Bad School - Strade Perdute, di David Lynch
Il Bad School della settimana è Strade Perdute, settimo lungo per un David Lynch all'epoca in crisi con Festival, pubblico e stampa. Ma la riscossa è vicina.
Lost
Chi mai avrebbe potuto accostare David Lynch alla popstar Michael Jackson o ai brand Calvin Klein, Barilla, Adidas, Alka-Seltzer o Playstation 2? Tra il 1988 e il 2002 il nostro si scatena con la pubblicità come, ma soprattutto di più, rispetto al suo punto di riferimento Federico Fellini. Per Jackson realizza un teaser per l'album Dangerous del 1993. Qualcosa si è incrinato nella marcia trionfale dell'ex artista disturbante ora diventato icona pop. Dopo la seconda stagione di Twin Peaks in tv (che aveva affossato Fuoco Cammina Con Me; oggi è chiarissimo) e dopo l'accoglienza al vetriolo per Fuoco Cammina Con Me in Concorso a Cannes, il nostro prova a mettere in piedi nuovi serial tv con Mark Frost. Non ci riesce. Sia On The Air che il progetto Hotel Room non escono fuori come dovrebbero. Arriva una nuova collaborazione con il Gifford di Cuore Selvaggio.
Il noir si intitola Strade Perdute. Pare proprio autobiografico.
Stile
Lynch amava il termine “lost highway” presente nel vocabolario, e mondo narrativo, di Gifford. E se ci perdessimo durante il corso della nostra corsa in autostrada? Il film è un'anticipazione più acida e oscura di Mulholland Drive: due parti, due identità, due fasi della vita, due amnesie, due protagonisti. Potremmo trovarci in un punto della nostra vita in cui desideriamo imboccare la deviazione dalla strada maestra per arrivare a una piccola casa nel deserto. Un sassofonista e un meccanico... possono essere la stessa persona? C'è il gangster (Robert Loggia), la femme fatale (Patricia Arquette), l'entità oscura da Loggia Nera (Robert Blake irriconoscibile nei panni dell'Uomo Misterioso prima delle note vicende con la giustizia) e un avvicinamento all'industrial metal dei Nine Inch Nails in colonna sonora, affiancati al fedelissimo Angelo Badalamenti. Oggi più che mai Strade Perdute pare descrivere perfettamente quell'epoca lynchiana: un rifiuto del mainstream (troppo pop gli ultimi anni per Lynch?) sia nel casting che nello svolgimento e una voglia di sentire dolore affidandosi a giovani post punk come Trent Reznor e Marilyn Manson (appare brevemente come attore per il suo primo film).
Conclusioni
Il regista riprende i fan duri e puri (fioccano paragoni con Eraserhead), non infiamma i critici (non vi diciamo cosa pensi Roger Ebert del film perché forse lo potete intuire), non impatta i Festival (viene visto al Sundance 1997 ma non in anteprima mondiale perché è già uscito nel paese co-produttore ovvero la Francia), zero premi, pochissimi soldi di incasso. Strade Perdute è un film a lungo termine. Sia perché sembra il fratello meno commerciale di Mulholland Drive (2001) sia perché, oggi come oggi, è molto cresciuto dentro la filmografia di Lynch attraverso qualche lavoro critico e riconoscimenti tardivi. Ad esempio: Strade Perdute diventa nel 2003 un'opera teatrale. Il decennio dei '90 è stato bipolare per Lynch. Grandissimo successo e brutte sconfitte. Servirebbe chiuderlo con l'ingrediente più sorprendente che l'artista potrebbe usare per spiazzare tutti: la semplicità della commozione.
Insomma... Una Storia Semplice.