Bethesda non crede più nella stampa videoludica?

Il nostro punto di vista sulla nuova politica di Bethesda

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In Bethesda, abbiamo grande rispetto per le recensioni dei media.
Le leggiamo. Le guardiamo. Proviamo ad imparare da esse quando propongono critiche. E capiamo il valore che esse hanno per i giocatori.
Quest’anno abbiamo rilasciato DOOM. Abbiamo mandato copie review perché arrivassero un giorno prima del lancio, fatto che ha lasciato spazio a speculazioni sulla qualità del gioco. Dopo che DOOM si è rivelato come un titolo acclamato dalla critica e commercialmente, ed ora un degli shooter dalla valutazione più alta dell’anno.
Con Skyrim Special Edition and Dishonored 2 in arrivo, continueremo con la nostra politica di mandare copie review un giorno prima del lancio. Mentre vogliamo continuare a lavorare con i media, streamer e youtuber per supportare i loro coverage, prima e dopo il lancio, vogliamo che ognuno, essi inclusi, provino il gioco allo stesso tempo. Capiamo che alcuni di voi vogliano leggere recensioni prima di decidere, e se è così vi incoraggiamo ad aspettare che il vostro recensore preferito condivida i suoi pensieri.

Alla fine è successo. O meglio, il processo è in atto già da tempo, ma Bethesda ha rotto gli indugi e ha deciso di ufficializzare la cosa. Se seguite da vicino il mondo dei videogiochi saprete già di cosa parlo, e l’abbiamo riportato anche noi in una notizia un paio di giorni fa. Con la lettera qui sopra, pubblicata in un post sul suo blog ufficiale, Bethesda dichiara ufficialmente che la sua politica di supporto per giornalisti, youtuber, influencer e quant’altro sarà unificata e tutti gli aventi diritto riceveranno una copia review delle loro produzioni un giorno prima del lancio. Ciò significa che sarà praticamente impossibile trovare recensioni dei prossimi The Elder Scrolls V: Skyrim Special Edition e Dishonored 2 il giorno del lancio, o anche subito dopo. In internet c’è chi si sta stracciando le vesti e chi invece dice di (o finge di) comprende la decisione e di appoggiarla.

Per quanto mi riguarda questa decisione così categorica è come la Corazzata Potemkin per Fantozzi e provo a spiegarvi perché.

[caption id="attachment_162474" align="aligncenter" width="600"]fantozzi Fantozzi vi dice cosa penso di questa proposta[/caption]

Immaginate che da domani tutti i publisher decidano di seguire l’esempio di Bethesda. Il giorno dell’uscita di Final Fantasy XV correte in negozio a comprarlo e vi chiedete, ma sarà bello dopo tutti questi anni di sviluppo? Sarà fedele alla saga o sarà una robaccia action? Ma la storia, mi affascinerà o non incontrerà i miei gusti? Decidete così di trattenervi ancora qualche minuto prima di scucire i vostri sudati settanta euro al simpatico commesso di G-Stop per puntare il browser del vostro cellulare e andare a leggere cosa ne pensa il vostro recensore di riferimento, ovviamente Valerio De Vittorio. "Tanto lui sicuro l’ha già finito, d’altronde aveva passato 10 giorni in compagnia di GTA V prima dell’uscita per dire a tutti noi che era un capolavoro, una settimana a piangere dietro a The Last of Us per scongiurarci di comprarlo", pensate. "E mi ha anche salvato da quella ciofeca di Alien Colonial Marines, così che ne annullai l’ordine prima che fosse troppo tardi", vi ricordate soddisfatti.

Andate così su BadGames.it, ma trovate questo messaggio: ci spiace, gentile utente, Valerio De Vittorio come tutti gli altri redattori del mondo, ha appena ricevuto la sua copia, ti farà sapere cosa ne pensa tra una settimana circa. Cosa fai, a questo punto, resisti o compri lo stesso il gioco e speri per il meglio?

[caption id="attachment_162473" align="aligncenter" width="601"]pewdiepie-0-0 Siamo sicuri che l'influencer sia il riferimento migliore per il cliente finale?[/caption]

Ecco, potrei già chiudere qui il mio editoriale. Ma vi tedierò con altre argomentazioni a sostegno della mia tesi, anche perché qualcuno ha accusato me e i miei colleghi di voler fare una difesa della categoria e dei nostri privilegi (sì, ho riso un sacco anche io leggendo la parola privilegi), e mi sento colpito nell’orgoglio. Bethesda con il suo post non è del tutto sincera. Perché agli youtuber i suoi giochi li dà ben prima del lancio, come nel caso di Grohlvana che in questo video spiega chiaramente di aver ricevuto una copia di Skyrim Special Edition addirittura un mese dall’uscita. Non sono ingenuo, so benissimo che ai fini pubblicitari un PewDiePie avrà migliaia di volte la mia visibilità, una moneta di scambio oggi importantissima. Ma forse i publisher dovrebbero riflettere sulle ripercussioni a lungo termine. Oggi uno youtuber fa vedere il suo gioco a tantissimi utenti senza magari perdersi in analisi tecniche e disamine su pregi e difetti. Di contro, è ormai noto come spesso si tratti di vere e proprie marchette, pagate (anche profumatamente) dai produttori stessi. Se nel settore dell’editoria pochi e spesso non provati cattivi esempi sono stati sufficienti per farci etichettare tutti come prezzolati, cosa succederà ai professionisti del tubo o agli streamer una volta che l’utenza mangerà la foglia? Perché magari uno di questi influencer si giocherà Final Fantasy XV concesso da Square Enix un po’ in anticipo rispetto ai giornalisti, e tra qualche battuta e risata vi convincerà che è un bel gioco, a scucire i vostri 70 euro, per poi scoprire che col suo infotainment non vi ha poi dato una vera e propria panoramica del gioco.

[caption id="attachment_162475" align="aligncenter" width="600"]aliens colonial marines Aliens: Colonial Marines, nel mio piccolo posso vantarmi di aver evitato a molti lettori di comprarlo.[/caption]

Ovviamente alla fine l’unica cosa che conta è il cliente. Io non voglio fare la fine dei tassisti che fanno le barricate contro Uber, il mio lavoro è bello perché creativo, se troveremo un altro modo per essere interessanti da leggere, ne sarò felice, se gli utenti più affezionati preferiranno aspettare di conoscere il parere mio e di altri colleghi su un gioco prima di comprarlo, ne andrò molto orgoglioso e cercherò di fare al meglio il mio lavoro. Altrimenti McDonald’s cerca sempre nuovo personale! Detto questo, penso che i publisher debbano stare molto attenti a come trattano la loro utenza e che marketing ed il servizio fornito dai giornalisti sono due cose molto diverse, che è poi il punto di tutta la questione.

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