Bad School - Super Size Me, di Morgan Spurlock
Il Bad School della settimana è Super Size Me di Morgan Spurlock, documentario del 2004 in cui Spurlock si dedicò per 30 giorni a una dieta a base di McDonald
"Curatevi del cliente e gli affari si cureranno da soli". Il documentario di Morgan Spurlock si apre proprio con una frase del "fondatore" di McDonald's Ray Kroc, protagonista assoluto di The Founder di John Lee Hancock e interpretato nel film attualmente in sala da Michael Keaton. Mentre il film di Hancock ci racconta di come Kroc sviluppò in franchise quell'idea di fast-food venuta ai fratelli Dick e Mac McDonald tra la seconda metà del 1950 e i primi anni '60, il celeberrimo documentario di Spurlock è una provocazione messa in piedi, o meglio in pancia, dal filmmaker a fronte di una causa intentata alla catena di fast-food quando, all'inizio degli anni 2000, McDonald's è diventato un colosso della ristorazione con filiali in tutto il mondo. Ma forse è il caso di ricordare in che contesto storico ci trovavamo all'epoca e in che condizioni versava il genere del documentario.
Era stata tutta "colpa" di Michael Moore. I suoi documentari molto divertenti e dominati dal corpulento filmmaker, anche attore-mattatore e quindi divo all'interno della sua stessa inchiesta filmata, avevano letteralmente spopolato. Bowling A Columbine (2002) aveva vinto l'Oscar, era entrato trionfalmente in Concorso al Festival di Cannes (prima volta per un documentario in 46 anni di Storia del Festival francese) ed aveva racimolato 58 milioni di dollari worldwide a fronte di un budget di soli 4 milioni. Era stato un duro attacco all'uso spasmodico delle armi nella società Usa con particolare veleno riservato alla storica (perché fondata nel 1871) National Rifle Association nella persona del suo più grande promoter Charlton Heston, all'epoca ottantunenne e nonostante questo quasi umiliato da Moore in un confronto finale che aveva visto il Mosè de I Dieci Comandamenti (1956) di Cecil B. DeMille essere letteralmente mortificato on camera dal sagace documentarista d'assalto. Poi arrivò nel 2004 addirittura un documentario che avrebbe battuto gli incassi record del film di Moore: Fahrenheit 9/11, sempre diretto dal buon Michael. Palma d'Oro al Festival di Cannes (Quentin Tarantino Presidente di Giuria), 222 milioni di dollari di incasso worldwide a fronte di un budget di soli 6 (!), zero Oscar (nemmeno la nomination) e l'ultima grande sfida che la golden age del documentario pone al mondo: modificare il corso della Storia grazie a un film. Moore provò in tutti i modi a far perdere, con il suo documentario cattivello, le seconde elezioni presidenziali di riconferma o meno al Presidente Usa George W. Bush. Non ci riuscì ma mai come all'epoca si tornò a parlare del potere del cinema sulla realtà e dello strapotere del documentario, tornato improvvisamente un genere cinematografico sexy, redditizio e topico a livello sociale. Morgan Spurlock era un ex aspirante comico sostanzialmente rigettato dalla West Coast, il quale aveva trovato rifugio a New York dove aveva completato l'università e lavorato in qualche produzione cinematografica. Ebbe un'idea. Era il 2004. Il timing era perfetto per provare a gettarsi pure lui nella golden age del documentario fondata da Michael Moore. Le regole "mooriane" erano semplici: devi essere quasi più un mattatore in camera che non da regista e devi scegliere un bersaglio da colpire. Meglio se irraggiungibile e socialmente potentissimo.
Spurlock sceglie la creatura di Krock. Sceglie la grande M, gialla come l'oro.
Super Size Me
"Questo cibo, fa davvero tanto male alla salute?" si continua a chiedere Spurlock.
L'idea allora è semplice: il filmmaker mangerà per 30 giorni a colazione, pranzo e cena da McDonald's.
"Mettetemi all'ingrasso!" esclama in edizione italiana. In originale la frase è: "Super size me!".
La grande abbuffata
Morgan è un bel ragazzone nativo del West Virginia. Ha i baffoni da cowboy e una statura imponente da 188 cm. Saranno tre i medici che lo seguiranno nella sua folle dieta filmata: un cardiologo (signore brizzolato perbene; sembra il critico cinematografico Leonard Maltin), una gastroenterologa (brunetta occhialuta parecchio seria) e un medico generico (Daryl M Isaacs: insieme a Spurlock la vera star del documentario perché ha un look in totale controtendenza rispetto alla professione; in poche parole: pare avere una salute pessima). Mentre i medici lo seguono e la fidanzata Alexandra Jamieson (vegana) gli prepara l'ultima cena sana a base di verdure... Morgan è ormai pronto a "un mese di bagordi da McDonald's" come dice il mitico Dottor Isaacs. Per 98 minuti di film vedremo Spurlock procedere nella sua missione alternando le riprese dei pasti ad interviste a varie persone collegate alla ristorazione Usa (c'è un interessantissimo segmento dedicato alle mense studentesche). Immediatamente si palesa il grande villain del film: il menu Super Size che, vuoi o non vuoi, viene subdolamente consigliato dai cassieri di McDonald's con un fare tra il distratto e il truffaldino. Morgan mangia in vari Stati spostandosi, cominciando a sentire quelli che chiama McSudori e fin dai primi giorni dice di sentirsi un po'... McPazzo. Nell'ordine e nel corso dei 30 giorni di dieta McDonald's: vomiterà (all'inizio), avrà mal di stomaco, sentirà un'oppressione al petto, una leggera depressione, nervosismo, stanchezza, disfunzioni erettili (la fidanzata si lamenta che non fa l'amore più come una volta e solo in una posizione: lei sopra e lui sotto), ipertensione, dipendenza psicologica da McDonald's (era un interessante aspetto del bellissimo Fast Food Nation di Linklater in relazione alle sostanze chimiche usate per "drogare" i panini), difficoltà respiratorie, palpitazioni. Alla fine Morgan Spurlock... è letteralmente un altro uomo. Più grasso, più triste, più debole.
Morgan Detox Diet
Prima che la fidanzata lo metta a una rigorosa dieta disintossicante, Spurlock analizza il suo corpo dopo rispetto al prima: è ingrassato 11 chili in 30 giorni e avrà bisogno di ben 5 mesi per perdere 9 chili. Il documentario ha usato molta ironia (ottima la colonna sonora satirica con pezzi come Fat Bottomed Girls dei Queen o Pusherman di Curtis Mayfield) e ha cercato di raggiungere due traguardi irraggiungibili: parlare con Jim Cantalupo CEO di McDonald's Corporation (sarebbe morto un mese prima della distribuzione in sala Usa del film) e, proprio attraverso tentativo di raggiungere Cantalupo al telefono, provare ad arrivare ai livelli di sublime, tragica ironia del Michael Moore di Roger & Me, documentario capolavoro del 1989 in cui Moore provava disperatamente a parlare con Roger Smith, CEO della General Motors.
Conclusioni
Super Size Me ottiene molto in quel formidabile 2004. Dopo un'accoglienza esaltante al Sundance Film Festival, dove il film vince il Directing Award nella sezione Documentari, arriva la nomination come Miglior Documentario all'Oscar 2005 (perde contro Born Into Brothels: Calcutta's Red Light Kids di Ross Kauffman e Zana Briski). La pellicola incassa 20 milioni di dollari in tutto il mondo a fronte di un budget di 65 mila dollari (!!). McDonald's decide di ritirare il menu Super Size dalle loro offerte (il documentario porta a concreti cambiamenti sociali). Morgan Spurlock e la bella fidanzata Alexandra Jamieson si sposeranno nel 2006 per poi divorziare nel 2011 (hanno avuto un bambino). Spurlock, diventato improvvisamente un documentarista di grande successo, continuerà da quel fatidico 2004 una carriera molto interessante anche se non più ai livelli di successo di Super Size Me. Sarà attivo sia dentro il cinema che per la televisione, perderà parecchi capelli e arriverà a dirigere nel 2013 il gradevole documentario musicale su una certa boy band intitolato One Direction: This Is Us.
L'ultimo lavoro è singolare: Rats (2016). Il soggetto sono proprio loro... i topi.
Ci vuole stomaco.
Ma Super Size Me ci ha insegnato che Morgan ce l'ha.
Bello grosso.