Bad School - The Commitments, di Alan Parker

Il Bad School della settimana è The Commitments di Alan Parker, tratto dall'omonimo romanzo firmato Roddy Doyle. Un gruppo soul infiamma Dublino nel 1991

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Spoiler Alert

Soul Men

Nel 1991 uscì nelle sale un film su un gruppo soul dublinese composto da dieci elementi, molti dei quali veri musicisti. Fu una pellicola epocale che influenzò parecchie persone come, ad esempio, Quentin Tarantino, Irvine Welsh, Michael Winterbottom e John Carney, regista ora in sala con Sing Street.
Carney ha nel cast di Sing Street uno di quei magnifici dieci soul men.
Per la precisione... una soul woman.

Ave Maria

All'epoca si accreditò solo come Maria Doyle anche se nel 1988 aveva già sposato Kieran Kennedy, leader del gruppo irish folk The Black Velvet Band. Lui si innamorò di lei vedendola cantare. Oggi la possiamo trovare in sala, accreditata Maria Doyle Kennedy, nei panni silenti della madre dublinese in crisi coniugale dentro il bellissimo Sing Street di John Carney. Ma questo è stato l'anno in cui abbiamo visto Mrs. Kennedy anche in una tesissima ghost story come The Conjuring - Il Caso Enfield in cui Patrick Wilson ci regalava una graziosa versione acustica di Can't Help Falling In Love di Elvis Presley. In The Commitments (1991) di Alan Parker, formidabile film musicale tratto da omonimo romanzo di Roddy Doyle, è Colm Meaney a salmodiare, con esiti teneramente comici, Can't Help Falling In Love di The King. C'era anche Maria Doyle (senza Kennedy) in quell'importante coproduzione Usa/Uk/Irlanda che diede la linea a Trainspotting (stessa attitudine dei personaggi nel poster, stessa enfatizzazione della marginalità, in questo caso scozzese, dentro lo United Kingdom) e fece esplodere un bel po' di carriere musicali e non. Si raccontava delle vicissitudini di un gruppo soul di Dublino messo in piedi da un manager in grado di intervistarsi da solo. Maria Doyle cantava come corista. E noi ci innamorammo di lei. Ma chi erano gli altri componenti di quella scalcagnata band che potremmo tradurre letteralmente come Gli Impegnati?

The Commitments

Jimmy Rabbitte (Robert Arkins): si chiama coniglio di cognome e Carney, non a caso, inserisce dei conigli dentro Sing Street in suo omaggio. Grande personaggio. Un narratore, un commentatore, un manager. Come non credere a ogni parola che dice un ragazzino da due anni con il sussidio di disoccupazione il quale afferma perentoriamente: "Gli irlandesi sono i neri d'Europa. I dublinesi sono i neri d'Irlanda. E noi proletari siamo i neri di Dublino". Jimmy crede che il soul sia sesso (ma non vuole che si faccia sesso dentro la sua band; povero illuso) e che rappresenti benissimo come genere musicale quel misto di profano misticismo necessario per elevarsi dalla vita squallida della periferia dublinese. Il soul per lui: "Ti prende per le palle e ti solleva al di sopra della merda". Lui è un po' un Tony Wilson di 24 Hour Party People (2002) di Winterbottom ante litteram nel senso che seduce con l'eloquio prefiggendosi di essere la mente culturale e manageriale di creativi geniali nel suonare ma distruttivi per quanto riguarda tutto il resto. Ci pensa Jimmy a parlare, manipolare la stampa, creare l'immagine e occuparsi della mitologia della band (esilaranti le interviste che si fa da solo rispondendo a un fantomatico Terry che sta per Terry Wogan, mitico giornalista tv irish). E proprio come Tony Wilson... odia il genere preferito di Damien Chazelle ("Il jazz è una sega musicale"). Per lui esistono solo James Brown, Wilson Pickett, B.B. King, Screamin Jay Hawkins, Sam Cooke, Otis Redding e altri eroi del R&B. Irresistibile il montaggio iniziale in cui accetta l'invasione casalinga di aspiranti musicisti per formare la sua band con nome che cominci con articolo ("Come tutti i migliori gruppi degli anni '60"). Nell'ordine sbatterà la porta in faccia a epigoni di: Barry Manilow, Joan Baez, Joni Mitchell, Wing, Bachman Turner Overdrive, Spandau Ballet, Soft Cell, Sinead O'Connor, Led Zeppelin, U2, Billy and the Bollix.
A uno truccato come Boy George gli sbatterà la porta in faccia senza nemmeno farlo parlare. Idem per un ragazzo stile punk alla Sid Vicious. Al simil Morrisey che lo intristisce con ballate sulla depressione risponderà per le rime. Jimmy mette in piedi il gruppo, ci crede, organizza i primi concerti, partecipa al sempre meno fortuito successo per poi mollare a due passi dalla vetta (leggi: contratto discografico) sopraffatto di fronte alle tipiche forze centrifughe dentro qualsiasi band. Il successo esaspera gli ego e Jimmy non ce la fa più. Farà in tempo a rimanere sbigottito davanti a un Wilson Pickett pronto a unirsi ai suoi The Commitments per quel concerto che avrebbe decretato il definitivo trionfo dei suoi soul men.
Ma vedrà la limousine dell'autore di In the Midnight Hourallontanarsi nella notte.

  • Declan "Deco" Cuffe (Andrew Strong): è il John Belushi del film. Frontman dalla gran voce soul intercettato da Jimmy mentre canta, completamente ubriaco, a un matrimonio. Più schifoso di "Bluto" Blutarsky quando mangia (le tre coriste faranno gli stessi commenti disgustati delle Omega girls dentro Animal House) e più letale della Kate McKinnon di Masterminds quando scoreggia, "Deco" canta da Dio, ha la panza di Jake Blues e i denti + boccaccia da tossico dello Shaun Ryder degli Happy Mondays. Manda baci al pubblico, chiama The Commitments "la sua band" ed è il primo a cadere vittima del suo ego. È sempre molto offeso quando le coriste, tra cui la nostra amata Maria Doyle, cantano al posto suo. Ha parecchi problemi con i due batteristi della band (forse la pensa come il Noel Gallagher del doc Oasis: Supersonic: "I batteristi sono come delle scimmie o degli oranghi"). Finirà coperto di sangue in mezzo ai bidoni della spazzatura prima di firmare comunque un autografo e poi un contratto che lo porterà, sciolto il gruppo, a registrare in un vero studio lanciando il cappuccino contro il vetro e facendo disperare il regista Alan Parker in cammeo. Secondo Jimmy rimarrà uno stronzo anche dopo lo scioglimento del gruppo. Anzi... peggiorerà.

  • Imelda Quirke (Angeline Ball): biondina dalle fattezze alla Patsy Kensit. Corista inizialmente sospettata di essere stata reclutata da Jimmy solo per il suo gradevole aspetto (è la sex symbol della comunità), riuscirà invece a convincere tutti con prove vocali niente male. Ha dei dubbi circa la sessualità di Jimmy (perché il manager è l'unico che non insidia sessualmente le coriste). Superfidanzata in casa con l'anomino Greg, scandalizzerà i familiari rinunciando a un campeggio per non mancare a un concerto importante del gruppo. Qualche dubbio circa la possibilità che anche lei abbia fatto l'amore con il trombettista Joey "Labbra" Fagan. Imelda sostiene di aver solo ricevuto un passaggio in motorino dall'attempato fiato della band. Finirà sposata con l'anonimo Greg, lasciando per sempre qualsiasi velleità musicale.

  • Natalie Murphy (Maria Doyle): eccola qui la nostra attuale Mrs. Kennedy. Bellissima, fiera, autonoma. È lei che salta addosso a Joey "Labbra" Fagan e non il contrario. È la più disinibita, spiritosa e talentuosa delle coriste. Stupende le sue prove da main vocalist del gruppo sia per Bye Bye Baby di Mary Wells che per I Never Loved A Man (con dedica chiara a Jimmy) di Aretha Franklin. Natalie cresce molto durante il film. Guardatela scandalizzare Imelda sostenendo tutta contenta dopo i primi concerti: "Tutti i ragazzini penseranno a noi mentre se lo menano!". È la componente femminile del gruppo più brava nel prendere in giro l'egomaniaco "Deco", il quale è particolarmente destabilizzato da questa irlandese bella come una fata dei boschi, scorbutica come una strega e tosta come il marmo. Probabilmente le piacerebbe fidanzarsi con Jimmy ma lui niente... non si confonde mai il lavoro con il sentimento. Il suo futuro? Nebuloso. A noi piace pensare che scioltisi i The Commitments, la fiera Natalie sia riuscita ad accalappiare l'arguto Jimmy.
    Lo auguriamo soprattutto a lui.

  • Bernie McGloughlin (Bronagh Gallagher): è la corista che fa il fish & chips. È quella reclutata da Jimmy per chiederle di portare nel gruppo Imelda (che cinico). Anche se la sottovalutano in molti, la corista più bassa e meno bella ha carattere da vendere. Sarà la prima ad andare fino in fondo con Joey "Labbra" Fagan interrompendo i di lui verbosissimi preparativi al sesso per arrivare subito al sodo (queste irlandesi sono tutt'altro che timide). Finirà a cantare western country con benevola disapprovazione di Jimmy.

  • Joey "Labbra" Fagan (Johnny Murphy): il più vecchio, il più bravo (pare abbia suonato con tutti, compreso Wilson Pickett), il più credente e quindi Blues Brothers ("È il Signore che mi manda"; "Il Signore mi ha detto che gli irlandesi smetterebbero di spararsi se ci fosse più soul") di tutto il gruppo. Farà da mentore al sassofonista Dean prima di vederselo sedurre dal jazz (che lui non ama come Jimmy). Straordinari i suoi aneddoti sulla tromba (gli ha dato il nome di Gina Lollobrigida) e sulla visita a Graceland quando il padre di Elvis vomitò dentro l'amata Gina e The King apparve in tutta la sua sobrietà da qualsiasi tipo di droghe (con grande sollievo del padre di Jimmy). È il casanova del gruppo? Secondo tutti sì ma l'unica con cui abbiamo prova certa che abbia consumato è la piccola Bernie. È tornato dall'America per stare vicino a mamma (lui dice che è malata ma a noi la signora appare in splendida forma) e forse tutti i grandi artisti con cui dice di aver suonato... potrebbero essere solo una menzogna. Oppure no? Wilson Pickett alla fine si manifesta dopo che Jimmy ha visto Joey entrare nel suo albergo senza però volerlo portare con sé. Come misteriosamente era tornato in Irlanda all'inizio del film... misteriosamente andrà via dopo lo scioglimento burrascoso del gruppo. Bellissime però le sue ultime parole a Jimmy circa il senso dell'avventura.
    Non era importante il successo. Era importante ampliare gli orizzonti di dieci giovani dublinesi senza alcun tipo di speranza. "Questa è poesia" affermerà sorridente davanti a un Jimmy troppo incavolato per capire quanto in quel momento Joey "Labbra" Fagan abbia dannatamente ragione.

  • "Outspan" Foster (Glen Hansard): il chitarrista riccioluto spaventato da una possibile presenza della mamma a un concerto. Schiavo del politicamente corretto (divertente un suo scontato statement con il primo giornalista interessato ai The Commitments laddove Jimmy, come manager, è molto più fiammeggiante e accattivante nella comunicazione con la stampa). Finirà a cantare urlando a Grafton Street con il bassista amico di sempre. Forse è il più entusiasta ogni volta che vede approssimarsi il corpo di Imelda Quirke. "Outspan" è il bambinone del gruppo.

  • Derek Scully (Kenneth McCluskey): grossi problemi di sudorazione ascellare per il cupo bassista inseparabile amicone di "Outspan" Foster. Se lo Ian Curtis di Control era preda dell'aerofagia prima del primo concerto dei Joy Division, lui ha costanti conati di vomito in occasione del first gig dei The Commitments. Rapporto contrastato con Jimmy. Lui e "Outspan" sono i primi a chiamarlo per formare una band. Peccato che il nome non sia convincente: And And And. Decisamente meglio The Commitments. Prenderà una bella scossa durante un'esibizione particolarmente elettrica.

  • Dean Fay (Félim Gormley): il sassofonista altissimo si incrocia con Jimmy in fila per il sussidio di disoccupazione, ha un "bel culetto" secondo Imelda Quirke ed è forse il componente della band con l'arco più definito. Era partito come un ragazzone grossolano appassionato di Clarence Clemons e "quello dei Madness" (ovvero Lee Jay Thompson), incapace di suonare con sensualità se non fosse stato per il consiglio di Joey di trattare l'ancia del sax come fosse il capezzolo di una donna desiderata (Dean sceglierà Kim Basinger). Finirà come sofisticato jazzista con taglio di capelli cool, atteggiamento menefreghista e perenni occhiali da sole. La sua transizione dal sax organico e disciplinato del soul al solipsismo jazz lo alienerà sempre di più dal resto del gruppo. Finirà preferendo seguire le orme di Charlie Parker piuttosto che di Clarence Clemons.

  • Steven Clifford (Michael Aherne): l'unico del gruppo di estrazione sociale non proletaria. È anche studente di medicina, pianista in chiesa e molto, molto, molto religioso. Esilarante la sua scena nel confessionale quando viene corretto da un prete che conosce Percy Sledge meglio di lui. Interessante il suo sodalizio con Jimmy riguardo il fascino per la cripticità del testo di A Whiter Shade Of Pale dei Procol Harum e affettuosa la sua partecipazione finale a un buffo incidente equino del primo batterista del gruppo Billy Mooney. È il componente più colto, gentile e riflessivo. Jimmy proverà in tutti i modi a convincerlo, senza successo, a suonare senza occhiali per motivi estetici. Futuro? Tornerà alla medicina e lascerà la musica. Che peccato.

  • Billy Mooney (Dick Massey): batterista ispirato da Animal del Muppet Show. Chirurgico battutaro, intelligente, asociale, rosso di capelli come "Outspan". Non esplode come i batteristi degli Spinal Tap e non è una scimmia o un orango come sostiene Noel Gallagher degli Oasis. Billy è duro e ombroso come le strade bagnate dalla pioggia di Dublino e quando qualcuno si complimenta con lui circa un evidente miglioramento nella sua abilità fredderà l'interlocutore sostenendo che da quando è morto il padre... nessuno gli rompe più le scatole a casa se si esercita con la batteria. Odio profondo per "Deco", il quale sostiene che tutti possano suonare la batteria. "Ci vuole controllo e bravura" gli risponde aggressivo Billy. Scioccante il suo repentino addio alla band. Motivo? "Deco". Billy è convinto che alla prossima provocazione, lui potrebbe ucciderlo. Jimmy gli crede. E anche noi.

  • Mickah Wallace (Dave Finnegan): il secondo batterista chiamato di corsa dopo l'addio di Billy. Forse è anche più asociale del primo in quanto completamente pazzo nonché preda di attacchi di violenza incontrollabile. Infatti Jimmy lo aveva impiegato prima come roadie (anche il protagonista Conor di Sing Street ha la brillante idea di arruolare il bullo che lo picchia a scuola come "gorilla" ai concerti). Mickah stupisce tutti, dopo l'addio di Billy, per la sua capacità musicale. Peccato che un giorno interrompa un concerto per andare a picchiare a sangue un aggressore dell'amato Jimmy. Dietro la follia c'è un cuore grande così (adora il manager). Finirà come frontman di un gruppo death metal.

Culto

Nonostante una performance non esaltante al botteghino Usa (il totale arrivò a 15 milioni di dollari) per via di una natura della pellicola episodica per non dire erratica (Roger Ebert lamentò la mancanza di un senso preciso del racconto), il film del veterano Alan Parker (suoi anche a tema musicale Saranno FamosiPink Floyd: The Wall) divenne velocemente di culto soprattutto grazie a momenti di performance musicale così energici e potenti da ricordare il capolavoro The Blues Brothers (tanti punti di contatto a partire dal sapore belushiano della prova attoriale e canterina di Andrew Strong) . La struttura del film a piccole scene spesso autoconclusive (perfette per un trailer che, anche in Italia, fu di un'efficacia impressionante) permise a quasi ogni personaggio di avere il suo momento. Quentin Tarantino si innamorò follemente di Bronagh Gallagher (la piccola tignosa Bernie) e la volle a tutti i costi dentro Pulp Fiction (1994) come amica della moglie dello spacciatore Lance. Lo scrittore Roddy Doyle (il romanzo era del 1987) si vide prelevato di peso con la sua Barrytown Trilogy e portato al cinema nei capitoli successivi grazie all'ottimo Stephen Frears sia di The Snapper (1993) che di Due Sulla Strada - The Van (1996; sono i due film che fanno diventare Colm Meaney, qui quasi comparsa, una vera e propria star europea e non solo). Andrew Strong divenne un cantante famoso. Glen Hansard sarebbe tornato prepotente al cinema ben sedici anni dopo dentro Once (2007) di John Carney nei panni di Guy, un uomo che cantava solo soletto nella nota Grafton Street di Dublino dove non a caso termina il percorso del suo "Outspan" Foster di The Commitments. Andrea Corr - la sorella carina di Jimmy Rabbitt che lavora in videoteca - avrebbe avuto fortuna insieme ai fratelli Sharon e Jim (anche loro due hanno un piccolo cammeo nel film) con il gruppo folk/rock The Corrs. Un giovane scrittore scozzese di nome Irvine Walsh adorò il libro di Doyle, impazzì per il film di Parker e scrisse di getto il suo folgorante esordio Trainspotting. È chiaro che volesse trasportare quell'energia della sconfitta o resa invincibile dalle strade di Dublino agli interni tossici di Edimburgo. Senza The Commitments (1991) non avremmo mai avuto Trainspotting (1996). E, a ben pensarci, nemmeno un altro capolavoro come 24 Hour Party People (2002) visto che Jimmy Rabbitt sembra proprio il papà cinematografico di Tony Wilson.
Di Maria Doyle abbiamo già digitato. Da quel 1991 è diventata attrice e cantante di grande e costante successo.
L'unico da cui forse ci saremmo aspettati qualcosa di più è proprio il simpatico Robert Arkins di Jimmy Rabbitt. Musicista e produttore all'epoca lanciatissimo... non ha mantenuto le promesse di quel periodo d'oro.

Conclusioni

Il film ha un altro fascino particolare che lo associa ai nostri capolavori del neorealismo. Parker filma una Dublino che sembra la Napoli postbellica dell'episodio partenopeo di Paisà (1946) di Rossellini. I bambini invadono le strade con la vitalità di una povertà vissuta con nonchalance, gli animali sono amalgamati agli uomini in mercati che ricordano L'Oro Di Napoli (1954) di De Sica. Come Sciuscià (1946), sempre del grande De Sica, vediamo anche tanti cavalli (nostra scena preferita: Jimmy trova un bambino che sta prendendo un ascensore insieme al suo inseparabile destriero!) accompagnare le gesta dei nostri protagonisti. È quindi un'Irlanda del 1991 che sembra povera ma bella come quell'Italia neorealista adorata dagli Oscar fin dal premiato Ladri Di Biciclette (1948) di De Sica (si vedrà Jimmy andare in giro in bici). E poi ci permettiamo di digitare che non è vero, come sosteneva il maestro della critica Usa Ebert, che il film non abbia un centro narrativo specifico. Il senso di The Commitments è racchiuso nella musica. Quando si suona, non si litiga (occhio a come tutti i componenti della band si guardino con amore SOLO durante la performance) e quando non si suona, ci si massacra. Il manager non deve puntare SOLO al successo (come il Dio con le fattezze di Tony Wilson spiega a Tony Wilson alla fine di 24 Four Hour Party People) ma all'apertura degli orizzonti esistenziali dei creativi con cui e per cui lavora.
È come il testo criptico di A Whiter Shade Of Pale dei Procol Harum che entusiasma Jimmy e Steven.
È importante che si capisca tutto perfettamente? No.
È importante che si intuisca al suo interno un senso profondo del nostro sogno umano? Sì.
Questo è il rock'n'roll. Questo è il soul. Questo è The Commitments.

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