BadMemories: Returnal e la bizzarra natura dei Roguelite | Speciale

Nell’episodio di BadMemories di oggi, riflettiamo su Returnal e sulla bizzarra natura del genere dei Roguelike

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Sono ormai passate diverse settimane dall’uscita di Returnal, titolo sviluppato da Housemarque in esclusiva per PlayStation 5. Settimane durante le quali i giocatori hanno reagito positivamente alle oscure avventure di Selene, ma che non sono state prive di criticità.

Come in molti ormai avranno capito, Returnal è un Roguelite, una speciale sottocategoria dei Roguelike. Prima di trattare le succitate criticità, forse è necessario fare un po’ di ordine. I Roguelike sono quei titoli che, esattamente come “Rogue”, presentano livelli generati randomicamente e che, in caso di morte, costringono il giocatore a ripetere dall’inizio l’esperienza. I Roguelite, invece, vantano le stesse meccaniche, ma presentano alcune semplificazioni. Tra queste possiamo evidenziare la più utilizzata, ovvero la possibilità di importare elementi da una run all’altra. Rimanendo sull’opera Housemarque, ci riferiamo ai potenziamenti e all’Etere, per fare un esempio.

Compresa questa semplice, ma spesso trascurata, differenza di genere, capiamo perché Returnal ha sollevato più di qualche lamentela. Nel corso delle nostre partite, Selene si farà strada attraverso diversi biomi, sconfiggendo boss e progredendo nel corso dell’avventura verso il finale. Nel caso morissimo, il gioco ci riporta all’inizio, ma ci risparmia la sofferenza (o il piacere, dipende dai punti di vista) di combattere nuovamente contro i Guardiani presenti alla fine dei vari livelli. In ogni caso, il giocatore dovrà fare di tutto per raggiungere il termine del gioco in una singola sessione. 

Gli utenti si sono quindi lamentati della mancanza di un sistema di salvataggio tra le varie run. Un problema che, nel caso il gioco si blocchi, costringerebbe i giocatori a ripartire da zero. Questo, sommato ai diversi bug ai quali gli sviluppatori stanno cercando di rimediare, ha spinto il titolo a venir criticato da una piccola fetta di pubblico. Non è nostra intenzione schierarci da una parte o dall’altra del “conflitto”, ma questo ci ha fatto riflettere su quanto gli utenti si siano abituati a trovare una serie comodità all’interno di un videogioco. Returnal è un titolo volutamente complesso e senza dubbio non si tratta di un prodotto per tutti, ma a quanto pare il popolo del web vorrebbe che lo fosse.

Cosa dovrebbero fare, quindi, gli sviluppatori? Dovrebbero accontentare i propri fan, oppure mantenere fede alla visione iniziale dell’opera. Al momento Housemarque ha affermato di non aver ancora deciso il da farsi, ma sarà interessante scoprire quale decisione decideranno di prendere i ragazzi del team finlandese. 

Nel frattempo, non possiamo fare altro che constatare come stia lentamente dirigendosi verso la fine il Roguelite più impegnativo di sempre: il periodo COVID. Se ci pensate, abbiamo passato un anno e mezzo in una sorta di limbo molto vicino a questo genere videoludico. Svegliarsi, lavorare, mangiare, dormire e il giorno dopo ripartire, ma con una maggior esperienza ottenuta. Questo ha portato anche molte persone a soffrire di diverse problematiche psicologiche, che sicuramente non sono da sottovalutare. Dopotutto l’essere umano è un animale sociale, nato per poter condividere esperienze ed emozioni con altri esseri umani. Lo sa bene Selene, protagonista di Returnal costretta a esplorare un pianeta come Atropo in solitaria, nella speranza di rompere il loop e di poter tornare alla normalità.

Come lei, allora, non possiamo far altro che augurare a tutti i nostri lettori di riuscire nella medesima impresa, superando ogni difficoltà trovata sul cammino. E senza il bisogno di alcun salvataggio tra una run e l’altra.

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