Bad School - La Cosa, di John Carpenter. The Hateful Eight parte da qui

Nel 1982 esce nei cinema La Cosa di John Carpenter. Neve, isolamento, sospetti e Kurt Russell protagonista. The Hateful Eight parte da qui

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Spoiler Alert

The Hateful Twelve

R. J. MacReady (versa del whisky dentro l'hard disk di un computer "donna" quando perde a scacchi), Childs (ha un temperamento incondizionatamente violento), Dr. Blair (il suo pessimismo apocalittico lo porta a sabotare la missione prima del tempo), M.T. Garry (è un cowboy pistolero affrettato quanto severo), Nauls (mette Superstition di Steve Wonder a palla e non abbassa il volume anche se glielo chiedono a gran voce), Fuchs ("vende" il suo capo Blair a MacReady con sospetta solerzia), Windows (non si impegna come dovrebbe alla radio, almeno secondo Garry), Dr. Copper (l'unico forse onesto fino all'ultimo quando tenta di salvare Norris con il defibillatore), Clark (più espansivo con i cani rispetto agli esseri umani), Bennings (querulo e lamentoso), Norris (fifone dal cuore debole), Palmer (insopportabile spiritosone sempre pronto a fumare enormi cannoni d'erba; ma quanta se n'è portata?).

Tranne il medico Copper... tutti gli altri membri dello U.S. Outpost 31 di base in Antartide nell'inverno 1982 protagonisti de La Cosa di John Carpenter... sono piuttosto odiosi. Che ci fanno in mezzo alla neve questi americani non simpaticoni?

Tanti i punti di contatto con The Hateful Eight di Quentin Tarantino

MacReady è l'elicotterista (un solido Kurt Russell che praticamente non parla nei primi 20 minuti del film), Childs fa il meccanico (un roccioso Keith David; saranno gli ultimi sopravvissuti come costante prova della preferenza di Carpenter per gli uomini d'azione rispetto agli intellettuali), Blair è il biologo capo, Garry occupa il ruolo di comandante della stazione, Nauls cucina, Fuchs è il biologo vice di Blair, Windows è il responsabile delle telecomunicazioni, Copper svolge il mestiere di medico, Clark si occupa dei cani, Bennings di meteorologia, Norris di geofisica e Palmer, infine, è l'assistente meccanico appassionato di marijuana.

Tanti i punti di contatto con The Hateful Eight di Quentin Tarantino. Ci sono cinturoni da cowboy (li indossa M.T. Garry), sombreri (li indossa MacReady), tempesta di neve, Ennio Morricone alla colonna sonora (non pervenuto a livello artistico; i sintetizzatori di Carpenter, invece, si riconoscono benissimo), isolamento in mezzo al nulla, linea di picchetti per camminare sicuri nel campo da un edificio all'altro durante la tormenta, Kurt Russell, due uomini esangui che chiudono la pellicola con lo humour di chi ormai non ha più nulla da perdere.
I link come vedete sono parecchi anche se questa, in teoria, sarebbe fantascienza.

Science Fiction / Double Feature

Science Fiction / Double Feature come canta Richard O'Brien nell'overture di The Rocky Horror Picture Show. E qual è il secondo spettacolo? L'horror. Liberamente ispirato al racconto del 1938 di John W. Campbell Jr La Cosa Da Un Altro Mondo a sua volta base della pellicola del 1951 firmata Christian Nyby e, non accreditato, Howard Hawks... il film di Carpenter fu un affascinante progetto in cui il grande regista americano decise volutamente di fare un film costoso, odioso e schifoso. Reduce dal nichilismo vincente del capolavoro di sci-fi metropolitana distopica 1997: Fuga da New York (quarto successone di seguito per lui dopo lo slasher Halloween, il televisivo Elvis con Kurt Russell e l'horror The Fog), Carpenter ci andò giù veramente pesante non facendosi intimidire, ma anzi usando a proprio vantaggio in chiave di budget, la prima possibilità di avere un suo film prodotto da una major come la Universal. Convinto del fatto suo e reduce da un incassone dopo l'altro, il pragmatico trentaquattrenne amante di Howard Hawks non inserì un finale più ottimista (che aveva comunque girato), infarcì la pellicola di paranoia ("Probabilità che uno o più membri dell'equipe possano essere contagiati dall'organismo estraneo: 75%. Previsione: se l'organismo estraneo raggiunge le zone civilizzate l'intera popolazione mondiale verrà contagiata"), creò un gruppo di 12 uomini non particolarmente simpatici, si lasciò andare al disfattismo politico ("Nessuno... si fida più di nessuno ormai") e calcò la mano sulla nostra incapacità di razionalizzare (la follia di Blair ricorda una reazione "lovecraftiana" all'orrore cosmico; Lovecraft è presente in tanto Carpenter da Il Signore del Male a Il Seme della Follia) e affrontare la serissima minaccia sci-fi che proviene rumorosamente from outer space come la prima inquadratura del viaggio dell'astronave ci ricorda.
Ma il film non stupì e non fu recepito come sci-fi (uscì in sala in Usa due settimane dopo il più ottimista E.T. di Steven Spielberg e nello stesso weekend del più romantico Blade Runner di Scott) ma piuttosto come horror.
Soprattutto grazie a un uomo.

Rob Bottin

All'epoca furono un vero e proprio shock visivamente così forte da mettere tanti critici, anche giustamente, sulla difensiva

Così esausto al make up da dover avere bisogno dell'aiuto di un altro genio come Stan Winston per completare le impressionanti creature prostetiche del film. Tra i dipinti di Francis Bacon e gli scioglimenti fisico-esistenziali di Salvador Dalí, i "mostri" del ventitreenne Bottin del 1982 sono davvero raccapriccianti anche davanti ai nostri occhi del 2016. All'epoca furono un vero e proprio shock visivamente così forte da mettere tanti critici, anche giustamente, sulla difensiva vista la sproporzione d'effetto all'interno della bilancia drammatica del film tra espressione (dei personaggi, della trama, della musica) e repulsione (quando Bottin scatena il suo macabro show davanti alla macchina da presa). Erano anni avveniristici per quanto riguarda il make up prostetico e certamente Alien (1979) di Ridley Scott aveva già sposato benissimo sci-fi e horror (tantissimi i punti di contatto anche tra La Cosa e il capolavoro di Scott del '79) dimostrando come si potesse far uscire all'improvviso un alieno da dentro un torace (in questo film, invece, sarà il busto di una persona a diventare una bocca aliena assassina). Ci trovavamo in un'epoca indimenticabile in cui Rob Bottin e Rick Baker si contendevano il record della prima trasformazione in diretta da uomo a lupo mannaro (prima ne L'Ululato di Dante o in Un Lupo Mannaro Americano a Londra di Landis?) per questioni di minuti se non secondi, mentre Sam Raimi inondava lo schermo di sangue in chiave slapstick ne La Casa (1981). Bottin face parecchia impressione con le sue facce urlanti mischiate tra loro così forti (c'è anche un pizzico de L'Urlo di Munch prima di essere ripreso dal Craven/Williamson di Scream) da essere usate anche come pubblicità e manifesto del film. Nel 1984 in Inghilterra avrebbero addirittura legiferato con il Video Recordings Act 1984 contro un certo tipo di cinema così violento. Noi contribuivamo parecchio con Fulci, Deodato e Argento ma certamente La Cosa (1982), inteso come prodotto Universal mainstream di larga distribuzione industriale, fece più scalpore ponendosi tra i protagonisti della rinascita splatter dei primi anni '80 portata poi avanti da Peter Jackson in Nuova Zelanda con i più lontani Bad Taste (1987) e Splatters - Gli Schizzacervelli (1992).

The Hateful Eight

Fu l'odioso ottavo film di John Carpenter, considerando anche i due lunghi per la tv Pericolo In Agguato (1978) ed Elvis (1979). Fu un flop stroncato anche dalla critica. Fu già all'epoca esente da difetti? No. Il film è pieno di difetti. Effettivamente la caratterizzazione dei personaggi non è eccellente ed effettivamente tutte quelle dissolvenze in nero non aiutano a seguire la trama in modo fluido. Troppo esibita poi la chiusa con il cane che va da Clark per "imboccare" lo spettatore circa il fatto che lui possa essere poi il primo contagiato dall'alieno (e poi quindi, consequenzialmente, troppo telefonata oggi la sorpresa che Clark NON sia stato contagiato). Troppo odiosi i 12 esseri umani? Sì. Tutto ciò deriva da Alien di Scott e da quella ciurma dell'astronave Nostromo così genialmente annoiata dal fare l'astronauta (e dire che era il sogno di tanti bambini del dopoguerra) e sempre pronta a far sentire le sue prosaiche ragioni sindacali. Certo... Carpenter spinge parecchio sull'odiosometro perché nel suo La Cosa non c'è nemmeno quel pizzico di amabilità e umanità affidata ai personaggi di Dallas (Tom Skerritt) e Ripley (Sigourney Weaver) anche in leggera ma gradevole tensione sessuale tra loro nel film di Scott. Qui ci troviamo davanti tutti maschi (l'unica donna è la voce degli scacchi al computer affidata all'allora moglie di Carpenter Adrienne Barbeau), tutti violenti, tutti stanchi, tutti antipatici, tutti alle prese con una forza aliena il cui atto più repellente... è voler somigliare a loro!
Ma a differenza di Tarantino, che ama così tanto i suoi otto protagonisti dell'ultimo film da affidare loro grandi entrate e maestose uscite di scena nonché momenti di spassionata umanità, John Carpenter dimostrò di non amare nessuno nel suo odioso ottavo film. Né i 12 americani di base in Antartide, né l'alieno trasformista.
E questa, ancora oggi, è una cosa cinematograficamente rivoluzionaria, coraggiosa... e bellissima.

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