Bad School - Incubi Notturni, di Cavalcanti, Crichton, Dearden e Hamer
Il Bad School della settimana è il "nonno" di Ghost Stories di Dyson e Nyman ovvero l'inimitabile Incubi Notturni di Cavalcanti & Co. Un horror inglese da antologia
The King
"Certo, esistono eccezioni alla regola. Se Racconti Dalla Tomba e The Vault Of Horror, riduzioni cinematografiche dei vecchi fumetti della EC, sono porcherie esecrabili, nel frattempo Robert Bloch sceneggiò La Casa Che Grondava Sangue e La Morte Dietro Il Cancello, film con una struttura a cornice per la medesima casa di produzione inglese dei precedenti, la Amicus. Questi ultimi due sono divertenti e per gli episodi Bloch si ispirò a suoi racconti originali. Ovviamente, il campione indiscusso di questo campo resta l'inglese Incubi Notturni del 1945, interpretato da Michael Redgrave e diretto da Robert Hamer, Alberto Cavalcanti, Charles Crichton e Basil Dearden".
Questa nota a piè di pagina (la numero 300 di Danse Macabre, Frassinelli, 2016) al suo necessario saggio sull'horror scritto e filmato, Stephen King la inserisce e scrive dopo aver lapidariamente affermato nel corpo del testo qualche centimetro più in alto: "La stragrande maggioranza dei film horror che sfrutta la struttura a cornice per accorpare tre o quattro episodi è di qualità discontinua o un fiasco totale". Poi però arriva la precisazione della nota a piè di pagina dove King è leggermente più indulgente con alcuni titoli della Amicus, cui noi aggiungiamo anche il divertentissimo Le Cinque Chiavi Del Terrore (1965).
Poi cita un "campione indiscusso di questo campo". È un film inglese del 1945 a episodi.
In Gran Bretagna li chiamano portmanteau.
6 Personaggi In Cerca Di Orrore
Quando l'architetto Walter Craig arriva nella magione di campagna dei Foley, è colpito da una sensazione di déjà-vu. È già stato lì in un sogno o meglio un incubo. Troverà ad attenderlo i padroni di casa (più la vecchia mamma di Mr. Foley) in compagnia di un pilota automobilistico, una giovane donna, una signora sposata e un noto psicanalista. Craig è così sconvolto che nemmeno stringe la mano agli astanti durante le consuete presentazioni (imperdonabile per l'etichetta inglese) subito stimolando la curiosità dello psicanalista che ovviamente non crede al sogno premonitore. Partirà allora a quel punto una vivace serie di raccontini da parte dei presenti circa l'assenza o meno del paranormale dalle nostre vite. Ci è mai successo qualcosa di assurdo? Abbiamo mai incontrato uno spettro? Siamo mai stati al centro di un evento inspiegabile armati con le sole armi della logica? Si apra il dibattito. Il pilota racconta una fatto legato alla predestinazione (episodio diretto da Dearden), la ragazza di un incontro con il fantasma di un bimbo (Cavalcanti), la signora sposata di uno specchio diabolico che stava facendo impazzire il marito (Hamer), il padrone di casa di un buffa maledizione accaduta a due suoi cari amici appassionati di golf (Crichton) e lo psicanalista Van Straaten... di un pupazzo di un ventriloquio sulla cresta dell'onda (Michael Redgrave, papà di Vanessa) dal brutto carattere, istinti omicidi e, forse, addirittura una volontà tutta sua. L'architetto Craig, un po' come se si trovasse con quasi 20 anni di anticipo dentro L'Angelo Sterminatore (1962) di Buñuel, a volte vuole andare via (ma non ci riesce), poi ride, si rilassa, discute con l'analista razionalista Van Straaten (sempre pronto a ricondurre ogni stranezza a traumi, fobie, rimozioni) e quasi dimentica tutte le sue preoccupazioni (come noi spettatori) prima di arrivare allo scioccante finale che stimolò un cosmologo di fama mondiale come Fred Hoyle.
Conclusioni
Era nato come un film senza grosse pretese ma divenne ben presto l'emblema di come anche il genere horror potesse risultare elegante, profondo e pure divertente (l'episodio dei due amiconi golfisti fu ispirato addirittura a una coppia di personaggi comici presenti ne La Signora Scompare di Hitchcock). Ecco una produzione Ealing che univa la classe surrealista di Cavalcanti (che meraviglia la sua regia precisa e tetra per l'episodio più terrificante ovvero quello del pupazzo del ventriloquo assai somigliante a Zac Efron e omaggiato da James Wan in Dead Silence e nella creazione di Annabelle), l'organizzazione di Dearden (autore anche della storia principale), lo humour di un giovane Crichton (a 78 anni avrebbe diretto Un Pesce Di Nome Wanda) e il gusto per il macabro di Hamer. Con l'eccezione di H.G. Wells e E.F. Benson, tutte le trame di Incubi Notturni sono frutto della penna di John Baines e Angus MacPhail. L'ottimo Ghost Stories di Jeremy Dyson e Andy Nyman riprende da questo capolavoro non solo l'elegante struttura ad episodi ma soprattutto il dibattito fisica vs. metafisico con addirittura un pizzico di cattiveria in più sul fronte anti-razionalista. Per Edgar Wright l'indimenticabile Incubi Notturni è al numero 9 come horror preferito mentre Martin Scorsese lo colloca al numero 11 della sua personalissima classifica di film di paura (James Halliday di Ready Player One non potrebbe fare lo stesso perché al numero 11 della sua classifica c'è Shining; chissà dove si trova Incubi Notturni). Stephen King lo cita come "campione indiscusso" mentre Jeremy Dyson e Andy Nyman lo scelgono come padre nobile (o meglio nonno nobile) del loro Ghost Stories con Martin Freeman.
Saranno passati ben 73 anni... ma Incubi Notturni è ancora oggi un film da sogno.