Bad School - xXx, di Rob Cohen
Nel 2002 uscirono al cinema tre spy movie tra cui due con nuove spie: Jason Bourne e Xander Cage. La prima si scusava. L'altra era coatta.
In quell'anno uscirono nel mercato internazionale, in un periodo compreso da giugno a novembre, ben tre spy movie di una certa importanza.
Uno, quello del 20 novembre, si intitolava La Morte Può Attendere e vedeva il decano del genere coinvolto, forse, per l'ultima volta. Ci riferiamo a una spia inglese di nome James Bond.
Il secondo, quello del 14 giugno, schierava una spia americana smemorata e in crisi di identità che quando e se ricordava qualcosa del suo passato... andava poi a scusarsi per le sue azioni violente compiute per conto degli Usa. Il suo nome era Jason Bourne. Sembrava proprio un bravo ragazzo.
Xander
Il terzo, quello del 9 agosto, vedeva un coattone anarchico pelato, muscoloso, tatuato e amante degli sporti estremi, tale Xander Cage, essere arruolato suo malgrado dalla National Security Agency per fermare un cattivone russo. Questo saggio è su di lui.
xXx
C'erano tre incognite all'orizzonte in quel periodo. Prima x: avremmo visto nuovi Bond? La famiglia Broccoli ci avrebbe messo tre anni, dal 2002, per annunciare il nuovo 007. Si pensò per un attimo anche di smettere. Seconda x: avremmo visto una nuova spia occidentale ontologicamente imperialista? Non è che le spie fanno gli interessi della FAO. Come sarebbe dovuta essere la nuova spia che viene dall'Occidente dopo la fine del blocco sovietico, esplosione della globalizzazione, ruolo egemonico Usa nel mondo e guerra al terrorismo post 11 settembre? Terza x: chi sarebbe stato, tra le star più o meno giovani del periodo, l'uomo o la donna (era troppo presto per una ragazza, però) che avrebbe incarnato meglio l'agente segreto di quel momento storico?
Il premio Oscar come Miglior Sceneggiatore Matt Damon (32 anni), da Robert Ludlum, divenne Jason Bourne e la linea, molto interessante, era: 1) non sa più chi è 2) quando se lo ricorda, chiede scusa inorridito per ciò che ha fatto.
Vin Diesel (35 anni), esploso con Fast & Furious dopo gli inizi difficili come buttafuori e regista indy notato da Spielberg, sarebbe invece stato Xander Cage.
E qui la musica cambiava. Diventando un po' più punk. Per merito di un uomo.
Rich Wilkes
Un tipo veramente singolare. Scrisse il soggetto e la sceneggiatura di una nuova spia veramente sui generis. Amante degli sport estremi come il Patrick Swayze di Point Break ma meno incline al furto e più al video anarchico-cazzone alla Jackass + sarcasmo alla Michael Moore, Xander Cage è un ragazzone pelato che però ha gli stessi problemi, e anche la stessa canotta nera attillata, del Kurt Russell bendato di 1997: Fuga Da New York: potrebbe accettare un lavoro per conto del governo a patto che il governo gli cancelli la fedina penale sporca, non di rapine ma di furtarelli e atti dimostrativi un po' politici (all'inizio del film ruba una corvette a un senatore americano per poi buttargliela da un ponte). Xander non è affatto un patriota, pare non avere famiglia e viene dalla cultura degli skateboarder californiani raccontati nel 2001 da Stacy Peralta in Dogtown & Z-Boys (ci sarà una citazione diretta in xXx - Il Ritorno di Xander Cage) e con un gruppo di amici mette in piedi dei video burla contro personaggi politici per poi passare le serate a bere birra, giocare ai videogame (sa sparare grazie alla playstation; lo ripete sempre) e godersi il successo virale attraverso il www (ma Youtube ancora non esisteva nel 2002). Quindi qui la linea è opposta rispetto a Bourne e ovviamente diversa, ma speculare, rispetto al vecchio Bond di Brosnan: un menefreghista, forse addirittura nichilista, che al governativo sfregiato (Samuel L. Jackson in versione pre-Nick Fury) dice giustamente: "Se mandi qualcuno a salvare il mondo, assicurati che gli piaccia così com'è".
Punk Rock
Grazie alla sensibilità del creatore di xXx Rich Wilkes (divertente il suo documentario truffa Punk Like Me) vedremo in questo film sinceramente coatto i Rammstein (in apertura con prologo che scimmiotta e prende in giro proprio le aperture in smoking di Bond), citazioni di Anarchy Burger dei Vandals e un ragazzone pelato che sfoggia un cappotto di pelliccia veramente improponibile (Toni Collette farà una battuta al riguardo in xXx - Il Ritorno di Xander Cage). Xander, dopo essere stato sottoposto a test anche senza senso, verrà catapultato dal Gibbons di Samuel L. Jackson a Praga per capire cosa vogliono degli energumeni ex Armata Rossa autodefinitisi Anarchia 99.
Vandals
Il problema è che Xander ha più affinità con questi russi fuori di testa che con il governo americano. Molto divertente la conversazione tra lui e il loro capo Yorgy (Marton Csokas) in cui i due scoprono di avere una comune passione per la canzone Anarchy Burger dei Vandals. Poi però, quando si scopre che Yorgy vuole compiere omicidi di massa in giro per il mondo per scatenare il caos e una guerra mondiale che cancelli tutto (questo sì che è vero nichilismo!), Xander si indigna e decide, a modo suo, di diventare Bond.
Battuta chiave: "Ho rischiato la vita per motivi stupidi, questo è il primo che abbia un senso".
Xander Bond
Dei tre spy movie di quel fatidico 2002 questo, paradossalmente, è il più fedele rispetto alla tradizione degli adattamenti 007 da Ian Fleming. Ci sono i gadget (ottimo il compianto Michael Roof come entusiasta simil-Q), i cattivoni russi parossistici (bellissime facce e corpi spy quelli degli attori Werner Daehn, Petr Jákl e Jan Pavel Filipensky rispettivamente nei panni di Kirill, Kolya e Viktor), l'enfatizzazione costumistica (passiamo dallo stile british al cappotto di pelliccia letteralmente pecoreccio), gli scienziati rapiti, il sesso occasionale che non si rifiuta mai (Yorgi gli fa trovare una bella contorsionista in camera da letto), i sotterranei dove un'arma micidiale è pronta ad essere scatenata contro il mondo, la corsa contro il tempo, i villain carismatici (bravo Csokas), gli inseguimenti (Cage è un mago della moto), i doppi giochi, le femme fatale (bella e brava Asia Argento) che poi invece sono brave ragazze, le battute ("Cosa non sono disposto a fare per la mia patria", "Lo avevo avvertito che il fumo lo avrebbe ucciso!"), il finale esotico (Bora Bora) dove l'agente viene disturbato dal suo capo mentre cerca di godersi il meritato riposo.
Vin Diesel era all'epoca più bravo come attore semplicemente perché recitava (oggi non lo fa più; si limita ad essere l'onnipotente Vin Diesel) facendo risultare Xander ironico, sensibile (bella la sua storia con la Yelena di Asia Argento) e vulnerabile (quando assiste in diretta a una strage compiuta dalle armi biologiche di Yorgi, la sua faccia è puro sgomento). Effettivamente poteva partire una nuova saga in un mondo che dopo l'11 settembre 2001 era cambiato, anche a livello spionistico.
Conclusioni
La Morte Può Attendere di Lee Tamahori (buffo: avrebbe diretto il secondo xXx 2: The Next Level) fece 432 milioni di dollari worldwide a fronte di un budget da 142, The Bourne Identity di Doug Liman 214 a fronte di un budget da 60 e xXx di Rob Cohen (già regista utile a Diesel per il primo Fast And Furious) 277 ww essendo costato 70. Il film che piace di più alla critica dei tre è Bourne ma un dato è certo: non c'è troppa distanza tra le due spie giovani e l'icona inglese. Anche perché Bourne e Xander erano al loro primo film mentre James all'epoca, era addirittura giunto alla 20esima avventura cinematografica e quindi il suo incasso era frutto di una certa tradizione. Erano dati su cui riflettere. Sapete poi come è andata: James Bond ha compiuto la rivoluzione Craig risollevando le sorti del franchise (ora, però, si ritrova un po' in quella situazione di incertezza pensando al post-Craig), Bourne è partito per la sua strada arrivando oggi a ben cinque film (Jason Bourne è del 2016; ma c'è stanchezza) mentre xXx è stato scaricato da Diesel per i più amati Fast & Furious e Pitch Black ottenendo nel 2005 con xXx 2: The Next Level affidato ad Ice Cube risultati bassissimi sia dal punto di vista economico che di passione da parte dei fan del primo episodio.
Ora Vin Diesel ha deciso di riprendersi in mano il suo Xander Cage. Le idee di Vin sono chiare e praticamente identiche a quelle relative al franchise Fast & Furious, arrivato nel 2017 all'ottavo film.
È chiaro che quello Xander Cage del 2002 oggi non esiste più perché non esiste più la poetica punk di Rich Wilkes. C'era del sincero antagonismo sociale in quel coatto con il cappotto di pelliccia pecoreccio spedito a Praga per far fuori dei russi che, come lui, amavano Anarchy Burger dei Vandals. Ora Xander Cage ci sembra praticamente identico a Dominic Toretto.
Ora xXx è identico a Fast & Furious.