BadChronicles: Il Giappone e le sue anime d'acciaio, le origini di Mazinga

Si vola dall'altra parte del globo con il settimo appuntamento di BadChronicles per riservare il doveroso omaggio all'icona del Sol Levante: Mazinga

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Si vola dall'altra parte del globo per il settimo appuntamento di BadChronicles. Dopo un'americana, un'italiana e una francese, riserviamo il doveroso omaggio a un'icona del Sol Levante: Mazinga.

Ma procediamo con ordine e torniamo al 1956. Sulla rivista Shonen di Kobunsha (poi gruppo Kodansha) esordisce Tetsujin 28 Go, considerato il capostipite dei colossi d'acciaio. L'opera, inedita da noi, raccoglie un consenso incredibile. Katsuhiro Otomo chiamerà il protagonista del suo capolavoro, Akira (1982), con il nome del piccolo Shotaro Kaneda, il quale tramite un radiocomando guida l'automa di oltre 10 metri, ideato da Mitsuteru Yokoyama (1934 – 2004).

[caption id="attachment_55484" align="aligncenter" width="400"]Tetsujin 28 Go Tetsujin 28 Go (1956 - 1966) di Mitsuteru Yokoyama[/caption]

La vera rivoluzione arriva nel 1972: su Shonen Jump di Shueisha appare Mazinger Z, pensato fin da subito per un adattamento anime, che infatti debutta nello stesso anno. Il corso del fumetto e dell'animazione internazionale cambiano per sempre. Il suo creatore è il giovane Go Nagai (1945), il padre del genere Mecha, che fa suoi contenuti già esistenti reinventandoli in varianti uniche e irresistibili. Il suo robot (terminato coniato da Karel Čapek nel 1920 per il suo dramma fantascientifico R.U.R. e derivato dal ceco “robota” ossia lavoro forzato), non è azionato con un dispositivo a distanza ma viene guidato internamente come un'automobile da Koji Kabuto che vi si aggancia attraverso un piccolo aeroscafo, il Pileder. Il suo autore lo ha concepito imbottigliato nel traffico claustrofobico di Tokyo, sognando un gigante artificiale che lo portasse lontano. Incarna la fusione tra uomo e macchina e il compromesso tra le due anime del Giappone da sempre in conflitto, una legata alla tradizione e l'altra proiettata al futuro. In Mazinga trovano finalmente la materia che le accomuna: l'acciaio delle armature dei samurai e del recente rilancio industriale.

[caption id="attachment_55493" align="aligncenter" width="400"]Mazinga Z e Elmo di antico Samurai Mazinga Z ed Elmo di antico Samurai[/caption]

I nemici sono i mostri meccanici di un'antica e avanzatissima civiltà, Mikene. Il folle Doctor Hell (Dottor Inferno) se ne impossessa per i suoi sogni megalomani di conquista ma viene fermato dall'invenzione del collega Juzo Kabuto: la Lega Z. Nelle bozze doveva chiamarsi Energer Z, poi divenuto Iron Z e quindi Mazinger Z, da Ma-Jin (dio-demone). Può essere letto come la metafora dell'energia atomica che ha significato l'orrore della Seconda Guerra Mondiale e l'occasione di rinascita per la nazione, un potere smisurato che a seconda dell'uso può determinare irreparabilmente il destino dell'umanità. La solennità del tema è mediato dall'elemento comico fornito da Boss e dal suo Boss Borot e da quello sexy, rappresentato da Sayaka Yumi e dalla sua controparte tecnologica che evolve lungo gli episodi: Afrodite A, Diana A e Minerva X.

[caption id="attachment_55500" align="aligncenter" width="400"]Boss Borot e Diana A ico Boss Borot e Diana A[/caption]

Il risultato complessivo è il primo esempio di Super Robot. Sarà modello e ispirazione per innumerevoli interpretazioni che con Gundam (Kidō senshi Gandam, 1979) daranno vita a un filone a sé: la costola dei Real Robot. Definizione appropriata per la creatura di Yoshiyuki Tomino e le sue evoluzioni, basate su un approccio più fedele alla logica e alle leggi della Natura. Ma gli anni '70 appartengono al genio vulcanico di Nagai. Nel 1974 arriva la versione potenziata, Great Mazinger, Il Grande Mazinga, opera del figlio di Juzo, Kenzo, per fronteggiare gli esuli del popolo di Mikene rifugiatisi nelle viscere della Terra e trasformatisi in titani di metallo. È un'altra intuizione sbalorditiva del sensei che dà sfogo alla sua passione per la mitologia classica, i bestiari del Medioevo occidentale e l'amore verso la Divina Commedia (a cui dedicherà una trasposizione sequenziale), conosciuta tramite le illustrazioni di Gustave Doré (1832 – 1883). Il mitico popolo dei Blemmi, esseri acefali con il viso posto sul torace, gli ibridi animaleschi e i dannati del poema dantesco diventano gli antagonisti del ribelle Tetsuya Tsurugi.

[caption id="attachment_55504" align="aligncenter" width="400"]Il Generale Nero e Un Blemme Il Generale Nero e un esemplare del popolo dei Blemmi (da un'incisione del 1544)[/caption]

[caption id="attachment_55508" align="aligncenter" width="400"]Hardias e Bertran de Born Lo spirito del male Hardias e Bertran de Born (Gustave Doré)[/caption]

Un nuovo universo fantastico entra nell'immaginario collettivo di intere generazioni e la saga di Mazinga oltrepassa i nostri confini sulle ali del successo clamoroso in TV del suo terzo e ultimo capitolo, Ufo Robot Grendizer (1975), pensato per cavalcare il crescente interesse verso i dischi volanti e gli alieni. Koji, (tradotto purtroppo con Rio nel Mazinga Z della RAI e Alcor in Goldrake), insieme a Boss, funge da filo conduttore. Innumerevoli saranno le rivisitazioni e gli sviluppi successivi, tra cui ricordiamo God Mazinger (1984), Mazinkaiser (2001) e Shin Mazinger Zero (2009). L'affetto per questi eroi è dimostrato dal seguito che ancora oggi ottengono in Italia le loro avventure cartacee pubblicate da J-POP e le televisive distribuite da Yamato Video, così come il fiorente mercato delle action figure che sembra non conoscere flessione. La loro importanza non concerne soltanto la funzione fondamentale di ambasciatori e volani del manga e dell'anime nipponici nel nostro paese ma quella di espressione di valori imprescindibili, propri della cultura che li ha generati: onore, dignità e sacrificio, uniti alla concezione del pianeta in cui viviamo come di una grande casa comune.

[caption id="attachment_55510" align="aligncenter" width="284"]Mazinkaiser Mazinkaiser (2001)[/caption]

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