Bad School - Le Streghe di Eastwick, di George Miller
Il primo Bad School ricorda un film di George Miller del 1987 con Jack Nicholson: Le Streghe di Eastwick. Il regista di Mad Max Fury Road aveva 42 anni
Prima di lasciarvi alle parole partorite da Francesco Alò e la sua qwerty, vi rubo solo qualche istante per presentare a tutte e tutti voi la nuova rubrica di BadTaste inaugurata con l'arrivo nei cinema di Mad Max: Fury Road.
Che noooooia!
La prossima settimana sarà la volta di Tomorrowland - Il Mondo di Domani, ma l'argomento della "Seconda Lezione" è ancora avvolto dal più totale mistero.
Seguiteci e scoprirete di cosa parleremo. Anche perché siamo gli unici prof. che poi non vi rompono le scatole chiamandovi alla lavagna per interrogarvi!
Andrea Bedeschi, Managing Editor
Un lupo mannaro australiano a Eastwick
George Miller era già atterrato a Hollywood chiamato da John Landis e Steven Spielberg per l'episodio forse più adrenalinico e scalmanato del film collettivo Ai confini della Realtà (1983), omaggio alla serie tv ideata da Rod Serling . Stiamo parlando di Terrore ad Alta Quota dove John Lithgow è convinto di vedere un gremlin sull'ala di un aereo dove sta viaggiando come passeggero. Quell'esordio fu promettente perché per molti, quasi tutti, il corto di Miller fu il secondo migliore dei quattro componenti l'omaggio a Serling dopo Prigionieri di Anthony di Joe Dante. Dopo essere tornato in Australia per Mad Max Oltre la Sfera del Tuono (1985) ecco che Hollywood rivuole Miller per un'operazione più che prestigiosa: adattare un romanzo del 1984 di un premio Pulitzer (Le Streghe di Eastwick di John Updike) con il cast dei cast per il 1987. Le tre donne protagoniste (nel romanzo, più duro, sono streghe consapevoli degli anni '60 sfidate e in un certo senso sconfitte da un maschio demoniaco) sarebbero state l'ex cantante slanciata e lanciata da Silkwood (1983) Cher (avrebbe vinto l'Oscar quello stesso anno per Stregata dalla Luna), la veterana già nominata per Atlantic City (1980) Susan Sarandon e la nuova biondina dalle labbra carnose Michelle Pfeiffer esplosa con Scarface (1983) e Ladyhawke (1985). E poi lui: il gran maestro dell'arcata sopraccigliare Jack Nicholson (già con due Oscar a casa per Qualcuno volò sul nido del cuculo e Voglia di tenerezza). Il film, rispetto al romanzo di Updike, sarebbe dovuto essere più leggero (le tre sono streghe inconsapevoli alle prese con un demone evocato per sbaglio) e molto potente nell'effettistica speciale. Leggenda vuole che Miller, dopo la luna di miele con Hollywood cominciata ai tempi di Ai confini della realtà, non se la passò affatto bene con la produzione. Forse l'australiano con i suoi effettacci superiori in potenza e complessità anche a Robert Zemeckis, mise paura alla Warner Bros. Forse la sua estraneità a quel mondo si fece sentire con forza per la prima volta dopo i consensi ottenuti per quel corto dentro Ai Confini della Realtà. Fatto sta che Le Streghe di Eastwick fu una produzione molto travagliata e Miller soffrì le pene dell'inferno per portare a casa il film come lo voleva lui. Fortunatamente, ebbe un alleato.
Un demone di nome Daryl Van Horn
L'attore protagonista difese il regista a spada tratta. Chi è Jack Nicholson in questo film? Evocato all'inizio della pellicola da una divertente serata dove tre amiche sfortunate con gli uomini (divorziata, abbandonata, vedova) bevono e scherzano fino al limite, Daryl Van Horn è un miliardario di New York con servitore altissimo (Fidel; ritroveremo Carel Struycken guardare dall'alto in basso un agente Cooper gravemente ferito nel serial tv Twin Peaks), vestiti eccentrici, molti soldi e un insaziabile appetito sessuale. Ma guardate come Nicholson lo interpreta: è anche un bambino (quando cade dalla sedia nella scena del concerto si tira su tutto agitato come qualcuno lo avesse scoperto con le mani nella marmellata), che si può prendere in giro (quando Cher gli dice che puzza, lo vedremo annusarsi quasi imbarazzato), che si può offendere, che non sa stirare le camice, che ci può rimanere male se le tre donne lo ignorano ("Io rivoglio indietro la mia famiglia!") e verso cui è possibile provare anche un pizzico di empatia come effettivamente fanno Alex (Cher), Jane (Sarandon) e Suki (Pfeiffer). Va eliminato, questo è certo. Ma potremmo ripensare a lui anche con il sorriso. Da questo punto di vista il film è tutt'altro che manicheo rappresentando una certa comprensione morale per l'immorale che nel cinema di oggi è abbastanza assente. Erano tempi più lascivi. Daryl è il diavolo? Troppo umorale e disattento per esserlo. E' più un demone di non elevatissimo livello (ecco perché sono riuscite a chiamarlo sulla Terra quelle streghe inconsapevoli) evocato dalle tre amicone. Daryl si può anche fregare perché è molto inesperto ("Tu non sai cos'è l'amore" gli dirà Cher per sentirsi rispondere da lui con il solito irresistibile candore isterico: "Ma posso imparare! Insegnami!"). Nicholson capisce perfettamente questo registro e la sua prova è sopraffina. Daryl vuole avere dei bambini dalle sue tre nuove mogli ma è un infante a sua volta. Si indigna perché ad Eastwick non si riesce a trovare del gelato e nonostante possa trasformarsi in un bruttissimo gigante animato dalla Industrial Light & Magic (cavolo: è identico a Nick Cave), può essere fatto letteralmente sparire dalle tre amiche una volta ritrovata la solidarietà femminile.
Da Le Streghe di Eastwick a Mad Max Fury Road
Potrà sembrarvi folle ma c'è un forte parallelismo tra questo buffo film fantastico con forti elementi di commedia e il nuovo capitolo delle avventure di Mad Max. Anche in questo film compare un uomo che vuole dominare la donna (il demone Daryl è però più simpatico e "umano" del disumano dittatore Immortan Joe) attraverso un gineceo da amministrare affinché possa ottenere dei figli dalle femmine del suo harem. Solo la solidarietà tra donne (il catalizzatore nell'ultimo e nono film di Miller è Charlize Theron mentre ne Le streghe di Eastwick è più un gioco di squadra) può sconfiggere i suoi piani folli. Pensate... già in un film diretto da George Miller del lontano 1987 vediamo delle donne incinte muovere guerra contro il maschio prevaricatore.
Curiosità e imprecisioni
Perché Fidel rimane con le tre amiche dopo la disfatta di Deryl? Se è l'aiutante di un demone... non dovrebbe scomparire con lui? Poi... una volta che le amiche hanno capito che Daryl è una creatura sovrumana in grado di manipolare la loro femminilità facendole risultare delle insensibili "slut"... perché sono attente a farsi ritrovare nella grande magione dopo che hanno operato un incantesimo su di lui? E' chiaro che Daryl tornerà a casa molto arrabbiato. Tutti questi sono leggeri difetti di sceneggiatura così come non è chiaro come le tre, a differenza del romanzo di Updike, riescano a compiere una magia così a caso all'inizio del film. Le Streghe di Eastwick è anche un classico racconto nordamericano su una "small town" (la finta Eastwick simil Salem) colpita da un grande cataclisma. La moralista della cittadina è una saporita Veronica Cartwright (sarà l'unica del cast originale a tornare in un tentativo di serializzazione del 2009 intitolato Eastwick), la quale però è un po' troppo macchietta e autoparodica per via di troppe citazioni e battutine che si rifanno alla sua prova in Alien. Delizioso invece Richard Jenkins in una serie di smorfie, tic e balbettii che danno grande gusto al suo Clyde Alden, marito della Cartwright. Di primissima qualità la gradevole colonna sonora di un John Williams parecchio scherzoso.
Curiosità: il film vede il ruolo di produttore esecutivo affidato a un giovane Rob Cohen. Sarebbe diventato un pezzo da '90 della Hollywood anni '90 diventando un regista di crescente successo con titoli come Dragonheart (1996) e Daylight - Trappole nel Tunnel (1996) per poi arrivare a dirigere il primo Fast and Furious (2001) e xXx (2002).