmente in aria il Jeffersonian, la "casa della ragione" di Temperance Brennan, come la definì in un lontano passato Seeley Booth. La scienza è sempre stata una parte importante della serie ed è difficile non cogliere la metafora nella decisione degli autori di distruggerne il simbolo, come è impossibile d'altronde non cogliere il senso di quel finale aperto ed il messaggio insito nella capacità di tutti i protagonisti di risorgere, letteralmente, dalle ceneri del laboratorio per sconfiggere il nemico che li minacciava, contando uno sull'aiuto dell'altro, anche quando ciò che rendeva Brennan ciò che era, la sua brillante mente, sembrava aver subito danni irreparabili.

Nella sua imperfezione, Bones è un prodotto onesto, capace di messaggi positivi e di brillante ironia che sicuramente ci mancherà.

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