BadChronicles: Dago, il rovesciamento della prospettiva

Con BadChronicles andiamo a conoscere uno degli esempi migliori della scuola sudamericana del fumetto: Dago

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Attraverso BadChronicles abbiamo finora viaggiato in lungo e in largo nello spazio e nel tempo, accennando ad alcune delle figure più rappresentative o curiose del fumetto mondiale, icone delle maggiori espressioni della Nona Arte statunitense, italiana, francese, giapponese. Non ci è lecito a tal punto trascurare un esempio della scuola sudamericana: Dago.

Il soggetto di Robin Wood e Alberto Salinas (1932 – 2004) si ispira a un nobile veneziano, Cesare Renzi, caduto in disgrazia per una congiura contro la sua famiglia e trasformatosi prima in schiavo e poi in un cavaliere senza macchia e senza paura ma anche senza pace e senza terra. Sopravvissuto al mare con una daga nella schiena, a cui deve il suo soprannome, salvato e messo in catene dai saraceni, grazie all'aiuto dato a Khair Ed Din (il famigerato Pirata Barbarossa), diventa un giannizzero, ovvero un membro della guardia personale del sultano ottomano. Il protagonista è un giusto ma anche un rinnegato. È un semidio che è costretto a vivere infinite imprese e amori, a volte di una notte, ma intensi quanto un'esistenza. È un eroe romantico, drammatico, tribolato, alla ricerca di una vendetta che lo tormenta.

[caption id="attachment_59962" align="aligncenter" width="400"]Il Pirata Barbarossa in un'immagine del XVI secolo (Parigi, Louvre) Il Pirata Barbarossa - Immagine del XVI secolo (Parigi, Louvre)[/caption]

La novità assoluta per un fumetto d'avventura è il rovesciamento della prospettiva dei fatti narrati, immedesimandosi nella parte avversa, quella dei mussulmani, solitamente dipinti come spietati predoni e conquistatori. È una scelta coraggiosa e azzardata, come l'eroe che racconta, che ha un unico precedente umoristico nel califfo di Baghdad, Haroun el-Poussah (1962), di René Goscinny.

L'ambientazione è quella del '500 dunque, esposto con una cura e un grande rispetto dei fatti e delle cronache anche se a volte viene concesso per esigenze narrative qualche paradosso temporale. Ciò permette a Dago di confrontarsi con i grandi eventi, geni, papi, condottieri e tiranni dell'epoca, come Machiavelli, Benvenuto Cellini e Vlad Tepes, l'Impalatore, che ispirò la figura di Dracula a Bram Stoker. In un episodio c'è l'occasione per un omaggio a Umberto Eco a cui Wood è legato da amicizia e stima reciproca.

[caption id="attachment_59963" align="aligncenter" width="400"]Tavola tratta da Dago – Umberto - Uchronia Ed, 2012 Tavola tratta da Dago: Umberto - Uchronia Ed, 2012[/caption]

L'idea del personaggio nasce nella mente di Robin Wood durante un viaggio a Venezia, suggestionato dai vicoli oscuri della città, ideale per complotti, amori e tradimenti secondo l'autore. Classe 1944, “un nome che mi ha condannato per il resto della mai vita”, scherza in un'intervista su Fumo di China di qualche anno fa, è figlio di australiani di origini irlandesi che hanno abbandonato il proprio paese per fondare una sorta di comune socialista in Paraguay. Innamorato di Storia e Letteratura si trasferisce in giovane età in Argentina adeguandosi ai lavori più disparati, compreso il pugile. Esordisce con il suo primo lavoro insieme all'amico Luis "Lucho" Olivera (1942 - 2005), il guerriero sumero Nippur di Lagash (1965), che si attesta come una delle più famose e longeve historietas di sempre. La sua esperienza e la sua formazione, un crogiolo di culture, lingue e nazionalità diverse vengono trasposte sulla carta con stile flessibile e moderno. Quando l'Editorial Columba riesce a convincere Alberto Salinas a collaborare con loro, questi pone un unico vincolo: “lo sceneggiatore deve essere Robin Wood”.

[caption id="attachment_59964" align="aligncenter" width="400"]José_Luis_Salinas_y_Alberto_Salinas Alberto Salinas insieme al padre José Luis[/caption]

Il maestro argentino vi si dedica fino alla morte, passandone il testimone a Carlos Gomez che dal 1996 lo affianca alle tavole e dal 2004  ne è il disegnatore ufficiale. L'artista iberico, ben noto ai lettori di Tex, trasmette il suo tratto personale, che conquista anche i fan più conservatori.

Il primo episodio, Lo schiavo di Venezia, appare nel 1981 sulla rivista Nippur Magnum e arriva in Italia due anni dopo su Lanciostory 49 dell'Eura Editoriale, poi divenuta Editoriale Aurea, a cui va il merito di aver diffuso a livello popolare nel nostro Paese il meglio della scuola sudamericana e della produzione di Wood. Le storie di Dago escono regolarmente sul Lanciostory e sul mensile omonimo, insieme all'apprezzata Ristampa Dago e a una nuova Ristampa a colori che dovrebbe uscire a breve da una recente indicazione sulla pagina ufficiale Facebook dell'editore.

[caption id="attachment_59969" align="aligncenter" width="400"]Lo schiavo di Venezia - Collana Euracomix Lo schiavo di Venezia - Collana Euracomix[/caption]

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