BadMemories: Resident Evil Village e la necessità di un protagonista carismatico | Speciale

A pochi giorni dall'uscita di Resident Evil Village, facciamo un po' il punto sul carisma dei protagonisti di questa serie

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Resident Evil Village ha finalmente raggiunto gli scaffali (fisici e digitali) di tutto il mondo, ottenendo risultati estremamente positivi. L'ultima fatica di Capcom è riuscita a fondere il gameplay del settimo capitolo con atmosfere provenienti da Resident Evil 4 e con alcune caratteristiche vicine all'intramontabile secondo episodio. Un mix di aspetti che, mescolati sapientemente, danno vita a qualcosa di inedito e di mostruosamente accattivante.

Sin dal 1996 la celeberrima serie dalle atmosfere horror ha conquistato numerosi giocatori grazie a un mood unico e a personaggi tanto semplici, quanto funzionali. L'intero comparto narrativo di Resident Evil non è certo costruito su sceneggiature sopraffine e dialoghi profondi, ma lo spirito da B-Movie ha saputo comunque dare un particolare tono alla saga. Un tono che, episodio dopo episodio, si è insinuato sotto la pelle dei videogiocaori, riuscendo a far breccia nel loro cuore. Arrivati ormai all'ottavo capitolo della serie principale, il pubblico si è realmente affezionato a Chris Redfield, Leon Kennedy, Jill Valentine e Claire Redfield. Lo stesso pubblico che, con il passare del tempo, ha elogiato il carisma di Albert Wesker, vero faro quando si pensa ai villain della saga.

Questo attaccamento a personaggi tanto "semplici" è sintomo senza dubbio di un ottimo lavoro da parte di Capcom. La software house nipponica è infatti riuscita a creare un mondo e dei personaggi che, pur senza particolari guizzi creativi, hanno colpito il bersaglio, diventando immediatamente iconici.

Con Resident Evil VII, però, qualcosa è cambiato. La presenza di un protagonista come Ethan Winters, dal volto misterioso e privo di un background interessante, ha spiazzato molti giocatori. Ethan non è un poliziotto al suo primo giorno di lavoro, non è un membro di una forza dell'ordine d'elite e non vanta abilità uniche. Ethan è una sorta di avatar, che permette al giocatore di immedesimarsi in questo "eroe" alle prese con la famiglia Baker e che, per adesso, non ha dimostrato particolare carisma.

Le cose sono però destinate a cambiare con Resident Evil Village.

Senza entrare ovviamente nella pericolosa "zona spoiler", Capcom ha ben pensato di puntare i riflettori sul protagonista di questo ottavo capitolo. Perché non ci si può permettere di avere per due giochi di seguito un personaggio poco accattivante e perché le avventure vissute da Ethan in Resident Evil VII non possono che avere conseguenze pesanti sulla sua psiche. Il nuovo titolo di Capcom è chiaro sin dai primi momenti di gioco: gli eventi accaduti a casa Baker non devono essere dimenticati e sono solo la base di partenza per quello che vivremo in questo nuovo capitolo.

Ethan Winters guadagna quindi uno spessore narrativo molto più credibile, avvicinandosi di più al giocatore che non potrà far altro che empatizzare con lui. Sia chiaro: non ci troviamo di fronte a un'opera che vuole dar vita a un personaggio stratificato e profondo. Ancora una volta, infatti, lo scopo del team nipponico è quello di utilizzare una scrittura semplice e lineare, mettendo il nostro protagonista di fronte a continue avversità. Avversità che pian piano egli comincerà a comprendere e che imparerà a combattere, dimostrando la tenacia tipica dei grandi eroi di Resident Evil.

E voi che cosa ne pensate? Vi state affezionando a Ethan, oppure pensate che i protagonisti di questa saga di Capcom siano tutti estremamente dimenticabili?

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