BadChronicles: Dago, il rovesciamento della prospettiva
Con BadChronicles andiamo a conoscere uno degli esempi migliori della scuola sudamericana del fumetto: Dago
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Attraverso BadChronicles abbiamo finora viaggiato in lungo e in largo nello spazio e nel tempo, accennando ad alcune delle figure più rappresentative o curiose del fumetto mondiale, icone delle maggiori espressioni della Nona Arte statunitense, italiana, francese, giapponese. Non ci è lecito a tal punto trascurare un esempio della scuola sudamericana: Dago.
[caption id="attachment_59962" align="aligncenter" width="400"] Il Pirata Barbarossa - Immagine del XVI secolo (Parigi, Louvre)[/caption]
La novità assoluta per un fumetto d'avventura è il rovesciamento della prospettiva dei fatti narrati, immedesimandosi nella parte avversa, quella dei mussulmani, solitamente dipinti come spietati predoni e conquistatori. È una scelta coraggiosa e azzardata, come l'eroe che racconta, che ha un unico precedente umoristico nel califfo di Baghdad, Haroun el-Poussah (1962), di René Goscinny.
[caption id="attachment_59963" align="aligncenter" width="400"] Tavola tratta da Dago: Umberto - Uchronia Ed, 2012[/caption]
L'idea del personaggio nasce nella mente di Robin Wood durante un viaggio a Venezia, suggestionato dai vicoli oscuri della città, ideale per complotti, amori e tradimenti secondo l'autore. Classe 1944, “un nome che mi ha condannato per il resto della mai vita”, scherza in un'intervista su Fumo di China di qualche anno fa, è figlio di australiani di origini irlandesi che hanno abbandonato il proprio paese per fondare una sorta di comune socialista in Paraguay. Innamorato di Storia e Letteratura si trasferisce in giovane età in Argentina adeguandosi ai lavori più disparati, compreso il pugile. Esordisce con il suo primo lavoro insieme all'amico Luis "Lucho" Olivera (1942 - 2005), il guerriero sumero Nippur di Lagash (1965), che si attesta come una delle più famose e longeve historietas di sempre. La sua esperienza e la sua formazione, un crogiolo di culture, lingue e nazionalità diverse vengono trasposte sulla carta con stile flessibile e moderno. Quando l'Editorial Columba riesce a convincere Alberto Salinas a collaborare con loro, questi pone un unico vincolo: “lo sceneggiatore deve essere Robin Wood”.
[caption id="attachment_59964" align="aligncenter" width="400"] Alberto Salinas insieme al padre José Luis[/caption]
Il maestro argentino vi si dedica fino alla morte, passandone il testimone a Carlos Gomez che dal 1996 lo affianca alle tavole e dal 2004 ne è il disegnatore ufficiale. L'artista iberico, ben noto ai lettori di Tex, trasmette il suo tratto personale, che conquista anche i fan più conservatori.
Il primo episodio, Lo schiavo di Venezia, appare nel 1981 sulla rivista Nippur Magnum e arriva in Italia due anni dopo su Lanciostory 49 dell'Eura Editoriale, poi divenuta Editoriale Aurea, a cui va il merito di aver diffuso a livello popolare nel nostro Paese il meglio della scuola sudamericana e della produzione di Wood. Le storie di Dago escono regolarmente sul Lanciostory e sul mensile omonimo, insieme all'apprezzata Ristampa Dago e a una nuova Ristampa a colori che dovrebbe uscire a breve da una recente indicazione sulla pagina ufficiale Facebook dell'editore.
[caption id="attachment_59969" align="aligncenter" width="400"] Lo schiavo di Venezia - Collana Euracomix[/caption]