Quelli come Bill Paxton non li celebra nessuno
Tenente, detective, militare, punk o bullo. Bill Paxton era sempre un duro di spalla, raramente protagonista, la carne che rimpolpa ogni buon film
Genericamente poco noti, riconoscibili dal volto più che dal nome, eternamente abbonati a ruoli di spalla, trovano la loro apoteosi nella specializzazione. Paxton era delle schiera degli attori massicci, con mascella quadrata e bell’aspetto ma privi dell’unicità e del carisma necessari per ruoli protagonisti (che comunque ha avuto ma nei quali non ha mai brillato). È l’amico, il collega, il cattivo, il luogotenente, il vice per antonomasia, il “buddy” del primo attore, preferibilmente con fucile in mano.
Per dirla in parole più semplici, non arrivi a diventare meme dicendo “Vengono fuori dalle fottute pareti” a caso. È una questione di credibilità, di volto, di tono, serietà e gravità che non cozzino con una frase simile.
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Del resto una carriera simile la si nota da subito, da quando aveva esordito in Strade di Fuoco di Walter Hill, cinema senza fronzoli e tutta durezza. Non sempre un attore sceglie i propri ruoli, spesso si fa quel che si deve fare (l’importante, anche ad Hollywood, è non stare fermi), ma Paxton dava l’impressione di avere un gusto e una predilezione per un certo cinema d’azione scritto bene.
Dopo Strade di Fuoco, arrivano Commando e Miami Vice, tutte parti minuscole. Negli anni ‘90, anche grazie ad Aliens (di nuovo Cameron), arriva la svolta e i ruoli si fanno più importanti. Apollo 13 e addirittura un film importante da protagonista, lo sfortunato Twister. Gli continua ad andare decisamente meglio con le spalle perché sarà nell’equipaggio del bellissimo U-571 (almeno prima di morire e lasciare il comando a Matthew McConaughey) e poi nel film di botte d’autore Knockout.
Grande professionista dei ruoli militari non si fa mancare deviazioni come Spy Kids 2, Cani Sciolti o Edge of Tomorrow. Ma anche nelle serie tv il suo volto di pietra sarà nelle forze dell’ordine in Training Day, cattivo in Agents of S.h.i.e.l.d. e nominato tre volte ai Golden Globe per Big Love (5 stagioni da protagonista, finalmente!). Ma quelli come Paxton non vincono. Volto e voce troppo legati ad una carriera da mestierante, è una questione di geometria facciale, di come uno sguardo comunichi quella dura nettezza necessaria a rendere l’inflessibile flemma militare. Così tanto quest’uomo del Texas era legato ai ruoli militari che lo si ritrova anche tra i doppiatori di uno dei videogiochi di Call of Duty (Advanced Warfare).
Crudele con lui il mondo dello spettacolo l'ha anche a lungo preso in giro per la somiglianza con Bill Pullman (ma hanno lavorato insieme solo due volte, in Brain Dead e The Good Life). Quando ci chiediamo come mai un volto convinca così tanto, quando ci pare che l’ambiente e il contesto intorno ai protagonisti, quelli che a tutti gli effetti danno concretezza al film, sono azzeccati e coinvolgenti è ad elementi come la partecipazione di Bill Paxton che ci riferiamo. Non è solo la scienza esatta del casting ma una serie di carriere come la sua, votate a tenere in piedi il palco per le star.