BadChronicles: Moebius, la rivoluzione francese nel fumetto

Se c'è stata una rivoluzione francese anche nelle bande desinée lo si deve alll'esordio della rivista Metal Hurlant e al suo maggior rappresentate: Moebius

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Se c'è stata una rivoluzione francese anche nelle bande desinée, questa è avvenuta a metà degli anni '70 del secolo scorso, con l'esordio nel 1975 di quello che può esserne considerato il manifesto: la rivista trimestrale Metal Hurlant. Nell'editoriale della quarta uscita, si legge:

Non c'è alcuna ragione perché una storia sia come una casa con una porta per entrare, delle finestre per guardare gli alberi e un camino per il fumo. Si può tranquillamente immaginare una storia a forma di elefante, di campo di grano o di fiammella di cerino [...]

[caption id="attachment_64886" align="aligncenter" width="300"]Métal Hurlant n.1 (1975) Métal Hurlant n.1 (1975)[/caption]

Sono riassunte in poche parole l'essenza di questo rinnovamento che intende stravolgere il modo di concepire un fumetto, lo sviluppo e la soluzione di una trama, la sua trasposizione grafica. È un'esortazione a uscire dagli schemi scolastici, a rifiutarne le regole affidandosi all'istinto, all'inconscio, come abbiamo visto fare ad Andrea Pazienza, che fu profondamente suggestionato da questo movimento. Il brano dell'articolo citato porta la firma del suo maggior rappresentate, Moebius, fondatore insieme a Philippe Druillet, Jean-Pierre Dionnet e Bernard Farkas del gruppo Les Humanoïdes Associés, artefici del periodico che vuole raccogliere il meglio e il nuovo della produzione horror, fantastica e fantascientifica del panorama d'oltralpe.

[caption id="attachment_64887" align="aligncenter" width="400"]Les Humanoïdes Associés (da sinistra - Farkas, Dionnet, Philippe Druillet e scalzo Moebius) Les Humanoïdes Associés (da sinistra: Farkas, Dionnet, Druillet e scalzo, Moebius)[/caption]

All'anagrafe è Jean Giraud e nasce l'8 maggio 1938 a Nogent-sur-Marne, vicino a Parigi. Il suo interesse fin da bambino è il disegno, che coltiva in un istituto specialistico, ma presto la sua passione si concentra sul fumetto e decide di intraprendere gli studi in arti applicate. Inizia la doverosa gavetta con alcuni magazine e a diciotto anni, mentre ancora frequenta i corsi, pubblica su Far West il primo lavoro, umoristico, Frank et Jeremie, ospitato dal decimo al diciassettesimo numero sulla rivista per ragazzi. Dopo il servizio militare diventa assistente di Jijé (alias Joseph Gillain) e per questi inchiostra nel 1960 La Route de Coronado, un'avventura del suo cowboy Jerry Spring, sul giornale Spirou.

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È un'esperienza decisiva che gli vale una raccomandazione allo scrittore Jean-Michel Charlier, alla ricerca di un disegnatore per un progetto di Dargaud, sempre di genere western, in partenza sul settimanale Pilote, che annovera tra i suoi ideatori René Goscinny e Albert Uderzo. Il primo episodio esce nell'ottobre 1963, si intitola Fort Navajo, ma la serie viene presto ribattezzata con il soprannome del suo protagonista: Blueberry. Si sigla sulle tavole con il diminutivo Gir, ma in copertina con l'appellativo completo. È un immediato successo mediatico per la saga dell'antieroe Mike Donovan, che diventerà un classico e continuerà dopo la scomparsa di Charlier con Giraud anche ai testi. Il taglio è tradizionale ma dimostra un'estrema qualità nella cura dei dettagli e un'innovativa dinamica sequenziale, tipica del grande schermo.

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L'impegno e il rigore professionale a cui è chiamato risvegliano in lui un desiderio di maggior libertà che lo portano a intraprendere una carriera parallela con lo pseudonimo preso in prestito dall'astronomo e matematico tedesco, August Ferdinand Möbius (1790 – 1868), la cui notorietà è dovuta principalmente alla scoperta del nastro omonimo:

Parlare di un nastro ritorto, a proposito del mio lavoro nel momento in cui mi sono messo a disegnare come Moebius, era una descrizione piuttosto precisa.

Collabora con alcune riviste satiriche, prima con Hara Kiri, poi con Charlie Hebdo e L'Echo des savanes. Si presenta per la prima volta come Moebius ne L’Homme du XXI-ème siecle, apparso nel maggio 1963 su Hara Kiri n. 28. Comincia inoltre a illustrare libri e giornali di fantascienza in cui sperimenta uno stile più personale e meno convenzionale: "Ero come una specie di Dr. Jekyll e Mr. Hyde […]"

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Confessa in un'intervista degli anni '70, all'inizio dei quali conosce Alejandro Jodorowsky per il quale realizza la locandina del film El Topo. Il regista e scrittore gli propone di curare le scenografie per un adattamento cinematografico del capolavoro di Frank Herbert: Dune. La cosa fallisce ma si instaura una lunga e prolifica amicizia che ha la sua apoteosi ne L'Incal, il cui primo capitolo, L'Incal Nero, è del 1981, su Metal Hurlant. I suoi contenuti anticipano di un anno le atmosfere e i panorami futuristici e strabilianti del Blade Runner di Ridley Scott. Le vicende del detective privato John Difool in un domani distopico, mescolano simbolismo, metafisica e critica sociale, con un tratto in bilico tra il passato e il presente del genio francese.

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La svolta nel suo percorso creativo era avvenuta qualche anno prima, con un storiella surreale: La Deviazione (Pilote, 1973). Può intendersi come la metafora di un bivio decisivo nella sua carriera ed è il resoconto di una tranquilla gita in auto che si trasforma in un viaggio delirante e visionario. I tempi sono maturi per una rottura e ci riallacciamo così all'inizio del nostro racconto. In un decennio, titoli targati Metal Hurlant come Arzach (1975), The Long Tomorrow (1976), Il Garage Ermetico (1976 – 1979) e altri ancora, raccolti recentemente nella collana Absolute Moebius da Panini Comics, sconvolgono la scena fumettistica europea, influenzando generazioni di giovani autori. Agli imprevedibili scenari e alle composizioni stralunate contribuisce pure l'uso di droghe, che Moebius non nasconde di utilizzare: “La marijuana ha in parte condizionato la mia attività creativa, sconvolgendo la mia percezione del mondo”.

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Negli anni successivi viene riconosciuto come esponente di spicco del fumetto mondiale e dell'arte contemporanea, arrivando ai supereroi della Marvel, dove insieme a un altro mito, Stan Lee, regala ai fan di Silver Surfer la graphic novel Parabola (1988 -1989), vincitrice di un Eisner Award. Presta il suo estro a film di fantascienza, tra cui Tron, Alien, The Abyss e Il quinto elemento. Si spegne il 10 marzo 2012, lasciando nei lettori un vuoto incolmabile e diventando per sempre una leggenda.

[caption id="attachment_64900" align="aligncenter" width="400"]Jean Giraud Jean Giraud - Moebius[/caption]

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