BadMemories: Sackboy: Una Grande Avventura e la potenza della coop locale | Speciale

Torna BadMemories con una puntata che sfrutta Sackboy: Una Grande Avventura per poter parlare della potenza della co-op locale nei videogiochi

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Come potete leggere dalla nostra recensione, che potete trovare cliccando qui, Sackboy: Una Grande Avventura è un titolo che è riuscito a convincerci grazie alla sua naturalezza e all'ottimo level design imbastito da Sumo Digital.

Saltare e rotolare attraverso le colorate aree insieme a quel Sackboy che da il nome al titolo, infatti, ha saputo farci ricordare la spensieratezza delle opere del passato. Di quando i frame al secondo e la risoluzione non erano alla base di metà delle conversazioni riguardanti i videogiochi sui social. Anche perché, allora, i social neppure esistevano. Questo ci ha spinti a ragionare su quanto fosse diverso approcciarsi a un nuovo titolo negli anni Novanta e inizio Duemila.

Non vogliamo fare i nostalgici, quindi utilizziamo con cognizione di causa la parola "diverso" e non "migliore", dato che l'innovazione tecnologica ci ha comunque spinti a migliorare numerosi elementi all'interno del mondo del gaming. È altresì vero, però, che la necessità di creare una rete sociale in un mercato che ormai la necessita è riuscita a rendere i rapporti umani ancora più fittizi e, per certi versi, aridi. Basti pensare alle varie modalità multigiocatore. Siamo tutti d'accordo che poter affrontare una partita insieme ai propri amici tramite l'online sia stata una vera e propria innovazione, ma possibile che a nessuno manchi la magia di sedersi sul divano e condividere fisicamente un'esperienza ludica? Possibile che gli sviluppatori siano così poco interessati a voler inserire questa funzionalità all'interno delle proprie opere?

Ci rendiamo conto, ovviamente, che in alcuni casi si tratti di problemi legati a limiti tecnologici, dettati dal fatto che sarebbe difficile gestire una modalità split-screen sulle console di scorsa generazione. Altre volte, però, si tratta di una "semplice" scelta da parte dei dev, che reputano il multiplayer online nettamente più importante della co-op locale. Una scelta che, paradossalmente, pare non essere condivisa da una vasta fetta di giocatori.

Ecco che, quindi, Sackboy: Una Grande Avventura approda sul mercato con una potenza da non sottovalutare. Sumo Digital, infatti, ha pensato d'inserire la possibilità di giocare a tutto il titolo in compagnia di altri tre compagni di ventura, dando vita a situazioni e momenti davvero divertenti. Una tipologia di divertimento che, almeno per quanto riguarda i nuovi titoli su PlayStation 5, può essere trovato solo nelle recenti avventure del piccolo personaggio creato da Media Molecule. Nonostante l'attuale situazione sanitaria in Italia ancora non permetta di organizzare un sabato sera in allegria con i propri amici, la possibilità di giocare con una o due persone al proprio fianco ci ha fatti tornare con la memoria al passato. Un passato dove il sabato sera non si usciva per andare al pub o in discoteca, ma ci si passava il controller sul divano per condividere una passione potente come quella dei videogiochi.

Si tratta di una piacevole sensazione che proviene da un'era nella quale il concetto di "condivisione" non era legato a uno screen, ma a una chiacchierata con gli amici. Di quando ci si trovava, portando ognuno il proprio controller, per poter, appunto, condividere un'esperienza insieme. In molti di voi, a questo punto, staranno pensando a come al giorno d'oggi tutte queste cose sia possibile farle anche online, senza dover nemmeno uscire di casa. La verità, però, è che si tratta di una ritualità ormai perduta. Il dover uscire di casa per andare dagli amici donava una sensazione di libertà e di tranquillità che all'epoca non riuscivamo percepire, in quanto ci sembrava estremamente normale. Ora una partita viene organizzata su Whatsapp e vi si accede con un rapido clic, relegando l'esperienza alla singola, succitata, partita.

Ma in questo modo non si è forse appiattita la differenza tra single player e multiplayer? Non si è, per certi versi, soli mentre si gioca in gruppo?

La risposta non è certo unica e univoca per tutti, quindi ci limitiamo a darvi la nostra opinione. Appena gli sviluppatori britannici pubblicheranno la co-op online di Sackboy: Una Grande Avventura provate a fare un paio di livelli insieme ai vostri amici e poi, invece, invitateli a casa vostra per ripetere l'esperienza sul divano. La differenza, che ci crediate o meno, è tangibile e assoluta. Alcuni di voi continueranno, giustamente, a preferire la comodità del web, ma è giusto conoscere anche la potenza che i videogiochi possono offrire in questi momenti.

Per chi vi scrive, quindi, la risposta al quesito posto poco fa è: sì, il multiplayer online non ha accorciato le distanze tra le persone, ma per certi versi le ha amplificate. Si tratta di una lontananza che per molti anni non è stata percepita in modo particolarmente negativo, affascinati dalla comodità del web, ma che al giorno d'oggi viene vista ormai come la nuova "normalità". Una normalità che non è andata ad affiancarsi a quella del passato, della quale abbiamo parlato poco fa, ma a sostituirla quasi del tutto.

Ecco che, quindi, mi è impossibile non naufragare nei ricordi. Ricordi legati alle giornate passate sfrecciando con i kart in Crash Team Racing o a prenderci a scazzottate con i vari personaggi di Def Jam: Fight for New York. Le sparatorie di Call of Duty 4: Modern Warfare, le partite a bowling con Wii Sports, i livelli più complessi di New Super Mario Bros..

Si tratta di memorie che rimangono inevitabilmente ancorate alla nostra testa, insieme alle risate e alla caciara tipica della coop locale. Una caciara nettamente più limitata dal comparto online, che permette di raggiungere persone dall'altro capo del mondo, dimenticandosi di quanto siano importanti quelle accanto a noi. Una caciara che abbiamo potuto ritrovare nel nuovo titolo dedicato al simpatico Sackboy e che, per questo motivo, non possiamo non consigliare a chi la pensa come noi.

Ma forse siamo solo troppo vecchi e ci facciamo prendere dalla nostalgia. Voi che dite?

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