Badsurfer - One Duck
Potevate farvi mancare il simulatore di paperetta di gomma?
L'indie gaming di questi anni ha dimostrato che la nostra esperienza videoludica non può e non deve limitarsi a titoli dagli alti valori produttivi, sviluppati da programmatori con visioni maestose e ambizioni infinite. L'iniziativa indipendente spesso si è distanziata dalle normali logiche di mercato che governano la produzione di titoli ad alto budget, dando vita a giochi che riducevano all'osso le possibilità di interazione del soggetto-utente, sovente ridefinendo il concetto di gameplay e ludicità elettronica. Dove finisce il videogioco e dove inizia il giocattolo?
Qui finiscono le premesse del gioco. Poco più di una tech demo, il programma su base Unity non rappresenta nemmeno lo scheletro di un gioco fatto e finito.
Eppure, per qualche misterioso motivo, la strana sequenza di codici che da la vita a One Duck finisce con il prendere alcuni selezionati utenti e inchiodarli in un loop infinito di lanci e recuperi della paperetta. E' il suono ipnotico che produce quando colpisce una parete? E' il desiderio (di stampo grindcore) di far alzare il contatore di rimbalzi? E' la volontà di vedere cosa succede quando il numero raggiunge determinate cifre (la papera può cambiare in forma, dimensioni, colore e numero)?
Non si sa ancora, ma la risposta probabilmente rivela molto sulla nostra natura di homo ludens.
WASD per muovervi, spazio per saltare, clic sinistro tenuto premuto per prendere il giocattolo e lanciarlo.
Potete provare l'esperienza cliccando la seguente immagine: