[Berlinale 2017] Terminator 2 3D, l'abbiamo visto in sala e gli abbiamo fatto le pulci
Alla seconda dimensionalizzazione James Cameron con Terminator 2 3D rende ancora più chiara la sua visione della terza dimensione
Le immagini partono piattissime, con le prime scene dei sogni idilliaci di Sarah Connor a profondità zero, bambini sull'altalena ripresi con uno zoom che già li schiaccia contro lo skyline cittadino di sfondo, e poi di colpo il futuro, teschi umani calpestati da robot e una grandissima profondità. Terminator 2 3D ti accoglie con un passaggio temporale che è anche dimensionale e enfatizza tutto ciò con gli spari laser che si perdono nello sfondo infinito della scaramuccia tra umani e macchine.
È ben presto chiaro che l'idea che ha guidato la dimensionalizzazione è la medesima che si scorgeva dietro il lavoro fatto su Titanic, ovvero gestire con grande parsimonia la profondità ed enfatizzarla nei momenti che contano, che per Cameron sono i più quieti e privi di azione. Così già nel grande inseguimento nel canale di scolo di Los Angeles la profondità è gestita in maniera oculata, anche perché quella sequenza gode di suo di linee prospettiche create dai tunnnel e dai veicoli in moto che creano l'illusione. Allora è semmai quando tutto si ferma, quando Schwarzenegger ormai sulla moto con John Connor frena e si gira per controllare cosa sia successo al T-1000, che ritorna la profondità.
Un’eccezione valevole è nella scena dell’inseguimento con l’elicottero, lì il montaggio non ha la furia del canale di scolo e in più la forma dell’elicottero e il fatto che sia spesso molto vicino allo schermo, prestano molto il fianco ad un po’ di fuoriuscita.
Invece il leggero pop-out su “Hasta la vista baby” è puro cinema, cioè è il momento in cui Terminator 2 incrocia l’intrattenimento da parco giochi, quello in cui più mostra consapevolezza di essere lui una delle macchine, la macchina del divertimento, un meccanismo diverso dal primo film, contaminato da un po’ di commedia, conscio del potere di star di Schwarzenegger e intenzionato a creare one-line.
In fondo cos’è quest’operazione di dimensionalizzazione se non la celebrazione di Terminator 2 non tanto come film influente e di successo, ma soprattutto come una delle punte massime di quello che intendiamo quando parliamo di cinema commerciale? Il grandissimo spettacolo per tutti, con paura, suspense, affetti e umorismo (là dove invece il primo pendeva nettamente dalla parte del B movie di suspense) reso ancora più spettacolo dal 3D.
Tuttavia 3D in sala significa rimasterizzazione completa (già vista nella versione Blu-Ray) ad altissima definizione su uno schermo gigante. Il che, quando si parla di film di prima del 2000, solitamente si traduce in una valanga di problemi riguardo effetti speciali e i dettagli.
Terminator 2 come tutti i film dell’epoca non era pensato per essere “così” chiaro e definito in una proiezione in sala. Dettagli come qualche implausibile e insensato pelo sul petto di Schwarzenegger all’inizio sono il meno, il più sono invece le controfigure che si vedono in volto nelle scene da lontano, gli effetti speciali che sono sempre più evidenti e poco “fusi” con il resto. Ad esempio le trasparenze sono un pugno nello stomaco, prima non si notavano troppo, ora quando nella scena del canale Schwarzenegger prende John Connor e dalla sua moto lo porta sulla propria, si vede in maniera troppo evidente che il dietro è retroproiettato su un telone, è completamente diverso dalla scena prima e da quella dopo. Lo stesso vale per tanti primi piani durante le scene d’azione.
Addirittura nella famosa scena in cui il T-800 salta con la moto dal ponte, siccome già negli anni ‘90 un po’ si vedeva che il volto non era proprio quello di Schwarzenegger, qui hanno dovuto modificarlo al digitale e sovrapporci quello di Arnold.
Questo comunque è un problema comune a tutti i film di quell'epoca e le loro versioni in alta definizione in sala (o in televisori molto grandi) che non altera il nostro giudizio sul 3D di Terminator 2 3D.