Bad School - Metropolitan, di Whit Stillman
Il Bad School della settimana è il primo film del regista di Amore e Inganni Whit Stillman: Metropolitan. Era il 1990 e arrivò subito una nomination all'Oscar
Zeitgeist
Già nel fortunato esordio di Whit Stillman Metropolitan (1990) l'inglese Jane Austen faceva la parte della leonessa ben 26 anni prima che il regista nativo di Washington adattasse con risultati eccellenti il di lei romanzo epistolare Lady Susan nella sua quinta regia Amore e Inganni, attualmente in sala. Era il 1990, era un momento di passaggio interessante nel cinema nordamericano ed era l'epoca del ritorno prepotente dell'autorialità e del potere della parola dopo la vittoria a sorpresa della Palma d'Oro a Cannes da parte dello Steven Soderbergh di Sesso, Bugie e Videotape (1989). Chiunque avesse una bella penna per i dialoghi poteva sfondare in quel periodo pre-cgi, pre-golden age della tv (David Lynch stava cambiando per sempre il piccolo schermo con Twin Peaks) e pre-predominio del cinefumetto in versione franchise. Giovani aspiranti filmmaker potevano vincere Palme d'Oro, cominciare carriere, incassare belle cifre al botteghino o essere addirittura candidati all'Oscar con minuscoli film a bassissimo budget in cui i personaggi, semplicemente, parlavano tra loro senza scene d'azione, horror o alcuna presenza di effetti speciali o star.
I nomi di questi giovani autori erano, appunto, Steven Soderbergh, Kevin Smith, Alexander Rockwell o Quentin Tarantino (lui cercava addirittura di trasformare la nicchia in mainstream).
Tra loro c'era anche un certo Whit Stillman. Il suo Metropolitan fu nel 1990 una vera e propria rivelazione. Ma di cosa stiamo parlando?
Jane Austen prima di Jane Austen
Un gruppo di ventenni altolocati di Park Avenue passa le vacanze natalizie dopo il primo anno di college chiacchierando del più e del meno e facendo le ore piccole nei rispettivi appartamenti dopo aver partecipato la sera ai balli delle debuttanti in società. È un'atmosfera rétro già molto alla Jane Austen ma a questo aggiungeteci anche il fatto che i giovani newyorchesi del film spesso indossano smoking o elaborati vestiti da sera e ogni tanto parlano di romanzi come Persuasione o Mansfield Park. Siamo nella Grande Mela di fine anni '80 ma sembra effettivamente di stare in quell'Inghilterra di fine '700 così ben raccontata, dal punto di vista femminile, dalla grande Austen.
I protagonisti si chiamano Tom e Audrey.
Sally Fowler Rat Pack
È questo il nome che la comitiva si è dato in omaggio alla combriccola di nottambuli capitanata da Frank Sinatra e Dean Martin nei primi anni '60. Ne fanno parte rampolli dell'alta società ricchi, piuttosto colti (citano Buñuel, Fourier e leggono Il Tramonto Dell'Occidente di Spengler), sempre senza genitori tra i piedi (tranne due personaggi le cui madri fanno ogni tanto capolino) e in quella fase della vita in cui stai per lasciare gli amici di sempre per avere le tue prime forti esperienze individuali. Tanti film hanno raccontato questo delicato momento di disgregazione dell'ancestrale comunità amicale, da Ecce Bombo (1978) di Moretti a Clerks (1994) di Smith passando per I Vitelloni (1953) di Federico Fellini. Se Jane Austen assumeva sempre il punto di vista femminile, Stillman, pur avendo un debole per le donne come dimostrato dai successivi film della sua scarna ma qualitativamente alta filmografia, costruisce in questo suo debutto un alter ego di nome Tom Townsend, ex altolocato con più problemi economici rispetto agli altri del gruppo perché i suoi hanno divorziato e lui è rimasto con la mamma non abbiente mentre il papà ricco è pronto a rifarsi una vita con un'altra donna. Tom sembra apparentemente odiare le feste e l'ambiente alto borghese che frequenta quando poi in realtà, con il passare delle serate, risulterà esserne il membro più fedele, organico e rilassato. Audrey Rouget, dolce e ipersensibile (la vedremo a inizio film essere rincuorata dalla mamma dopo che il fratello l'ha fatta piangere) ha un debole per Tom e lentamente riuscirà a penetrare nel suo cuore (lui all'inizio ha una cotta per la più disinibita Serena) tra una discussione su Jane Austen (lei la ama e lui no... ma si scoprirà che non ha letto nemmeno un libro!) e un crudele gioco della verità alla Perfetti Sconosciuti che metterà in crisi la comitiva rivelando a tutti le rispettive ipocrisie. Accanto a Tom e Audrey, di fatto i protagonisti della pellicola, spiccano il nerd che pontifica su qualsiasi argomento Charlie e il dandy dalla lingua lunga Nick. L'inizio dell'amore è forse la fine dell'amicizia? Il film parla di questo e si chiude citando espressamente due film di François Truffaut. C'è un freeze frame come nella chiusa de I 400 Colpi (1959) con dentro l'inquadratura due uomini e una donna insieme come nei momenti più sereni di Jules e Jim (1962).
Conclusioni
Charlie (Taylor Nichols) e Nick (Chris Eigeman) funzionano così tanto che Stillman li promosse a protagonisti del suo successivo Barcellona (1994). L'Ed Clements del sensibile Tom Townsend lasciò di fatto la carriera attoriale perché folgorato dal richiamo di Dio. Carolyne Farina fu scelta da Scorsese per L'Età Dell'Innocenza (1993), tornando in altre pellicole di Stillman come The Last Days of Disco (1998; nello stesso ruolo di Audrey Rouget) e Damsels In Distress - Ragazze Allo Sbando (2011). Nessuno degli attori di Metropolitan è diventato una star riconoscibile (quelli con la carriera più strutturata sono Nichols ed Eigeman) e questo forse non fa che dare ancora più valore al primo film di questo sensibile regista americano, maestro della chiacchiera di salotto.
Tutti sembravano autentici così come un film che anche oggi appare ancora bellissimo anche perché nessuno di quel cast ha di fatto sfondato.
Lasciando il Sally Fowler Rat Pack, nella Storia Del Cinema, come un qualcosa di assolutamente unico.