Bad School – Vip, mio fratello superuomo, di Bruno Bozzetto
Il Bad School della settimana è Vip, mio fratello superuomo di Bruno Bozzetto, il geniale cartoon del 1968 in grado di influenzare Gli Incredibili e i Minions
Tre anni di lavoro per regalarvi due ore di divertimento
È lo slogan di un film che ci avverte circa la pericolosità degli slogan. È la bugia di un'opera che vuole dirci la verità. Non sono due ore: la pellicola dura 79'. Nessuno regala niente: il biglietto del cinema, anche nel 1968, si paga. È vero -questo sì- che passarono tre anni dal primo lungometraggio d'animazione capolavoro di Bozzetto West and Soda (1965) al secondo lungo “masterpiece” con soldi anche stranieri Vip, Mio Fratello Superuomo (1968), opera ancora più bella e sicuramente, scusateci l'anglicismo semantico, “seminale” nel senso che oggi, nel 2017, si sente ancora di più quanto Gli Incredibili (2004) della Pixar o i Minions della Illumination abbiano attinto da questo superfilm. C'è già il riconoscimento da parte di Bozzetto dell'icona del '900 appena nata Woody Allen (Oreste Lionello lo doppia subito dopo il battesimo, nel '65, con Ciao Pussycat e prima dei primi Allen da regista Prendi i Soldi e Scappa & Co.), c'è la parodia di Bond ante litteram (solo sei anni dopo il primo Licenza di Uccidere), esplode il revisionismo del superomismo 23 anni prima di Deadpool e, come in West and Soda, non mancano sessualità e soprattutto psicanalisi. Che si sdraia di più sul divanetto? Bruno Bozzetto.
Stile
Foraggiato dalla pubblicità con il suo studio d'animazione milanese, braccio armato della società dei consumi di un'Italia rimessa in piedi dagli Usa del Piano Marshall e maestro del Carosello, Bozzetto usa spy movie (Bond) e fumetto (il “super” di riferimento è The Phantom) per un insistito atto di accusa alla società dei consumi che sa molto di '68 e anche parecchio di senso di colpa cattolico. Si narra di un'avventura tra fratelli: c'è il wasp Supervip (oggi pare un metrosexual grazie a quella cintura così gay e poi nel doppiaggio sembra una donna) e il semitico Minivip (il naso è molto diverso da quello del Signor Rossi + occhiali Allenian-Godardiani), ritrovatisi su un'isola del pacifico per combattere una villain donna chiamata per acronimo HB (Halas and Bachelor? La casa di produzione inglese per cui aveva lavorato Bozzetto incontrando la co-produttrice di Vip Lady Stearn Robinson?) la quale non vuole né rubare o estorcere, né tantomeno la distruzione del mondo. Alla signora interessa solo che la gente compri nei suoi supermercati, creando dipendenza consumistica attraverso un lavaggio del cervello all'umanità tramite missili e messaggi subliminali alla Valentine di Kingsman: Secret Service. Da metà film in poi Bozzetto pare interessato solo ed esclusivamente a questo segmento della sceneggiatura. Da un punto di vista stilistico c'è un linguaggio da film (dissolvenze, carrellate, persino soggettive), squisiti spazi scenografici sempre pronti a passare dal figurativo all'astratto e un ritmo scatenato anche grazie alla colonna sonora di Franco Godi. Alla fine i due fratelli (quanto è dolce il loro rapporto) diventano anche loro “matrimoniabili” con la supersexy fidanzata di Supervip Lisa (Bozzetto rende le sue donne cartoon erotiche e desiderabili fin dai tempi di West and Soda) lesta a un'allusione maliziosa circa la supposta superpotenza sessuale di SuperVip degna del finale di Frankenstein Junior (1974) di Mel Brooks.
Conclusioni
John Lasseter non ha mai fatto mistero di quanto Vip abbia influenzato Gli Incredibili. Dal costume dei protagonisti, al loro corpo, al montaggio dei vari Supervip nella storia dell'umanità all'inizio del film. E quella massa sconclusionata di operai cinesini verdi della cattiva Happy Betty... non vi ricordano gli operai gialli di un certo Gru? Tutto il film, come tante opere di questo grande artista, teme la “massificazione” (Bozzetto non è un elitario ma in lui esiste una dolce misantropia come ricorda anche il documentario di Bonfanti su di lui del 2016) e tutto il film, rivisto oggi, pare una profezia perfetta. I vip, con il forte declino di religione & politica, paiono gli unici punti di riferimento della società occidentale. I veri cattivi ci lavano ogni giorno il cervello, vendendoci qualcosa.
E anche i supereroi sono diventati “massificazione”.