Bad School - Good Morning, Vietnam di Barry Levinson

Il Bad School della settimana è Good Morning, Vietnam di Barry Levinson. Musica e comicità durante la guerra in Vietnam grazie allo scatenato Robin Williams

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Formule

Ci era già riuscito molto bene tanto tempo fa Barry Levinson a portare il concetto di commedia militare dentro la sua filmografia seguendo la lezione di M.A.S.H. (1970) di Robert Altman ma con decisamente meno fiotti di sangue dentro l'inquadratura e un'idea di autorità meno assente. Era il lontano 1987 e ben 28 anni prima di inviare Bill Murray in Afghanistan per Rock the Kasbah, il regista di Baltimora oggi 72enne girò Good Morning, Vietnam in Thailandia ispirandosi alle gesta del vero dj Adrian Cronauer, il quale fu autore di un soggettino ispirato alle sue esperienze radiofoniche durante il servizio di leva in Vietnam nell'anno 1965 finito nelle mani di un Robin Williams ancora alla ricerca del primo grande successo al cinema dopo parecchi tentativi (Il mondo Secondo Garp, Mosca a New York, Tempi Migliori) e qualche fallimento (Popeye di Robert Altman e Club Paradise di Harold Ramis). La sceneggiatura di Mitch Markowitz fece del soggetto originale di Cronauer solo un vago ricordo prima che Williams, l'ex alieno di Mork & Mindy scoperto da Gary Marshall in una puntata di Happy Days, e Levinson, l'ex enfant prodige svezzato da Mel Brooks passato anche per la Amblin spielberghiana del cult movie Piramide di Paura (1985), riuscirono a costruire insieme una delle pellicole più amate della filmografia dell'attore suicidatosi nell'estate 2014, uno dei film più popolari di quell'anno (uscì nelle sale Usa a gennaio del 1988) e uno dei titoli più incisivi e forti di tutta la decade degli anni '80. Un film più ottimista che acre. Più crowd pleaser senza ritegno grazie alle gag spesso improvvisate da Williams come dj radio scherzoso che non un recupero amaro del conflitto vietnamita. Era un periodo in cui, tra il successo galattico di Platoon (1986) di Stone e l'arrivo dell'ultimo capolavoro Full Metal Jacket (1987) di Kubrick, assistevamo a un film o ambientato o ispirato alla Guerra del Vitetnam praticamente ogni settimana. Quali erano le caratteristiche peculiari di questo specifico prodotto audiovisivo Thouchstone Pictures animato dalla coppia Levinson/Williams?

Goooooooooood Morning, Vietnam!

Molta commedia antisistema mischiata a una love story + amicizia maschile in tempo di guerra. Il titolo è il saluto/introduzione alla trasmissione radio per le giovani truppe urlato a squarciagola dall'aviere Adrien Cronauer appena arrivato dalla Grecia (dove, parole sue, tutte le donne sembravano Zorba; la fame sessuale di Adrien è mostrata in modo poco convincente) in Indocina per condurre un suo show on the air a Saigon nell'anno 1965. L'esercito americano è lì già da un po' (dopo i francesi) e nei primi anni '60 si parla di "esclalation" militare (è un termine che vediamo scritto e quindi portato alla nostra attenzione in modo oggettivo come le irruzioni di parole nei primi film di Godard) in relazione a un conflitto che vedrà coinvolti gli yankee in appoggio al governo meridionale di Saigon fino al 1973 contro un Vietnam del Nord sempre più forte aiutato anche a Saigon tramite i guerriglieri vietcong più qualche aiuto da Urss e Cina. Levinson sceglie subito di fare le cose perbene citando apertamente M.A.S.H. di Altman con due idee semplici e ben realizzate: 1) si va a prendere il nuovo arrivato per portarlo al campo base con inquadrature larghissime che permettano allo spettatore di comprendere il contesto militare come accade all'inizio del film di Altman con l'arrivo di Donald Sutherland ed Elliot Gould (in questo caso è un giovanissimo Forest Whitaker che va a prendere Robin Williams arrivato dalla Grecia in aereo) 2) si inserisce Cronauer dentro un ambiente paramilitare (qui c'è la radio come mondo mentre in Altman c'è il pronto intervento medico alla E.R.) aspettando che il suo spirito anarchico lo faccia entrare in contrasto con i superiori generando il caos.

Guerre

In M.A.S.H. (pensate che Altman dovette ricorrere al trucco di ambientarlo nella Guerra in Corea del 1951 per via del fatto che il conflitto in Vietnam era ancora pienamente in corso e una major come la Fox aveva paura d'esporsi) la follia era esemplificata dalle inquadrature di un altoparlante le cui indicazioni agli abitanti del campo medico all'interno del quale si sarebbe svolto gran parte del film diventavano sempre più folli, nonsense e sconclusionate. Altman voleva una commedia crazy mentre Levinson cerca più una reazione di Adrian alla censura + la sua voglia di conoscere i vietnamiti animato dal desiderio sessuale (molto mal esposto attraverso la passione per una ragazza cui lui sembra preferire il fratello). Già in un'ottima intro vediamo dei microfoni e delle voci radiofoniche calme e rassicuranti diffondere notizie apparentemente senza senso ma con un good_morning_vietnamtono così rilassato da pensare di non trovarsi affatto in un contesto bellico. La musica anche deve essere calma, placida, quasi da sala d'attesa del dentista. Oggi si direbbe: lounge. Nella stazione radio dove Adrian lavorerà vediamo telescriventi che trasmettono incessantemente i lanci di agenzie news da diffondere via etere (è l'escamotage intelligente che permette di avere quell'effetto didascalico di avvertimento dello spettatore che ci ha fatto ricordare le scritte che ricorrevano spesso nei primi film di Godard) controllate da due inquietanti gemelli omozigoti (Don e Dan Stanton), i dischi che si possono mettere (Lawrence Welk, Jim Nabors, Mantovani, Percy Faith, Andy Williams, Perry Como... e "certe ballate di Mr. Frank Sinatra") e quelli che non si possono mettere (sostanzialmente: tutto il rock'n'roll compresi... i Beach Boys!), gli alleati del nostro eroe (tutti i suoi colleghi dj) e due ottimi villain con cui è divertente fare la guerra. Chi sono?

Gruppo Omega

Sembrano proprio usciti dal Gruppo Omega di Animal House (1978) per quanto sono spregevoli, cattivi e repressi. Oddio... forse il luogotenente Stephen Hauk (Bruno Kirby) ha qualche attenuante in più perché è più scemo che diabolico. Il compianto Kirby (scomparso nel 2006), prima di diventare "l'amico simpatico di Billy Crystal" dopo il successo di Harry, Ti Presento Sally (1989) e Scappo dalla città - La vita, l'amore e le vacche (1991), ci regala una prova perfetta per smorfie, battute, timing con Williams e look. Chi ama il Kirby accanto a Billy Crystal stenterà a riconoscerlo. L'altro cattivo è purtroppo un altro grande caratterista scomparso: J.T. Walsh (ci lascia nel 1998). Lui sì che, nei panni dello spregevole Sergente Maggiore Dickerson, sembra proprio quel fratello più grande del Neidermeyer di Animal House. E' interessante come in quel momento storico i realizzatori di Good Morning, Vietnam non vogliano creare un muro tutto contro lo humour liberal del personaggio di Cronauer. Ecco allora la discesa in campo del responsabile dei villain, nonché loro giudice morale, Generale Taylor affidato a Noble Willingham. Questo generale può essere contemporaneamente amico intimo di Richard Nixon e apprezzare la satira contro Richard Nixon. E' un repubblicano di larghe vedute dotato anche di notevole senso dell'umorismo che serve a Levinson & Co. per non demolire il concetto di autorità attraverso la figura del conservatore di mondo con un pizzico di liberal dentro di lui. Diciamo che il Robert Altman di M.A.S.H.... era meno conciliante da questo punto di vista. Ma quello era un film del 1970 (durante il conflitto del Vietnam) e questo del 1987 (durante il revisionismo del secondo mandato reaganiano circa un modo di rielaborare hollywoodianamente, e più pacificamente, il conflitto del Vietnam).

Testa On the Air

Un discorso duro però lo fa anche questo film apparentemente così dolce e spensierato, affidato a un Robin Williams francamente irresistibile e pronto a diventare beniamino delle masse per la sua contagiosa e amabile simpatia. Il discorso è simile a quello di Brazil (1985) di Terry Gilliam e ci piace assai: non puoi vivere con la testa tra le nuvole. Adrian Cronauer frequenta un ragazzino vietnamita di nome Tuan (pazzesca la prova di Tung Thanh Tran; sarebbe stata la prima e l'ultima) per poter arrivare alla sorella di lui (lì in Vietnam, a quanto pare, è peggio che nella Sicilia degli anni '50). Questa frequentazione con il piccolo Tuan gli permette di fare amicizia con i vietnamiti, di fare lo yankee che sa parlare con il diverso, di insegnare l'inglese a gente buffa in modo buffo comprese pure delle partite di baseball con la frutta e verdura del mercato al posto della palla. Tutto molto dolce, comico e affettuoso ma... Adrian sottovaluta fortemente la vera identità di Tuan, il suo dolore, la sua identità politica (diversa da quello dello yankee simpatico ma comunque invasore), la sua possibile voglia di lottare contro quegli americani che non sono proprio tutti simpaticoni come Robin Williams. Cronauer non vede Tuan. Non vede la sua storia. Questo è il lato di Good Morning, Vietnam che ancora oggi ci piace per l'intelligenza di Levinson e la critica che il film muove alla superficialità del suo eroico protagonista troppo egocentrico per capire cosa sta succedendo attorno a lui. Adrian imparerà sulla propria pelle, e nessuno potrà salvarlo (nemmeno il suo fan Generale Taylor; notevole lo scambio di battute tra i due su questo argomento), quanto sia fondamentale non stare troppo con la testa tra le nuvole, oppure on the air, quando hai a che fare con un altro popolo in una condizione di guerra. Levinson poteva inquadrare con ancora più forza questa sconfitta di Adrian per colpa del suo presuntuoso paternalismo (il sempre sottovalutato Tuan era in realtà un terrorista autore di attentati mortali per gli americani di stanza a Saigon) ma nei minuti finali, quando Adrian viene scaricato e di fatto trasferito per colpe gravissime, prevale la commozione della scena del saluto finale tra Williams e Forest Whitaker, il quale lo riaccompagna dove era andato a prenderlo a inizio film.

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