Be Original - Il bipolarismo di A&E
Dopo la pausa risata di Comedy Central, proseguiamo la nostra odissea nel panorama della tv via cavo americana. Stavolta è il turno di A&E...
A&E nasce il primo febbraio 1984 come frutto della collaborazione fra Hearst, multinazionale della comunicazione (quotidiani, riviste, tv e quant’altro) e la Disney. Inizialmente si proponeva di essere una versione commerciale della PBS, il canale pubblico attivo negli Stati Uniti (notare bene l’articolo determinativo IL, nel senso di uno solo) offrendo programmi a tema culturale o di attualità, come la trasmissione di opere liriche e teatrali sul piccolo schermo.
Presto il canale amplia la propria programmazione inserendo repliche di serie trasmesse sui network generalisti, Colombo e Law & Order per esempio, assieme a prodotti di esportazione, soprattutto britannici, quali Agatha Christie’s Poirot e la serie Miss Marple, di cui alcuni realizzati in associazione con A&E.
Arriva finalmente il momento di buttarsi nella produzione originale e così il canale resuscita la serie documentario Biography, puntate di un’ora incentrate ogni volta su un personaggio diverso, da Marylin Monroe a Eric Clapton, da Freddy Mercury a Giovanni Paolo II. Il programma andrà avanti oltre vent’anni, fino a cinque episodi alla settimana. Tra gli altri show che fanno la loro comparsa in quegli anni possiamo contarne qualcuno a tema arte (Breakfast with the Arts), qualcuno a tema detection (Investigative Reports) e qualcun altro musicale (Live by Request, con esibizioni di artisti importanti realizzati per l’occasione).
Dopo una decina d’anni dalla sua nascita, A&E attenua il focus su arte e cultura, avvicinandosi sempre di più a spettacoli, film per la tv e serialità televisiva, alcune volte in collaborazione con la tv inglese (la serie Horatio Hornblower), altre in maniera autonoma come nel caso dell’adattamento di Nero Wolfe e del legal drama 100 Centre Street creato da Sydney Lumet con Alan Arkin, una versione più cruda e reale di Law & Order, entrambe trasmesse intorno agli anni 2000.
Il canale non cambia rotta e nel 2003 decide di buttarsi nel fiorente mercato della reality television con titoli come Dog the Bounty Hunter a King of Cars, che subito registrano un ottimo riscontro di pubblico. In seguito a questi risultati importanti A&E comincia a produrre reality a raffica, andando a penalizzare pesantemente la sua produzione culturale fino a una riduzione drastica che desta non poche preoccupazioni da parte dei critici. Ma quando poi con uno show come Duck Dinasty, un reality che segue la vita di una famiglia che va alla caccia di anatre, si raccolgono milioni e milioni di spettatori uno se ne fa una ragione.
Solo recentemente il canale si è rimboccato le maniche e ha rimesso in moto la produzione di serie tv, ottenendo inizialmente un buon risultato con The Glades, procedurale poliziesco ambientato in Florida, poi con Longmire, altro procedurale stavolta in Wyoming, ma conquistandosi le attenzioni della critica con Bates Motel, una sorta di reboot dell’iconico personaggio di Norman Bates della saga di Psycho. La serie raccoglie vari consensi, conquistandosi non solo una fetta di pubblico importante, ma portando a casa nomination per i premi televisivi più prestigiosi, soprattutto grazie a Vera Farmiga e alla sua interpretazione della famigerata Norma Bates.
Forte di questi successi il canale promette di mantenere questa nuova direzione, avendo già in cantiere l’adattamento americano della serie francese Les Revenants.
A&E è un canale che ha vissuto un arco di trasformazione estremo e paradossale. Che adesso si stia preparando a intraprenderne un altro? Probabilmente no, ma qualche perla potrebbe sempre regalarla.
Cult da recuperare: 100 Centre Street