Birds of Prey, di Cathy Yan | Bad Movie
Il Bad Movie della settimana è Birds of Prey di Cathy Yan con una strepitosa Margot Robbie nei panni di una rinata, ed emancipata, Harley Quinn
Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Queen), l'analisi del film di Cathy Yan
Emancipazione
Bye bye Leto
Casta Diva
No. Harley qui ha dei bizzarri mutandoni larghi sui fianchi assai diversi dai microscopi shorts di Suicide Squad. Occhio anche ai pantaloni gialli del poster cinematografico che cita in modo esilarante la Nascita di Venere di Botticelli (momento d'oro per la pittura italiana al cinema dopo la Madonna con bambino di Antonello da Messina dentro l'horror psicologico The Lodgde). Sex symbol? Non sembra proprio. Non si piega in avanti coi pattini ai piedi con il regista che esalta maliziosamente il suo fondoschiena e non sfoggia la magliettina super aderente Daddy' Lil Monster che spopolò tra le giovani nordamericane, e non solo, come outfit da festa mascherata (nel film c'è un divertente momento dedicato a quella t-shirt). Essendo un film con emancipazione nel titolo e nel cuore della sceneggiatura della Hodson, Birds of Prey si interessa soprattutto a farci vedere come Harley possa superare il fatto di essere stata scaricata da Joker con tutta Gotham City che non vuole possederla sessualmente bensì ucciderla senza pietà viste tutte le marachelle compiute da lei negli anni sfruttando la protezione del maschio alfa. Questo è il cuore dello script intelligente della Hodson. Hai compiuto azioni ostili nei confronti della comunità in cui vivi perché hai sfruttato l'immunità da pupa del gangster? Beh... cavoli tuoi. Emancipazione vuol dire anche assumersi le responsabilità dei propri atti nonché capire definitivamente come il tuo supposto potere precedentemente fosse dipeso solo ed esclusivamente dall'uomo con cui ti accompagnavi. Ogni personaggio femminile con cui l'ex di Joker incrocerà il passo in questa commedia d'azione dalle molte gambe rotte, ha un obiettivo che ha a che fare con l'emancipazione da figure maschile ingombranti. Chi sono?
Uccellacci e Uccelline
La poliziotta fissata con gli show tv anni '80 Renee Montoya (Rosie Perez), oltre a una scarsa igiene intima (lo dicono gli uomini ma lo dice pure Cassandra Cain) ha un'ossessione che non riesce a scrollarsi di dosso: continuare a lavorare al dipartimento di polizia vicino a maschi e un capo che a differenza sua hanno fatto carriera accettando compromessi e forse non solo quelli. La vendicatrice solitaria Helena Bertinelli (Mary Elizabeth Winstead) deve fare fuori tutti quelli coinvolti nella strage nei confronti della famiglia dell'amatissimo papà mafioso (per la sequenza dell'eccidio Bertinelli ci si è rifatti al flashback del racconto dell'aggressione casalinga alla famiglia di Keyser Söze ne I Soliti Sospetti). La cantante Dinha Lance è un usignolo di fatto "posseduto" dal villain Roman Sionis che la chiama il "mio uccellino" (un ottimo Ewan McGregor in coppia con un sorprendente Chris Messina). A proposito di piccoli volatili come i canarini: lo show tv preferito da Harley quando sta a casa sul divano è la lotta dentro Looney Tunes tra Gatto Silvestro e Titti. Con una struttura non lineare al montaggio che ricorda molto il cinema di Quentin Tarantino (tra i suoi tanti film citati, o per un'inquadratura o per il culto del cibo o per il colore di un personaggio, dobbiamo menzionare Pulp Fiction, Grindhouse - A Prova di Morte e Kill Bill), la regista Yan, la sceneggiatrice Hodson e la costumista Erin Benach hanno realizzato un film molto divertente, intelligente e per niente banale. Esaltando la sua protagonista senza dimenticare mai il gioco di una squadra femminile che deve emanciparsi tutta.
Conclusioni
Ma quanto è brava Margot Robbie? Guardate quante espressioni da matta sa fare, godete della sua capacità di passare da una versione punk della Marylin Monroe di Diamonds are a girls best friend a un gioco su Audrey Hepburn quando arriva sotto mentite spoglie alla centrale di polizia e osservatela come lentamente, in mezzo a tutta questa commedia d'azione di mazzate e calci, esca con notevole capacità drammatica dal suo ruolo di viziata Signora Joker dalla battutaccia pronta. "Tu sei la cantante che nessuno ascolta!" dirà di sfuggita a Black Canary per poi rimanere di stucco quando l'altra la fredderà rispondendo: "E tu sei la stronza che non piace a nessuno". La famosa emancipazione le permetterà di rendersi conto che forse quella ragazzina di nome Cassandra Cain, cleptomane anche lei sballottata da un affidatario all'altro, le ha fatto: "desiderare di essere meno orribile" perché finalmente si è rivista in qualcuno del suo stesso sesso invece di cercare sempre l'approvazione di un maschio dominatore ("Il ruolo dell'Arlecchino è servire un pubblico, un padrone" la sentiremo riflettere a voce alta nella prima parte del film). "Desiderare di essere meno orribile" è una battuta che ci ricorda non poco il Jack Nicholson di Qualcosa è cambiato (1997), il quale diceva rivolto al personaggio di Helen Hunt: "Mi fai venire voglia di essere un uomo migliore". Quello era un film dove un idiosincratico patologico doveva emanciparsi dalle sue fobie per via dell'amore per una donna. Qui abbiamo visto la rinascita di Harley Quinn attraverso l'amicizia ("È come un pigiama party!") con quattro signore: cantante remissiva, poliziotta pertinace, vendicatrice seriosa e giovane cleptomane misantropa cui fare da madre.
Vorremmo rivedere Harley al più presto per capire come potrebbe cambiare ancora il suo modo di vestire dopo l'ultimo look da donna d'affari del finale di Birds of Prey ispirato al Bowie di Aladdin Sane (seconda citazione cinematografica di una delle maschere bowiane nel corpo di una donna del presente cinematografico dopo la versione Let's Dance di Nicole Barber alla fine di Storia di un matrimonio di Baumbach).
Siamo curiosi di capire lo spazio che avrà questa "rinata" Quinn dentro il DCEU specialmente in relazione a un Uomo Pipistrello verso cui dice di provare una certa attrazione e verso il quale la sentiamo assai eccitata nel criptico audio post titoli di coda.
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