BadMemories: Dolby Access e la potenza dell'audio 3D nei videogiochi | Speciale

Partendo dal Dolby Access, ragioniamo insieme sulla necessità dei videogiochi moderni di avere un ottimo comparto sonoro

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Recentemente abbiamo avuto l'occasione di testare approfonditamente l'applicazione Dolby Access, disponibile su PC e su piattaforme Xbox. È stato impossibile, quindi, non soffermarci a ragionare sulla potenza del comparto sonoro all'interno dei videogiochi moderni e su come, purtroppo, quest'ultima venga spesso trascurata da molti utenti.

Per chi non lo sapesse, Dolby Access è l'applicazione che trasforma i mix stereo e surround 5.1 e 7.1 in mix Dolby Atmos. Cercando di rendere il tutto ancora più comprensibile, diciamo che si tratta di un app in grado di creare una bolla sonora all'interno della quale poter sentire l'audio a 360 gradi. Immaginate di poter percepire il suono di un fulmine che colpisce il terreno alle vostre spalle o la direzione dalla quale state per venire attaccati da uno zombie. La potenza dell'audio direzionale è semplicemente sensazionale e può essere compresa solamente una volta sperimentata con le proprie orecchie.

Recentemente Sony ha deciso di pubblicizzare ampiamente questo tipo di tecnologia e lo ha fatto attraverso l'audio 3D Tempest di PlayStation 5. In questo caso, infatti, si risparmiano i 17,99€ dell'applicazione presente sul Microsoft Store per poter accedere a un comparto sonoro altrettanto coinvolgente. Si tratta dell'ennesima conferma che vede, finalmente, un focus maggiore su suoni e musiche da parte delle software house, che negli ultimi anni hanno spinto molto esclusivamente sulla "semplice" grafica.

Come accennato in apertura, l'aver utilizzato Dolby Access ci ha permesso di riflettere su quanto si tenda spesso a sottovalutare la potenza dell'audio. Ne approfittiamo, quindi, per farvi una domanda.

Quando giocate ai videogames utilizzate delle cuffie, una soundbar o direttamente le "casse" del televisore?

Vi chiediamo ciò perché siamo dell'idea che esistano titoli perfettamente fruibili in qualsiasi situazione, ma altri che possano trarre particolarmente vantaggio dallo strumento utilizzato. Affrontare un survival horror con le cuffie, magari proprio attraverso il 3D Tempest o Dolby Access, potenzia infinitamente l'esperienza di gioco. E con "potenzia" non intendiamo che il gioco diventa solo "più godibile", ma che vi permette di fare un balzo tecnologico in avanti come passare da un televisore a tubo catodico a un 4K con HDR.

E pensare che, fino a qualche anno fa, chi vi scrive era abituato a giocare alcuni videogiochi in modo più passivo. Quasi disattento. Se un tempo non ci facevamo problemi ad avviare Spotify (o una traccia audio proveniente dalle valanghe di CD posseduti) durante una sessione di gioco, ora ci rendiamo conto di quanto siamo stati irrispettosi nei confronti delle varie software house. Un gioco, infatti, è la somma di tutte le parti che lo compongono, tra le quali è sempre presente il comparto sonoro. Anche un titolo open world, che per sua natura spinge il giocatore a viaggiare per decine di ore all'interno di ambienti virtuali, non riusciamo più ad affrontarlo con trascuratezza. Ecco perché, ancora una volta, le cuffie ci permettono di godere appieno dell'esperienza, spingendoci a concentrarci sull'azione presente a schermo.

La nuova generazione di console targate Microsoft e Sony sembra aver compreso questo punto al 100%, dando vita anche a due differenti tipologie di cuffie ottimizzate per il gaming. Stiamo parlando delle PULSE 3D, disponibili sin dal lancio di PlayStation 5, e delle Cuffie Wireless per Xbox, in uscita il 16 marzo. Alla "modica" cifra di 99.98€ sarà quindi possibile tuffarsi nel magico mondo dell'audio 3D. Un tuffo che, giorno dopo giorno, siamo sempre più propensi a consigliarvi di fare, per poter godere appieno di quella meravigliosa esperienza che è giocare ai videogiochi.

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