Bad School - Point Break, di Kathryn Bigelow
Il Bad School della settimana è Point Break di Kathryn Bigelow. Era meglio il Bodhi di Patrick Swayze o quello di Edgar Ramirez per il remake ora in sala?
Dipendenze di Kathryn
Amicizie pericolose con vampiri (Il Buio Si Avvicina), motociclisti (The Loveless), tentazioni sessuali contrarie al senso del dovere (Blue Steel - Bersaglio Mortale), smettere di preoccuparsi ed amare la bomba (The Hurt Locker), Osama Bin Laden (Zero Dark Thirty), trip mentali in conflitto rispetto alla realtà dei fatti (Strange Days), la Banda degli Ex Presidenti (Point Break). Tutto il cinema della sessantacinquenne Kathryn Bigelow è domare l'onda e non farsi travolgere dalla marea di emozioni, pulsioni, ossessioni e contraddizioni che i suoi protagonisti, puntualmente, incontrano nella vita. Eroi ed eroine sono spesso indipendenti da un punto di vista ideologico ma dipendenti a livello chimico rispetto a quegli elementi in grado di alterare il loro equilibrio psicofisico. In poche parole, tutti i suoi protagonisti sperimentano nei film una nuova o vecchia "droga" da assaggiare, i cui effetti saranno decisivi per il resto della loro vita.
Nel 1991 la droga si chiamava bodhisattva.
Bodhisattva
Sarebbe diventato il perfetto film-passaggio dall'action movie grossolano anni '80 a una certa raffinatezza cinefila anni '90È colui che si risveglia o che riceve l'illuminazione secondo la dottrina buddista. E' il soprannome, accorciato a Bodhi che la comunità di surfisti ha dato al loro leader Patrick Swayze in Point Break, terzo lungometraggio diretto da Kathryn Bigelow e prodotto dall'allora marito James Cameron (i due divorzieranno dopo soli ventiquattro mesi di matrimonio proprio nell'anno di distribuzione del film). Il rookie dell'Fbi ex campione universitario di football Johnny Utah (Keanu Reeves) spara in slo mo e non sbaglia un colpo sotto la pioggia dell'addestramento di Quantico. Nel frattempo, grazie a un montaggio alternato già molto bello, vediamo nei primi minuti del film un surfista anonimo (potrebbe essere proprio Bodhi) cavalcare le onde immerso in un caldissimo tramonto arancione. L'agente Fbi spara rumorosamente sotto la pioggia mentre il surfista cavalca con grazia l'oceano illuminato da una dolcezza crepuscolare. L'amicizia pericolosa tra l'agente Utah (uno Stato fisico degli Usa) e il surfista rapinatore di banche Bodhi (uno stato mentale dell'uomo illuminato dal risveglio) sarà il centro del film. Utah verrà accecato dallo stile di vita di quel surfista filosofo spiritoso, il quale si finanzia la dolce vita sulla spiaggia sua e dei suoi sodali rapinando 30 banche in 3 anni in meno di 90 secondi con indosso le maschere degli Ex Presidenti Ronald Reagan, Richard Nixon, Lyndon Johnson e Jimmy Carter. Questi esuberanti rapinatori non hanno mai fatto del male a nessuno anche perché non puntano mai al caveau (leggi: non sono schiavi del capitalismo) accontentandosi del cash degli sportelli. Utah si infiltrerà tra loro e li conoscerà meglio. Li amerà a tal punto da arrivare a proteggerli o reagirà alla loro spensieratezza radicale e addominale con una ancora più radicale scelta di severità sociale in base alle leggi che una comunità ha scelto di darsi e che lui, in quanto poliziotto federale, deve far rispettare? Sarà leale allo Stato politico nonostante le figure autoritarie che lo guidano (il suo capo dell'Fbi non è un simpaticone grazie alla faccia ostica del caratterista feticcio di Oliver Stone John C. McGinley) o preferirà prestare giuramento a un nuovo stato morale indicatogli dal bodhisattva incontrato durante il suo percorso?
Una donna e un mentore saranno decisivi.
Tyler
Rispetto alla Samsara (Teresa Palmer) del bruttissimo remake (Samsara come la realtà apparente che inganna inizialmente Neo in Matrix e quindi già dal nome un personaggio che dichiara la sua inconsistenza femminile se non addirittura totale inesistenza), la Tyler Endicott di Lori Petty ha un peso e presenza essenziale nel film del 1991. Intanto è lei a recuperare Utah dalle profondità dell'oceano (nel remake è il Bodhi di Edgar Ramirez a riportare in superficie il corpo affondato di Johnny) e poi osservate come la osserva la Bigelow. Molto erotica nella sua spensieratezza di veloci e semplici gesti femminili la sequenza in cui la inquadra mentre Tyler si veste di fretta sulla spiaggia togliendosi il costume e infilandosi i calzoncini jeans. Sarà lei a portare via Utah dal testosterone maschile di discorsi senza capo né coda di surfisti che vogliono morire giovani (nel remake molta più mestizia grazie alla rappresentazione di questa squadra di insopportabili monaci ambientalisti alla ricerca del superamento delle fantomatiche Otto prove di Ono Ozaki). Sarà lei ad essere tempestata di baci sulla spiaggia da Johnny (un risveglio molto tenero da vera coppia nascente) e sarà lei a dimostrargli quanto la supremazia addominale di Bodhi sia scevra dalla vera purezza di spirito visto che la banda userà il suo corpo di donna per ricattare Johnny non avendo alcuno scrupolo, eventualmente, a sacrificare la sua vita. Anche se si chiama come un uomo, Tyler non fa parte di quella gang di uomini. Una sua ex relazione con Bodhi, inoltre, potrebbe penalizzarla parecchio. Parafrasando la brillante lettura di Top Gun da parte di Quentin Tarantino (il conflitto del Maverick di Tom Cruise nello scegliere l'omosessualità o l'eterosessualità), ecco un altro grande film mainstream nordamericano che presenta l'eroe di fronte a una scelta: preferisci la donna che sembra un maschietto o il gruppo di maschi che sembrano più simpatici di quello che in realtà sono?
Pappas Reale
Allucinante quello che fanno a questo personaggio chiave nel remake di Ericson Core attualmente in sala. Nell'originale è il collega "senior" di Utah con Gary Busey e la Bigelow bravissimi a caratterizzare perfettamente il ruolo creando un link con Un Mercoledì Da Leoni (1978) in cui Busey cavalcava le onde diretto dall'ex surfista soprannominato The Viking John Milius cercando di evitare il Vietnam fingendosi pazzo (il Pappas di Point Break in Vietnam, invece, ci è stato sul serio). E' Angelo Pappas colui che pensa che la garrula Banda degli Ex Presidenti (deprimente che nel remake ci sia solo un velocissimo rimando a George W. Bush e al suo tanto sfottuto: "Mission Accomplished") siano dei surfisti. E' Pappas che salta all'improvviso sulla scrivania Fbi mimando il "surfing". E' Pappas che scopre al volo come Johnny abbia sparato in aria senza voler colpire volutamente Bodhi (Hot Fuzz di Edgar Wright farà un bellissimo omaggio a quella straordinaria rappresentazione della frustrazione maschile in chiave action movie) dopo un folle inseguimento in mezzo alle case della middle-class losangelina ammiccante ad Arizona Junior (1987) dei Coen. E' Pappas che aiuta e "cazzia" con amore Johnny durante tutto il film. E' sempre Pappas, infine, a sacrificarsi per la recluta dandogli l'ultima grande motivazione (insieme alla violenza subita da Tyler) circa la scelta da fare riguardo Bodhi e la sua banda. Perché, dunque, il Pappas di Ray Winstone del remake ci ha così tanto indignato? Perché è un pigro poliziotto di stanza in Francia con baffetti da cretino e un atteggiamento molto poco interessato sia all'indagine che al freddissimo Utah di Luke Bracey. Busey è incredibile nel ruolo ed osservate come riesca ad inserire un'espressione, un movimento, un'intenzione, un aspetto epico in qualsiasi cosa faccia. Anche quando chiede a Utah di andargli a comprare due panini di polpette... Pappas è bigger than life. Meraviglioso.
Conclusioni
Il bodhisattva si sarebbe in realtà rivelato prima Bodhi e poi body (molto interessante l'ambiguità linguistica legata alla parola inglese dell'identità superficiale della nostra presenza nel mondo rispetto all'opposta interiorità buddista) eppure, nonostante la demistificazione nei confronti del carismatico ma mefistofelico santone (Bodhi si rifiuta di seppellire un suo compagno dimostrando, come ci insegnano The Revenant e Il Figlio di Saul attualmente in sala, come sia disumano l'uomo che nega a un suo simile la degna sepoltura), Utah gli concederà nel famoso finale il beneficio di uscire di scena senza le manette ai polsi e con il privilegio di perdersi dentro la Grande Onda di Bells Beach in Australia. Johnny rinuncerà al distintivo mentre Tyler lo aspetterà fuori campo.
L'arrivo di Point Break fu sensazionale. Sarebbe diventato il perfetto film-passaggio dall'action movie grossolano anni '80 a una certa raffinatezza cinefila anni '90 (il collegamento grazie a Busey con il cinema della New Hollywood è essenziale) dimostrando la capacità di Kathryn Bigelow di sguazzare dentro l'area dell'amicizia pericolosa facendo vivere ai tanti maschi del pubblico il conflitto in primissima persona.
Ciò che ci eccita in Point Break, potrebbe anche manipolarci e ucciderci.
È la pulsione di morte tipicamente maschile contrapposta alla saggezza conservativa del femminile.
Fu la definitiva rivelazione del talento registico di colei che sarebbe diventata la prima e unica donna nella Storia a vincere Miglior Regia all'Oscar.
Sarebbe accaduto ben 19 anni dopo l'uscita in sala di questo capolavoro e ovviamente ci riferiamo allo straordinario ed inaspettato vincitore Oscar del 2010 The Hurt Locker contro Avatar dell'ex marito James Cameron.
Anche quello, per la formidabile Kathryn, sarebbe stato un esaltante point break dentro la sua adrenalinica filmografia.