Quelli come Bill Paxton non li celebra nessuno

Tenente, detective, militare, punk o bullo. Bill Paxton era sempre un duro di spalla, raramente protagonista, la carne che rimpolpa ogni buon film

Critico e giornalista cinematografico


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Attori come Bill Paxton sono un tesoro.
Genericamente poco noti, riconoscibili dal volto più che dal nome, eternamente abbonati a ruoli di spalla, trovano la loro apoteosi nella specializzazione. Paxton era delle schiera degli attori massicci, con mascella quadrata e bell’aspetto ma privi dell’unicità e del carisma necessari per ruoli protagonisti (che comunque ha avuto ma nei quali non ha mai brillato). È l’amico, il collega, il cattivo, il luogotenente, il vice per antonomasia, il “buddy” del primo attore, preferibilmente con fucile in mano.
Per dirla in parole più semplici, non arrivi a diventare meme dicendo “Vengono fuori dalle fottute pareti” a caso. È una questione di credibilità, di volto, di tono, serietà e gravità che non cozzino con una frase simile.

Del resto Paxton era uno dei preferiti di James Cameron. Avevano esordito insieme, prima di Aliens (in cui pronuncia la battuta in questione) c’era stato infatti Terminator (in cui era poco più di una comparsa) e poi era ritornato a lavorare con lui anche in True Lies e Titanic, sempre ruoli di spalla. Addirittura tale era il legame con Cameron che Paxton era anche andato con il regista alla ricerca del vero relitto nel successivo documentario Ghost of The Abyss. Forse per ricambiare il favore di quella volta che negli anni ‘80 il regista diresse il videoclip della sua band new wave Martini Ranch come fosse un episodio spurio di Mad Max. Questo sì che essere amici.

Del resto una carriera simile la si nota da subito, da quando aveva esordito in Strade di Fuoco di Walter Hill, cinema senza fronzoli e tutta durezza. Non sempre un attore sceglie i propri ruoli, spesso si fa quel che si deve fare (l’importante, anche ad Hollywood, è non stare fermi), ma Paxton dava l’impressione di avere un gusto e una predilezione per un certo cinema d’azione scritto bene.
Dopo Strade di Fuoco, arrivano Commando e Miami Vice, tutte parti minuscole. Negli anni ‘90, anche grazie ad Aliens (di nuovo Cameron), arriva la svolta e i ruoli si fanno più importanti. Apollo 13 e addirittura un film importante da protagonista, lo sfortunato Twister. Gli continua ad andare decisamente meglio con le spalle perché sarà nell’equipaggio del bellissimo U-571 (almeno prima di morire e lasciare il comando a Matthew McConaughey) e poi nel film di botte d’autore Knockout.

Grande professionista dei ruoli militari non si fa mancare deviazioni come Spy Kids 2, Cani Sciolti o Edge of Tomorrow. Ma anche nelle serie tv il suo volto di pietra sarà nelle forze dell’ordine in Training Day, cattivo in Agents of S.h.i.e.l.d. e nominato tre volte ai Golden Globe per Big Love (5 stagioni da protagonista, finalmente!). Ma quelli come Paxton non vincono. Volto e voce troppo legati ad una carriera da mestierante, è una questione di geometria facciale, di come uno sguardo comunichi quella dura nettezza necessaria a rendere l’inflessibile flemma militare. Così tanto quest’uomo del Texas era legato ai ruoli militari che lo si ritrova anche tra i doppiatori di uno dei videogiochi di Call of Duty (Advanced Warfare).

Crudele con lui il mondo dello spettacolo l'ha anche a lungo preso in giro per la somiglianza con Bill Pullman (ma hanno lavorato insieme solo due volte, in Brain Dead e The Good Life). Quando ci chiediamo come mai un volto convinca così tanto, quando ci pare che l’ambiente e il contesto intorno ai protagonisti, quelli che a tutti gli effetti danno concretezza al film, sono azzeccati e coinvolgenti è ad elementi come la partecipazione di Bill Paxton che ci riferiamo. Non è solo la scienza esatta del casting ma una serie di carriere come la sua, votate a tenere in piedi il palco per le star.

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