Bad School - Giorni Di Tuono, di Tony Scott
Il Bad School della settimana è Giorni Di Tuono di Tony Scott, il problematico melodramma sportivo nel mondo NASCAR con Tom Cruise, Nicole Kidman e Robert Duvall
O Top Gun in Race Cars. Così fu definito, anche giustamente, Giorni Di Tuono (1990) quando la critica Usa mise gli occhi sulla nuova creatura del trio Don Simpson - Jerry Bruckheimer - Tom Cruise. E quei giochi di parole già fecero capire subito che il film era stato considerato più un'operazione che non un'opera. Don Simpson e Jerry Bruckheimer, infatti, amavano presentare Top Gun (1986) -film che li rese produttori superstar dopo i successi già ottenuti con Flashdance (1983) e Beverly Hills Cop - Un Piedipiatti A Beverly Hills (1984)- come Star Wars On Earth. Se quindi Top Gun, quando veniva "pitchato", era già Guerre Stellari Sulla Terra, i giochi di parole Top Gun Su Quattro Ruote o Top Gun Nelle Corse Automobilistiche per descrivere Giorni Di Tuono... danno perfettamente l'idea di come per molti quel nuovo blockbuster uscito in sala il 27 giugno 1990 fosse stato subito percepito come l'imitazione di un'imitazione e quindi in piena zona trash (almeno di uno dei tanti significati della parola trash). Dov'è la verità? È vero che Giorni Di Tuono non ha la freschezza di Top Gun. Non si può definirlo fratello quanto piuttosto figlio di quel film con i caccia aerei. È anche vero che il protagonista Cole Trickle sembra il clone meno interessante di Maverick. Ma, dalla prospettiva del 2016, Giorni Di Tuono ha acquistato spessore (come tutta la filmografia del compianto Tony Scott) risultando oggi un'esperienza cinematografica che descrive bene un'epoca, o meglio forse la fine di un'epoca, e una metodologia espressiva e contenutistica cui abbiamo voluto dedicare questo Bad School nella settimana di uscita nelle nostre sale di Veloce Come Il Vento di Matteo Rovere, con Stefano Accorsi ex grande pilota GT diventato tossico. Da noi due fratelli, una famiglia da ricomporre e il campionato GT in un'Italia di provincia del 2016. Di là la Formula Tom Cruise (giovane ambizioso dal talento esplosivo ma ribelle) dentro le corse Nascar in un'America di bulloni e chiavi inglesi più che di bulli e pupe. Con un finale-finale forse enigmatico perché in totale contrasto con quelle macchine veloci come il vento tanto esaltate nei 107 minuti precedenti.
Un finale di corsa... ma senza quattro ruote. Ma prima di concentrarci sull'epilogo, meglio ricordare l'inizio.
Da un'idea di Tom Cruise
Giorni Di Tuono è oggi più che mai il film di passaggio da un epoca all'altra. È l'addio ai rutilanti e patinati anni '80, l'ultimo film della Formula Cruise (giovane ribelle dal talento esplosivo in lotta con il sistema e in cerca di un mentore) prima delle prove più mature dei '90 e forse il canto del cigno anche della coppia Simpson & Bruckheimer, secondo alcuni biografi mai più affiatata come un tempo dopo questo film dalla gestazione così problematica e litigiosa.
Ma di cosa parla Giorni Di Tuono?
Non solo Cars & Girls
Solo gare e ricerca del mentore per Cole? No. Gare, crescita professionale, distanziamento dal capitalismo selvaggio (tocco non male di Towne: l'onnipotenza e bulimia imprenditoriale del manager Tim Daland farà ribrezzo sia a Cole che ad Harry) e... amore per il femminile come portatore di dialettica e autoanalisi (il mentore serve a mettersi in forma; l'amore serve a mettersi in discussione). Infatti c'è anche...
Lei
Come la Kelly McGillis di Top Gun è più alta, più colta e più matura del personaggio di Cruise.
Nicole Kidman, già fidanzata e futura Signora Cruise proprio alla fine di quel fatidico 1990, è la Dottoressa Claire Lewicki, vittima di un equivoco non male grazie a formidabile gag comica in cui Harry inganna Cole coinvolgendo una finta poliziotta in realtà... particolare intrattenitrice.
La Lewicki invece è un vero medico e come tale tratta Cole con una certa sufficienza. Non è una semplice fantasia maschile (anche se i capelli ricci della Kidman sono SEMPRE delicatamente scomposti dal vento ogni volta che parla con Cole; subliminale ed esilarante) ma una tipa tosta che prima ci va a letto perché le va e poi, quando lui chiede che la cosa diventi più seria, lo brutalizza così: "Il controllo è un'illusione, egocentrico immaturo!".
Uno dei temi cardine di Veloce Come Il Vento è che il fratello tossico Loris (Accorsi) insegni l'importanza della perdita del controllo alla sorella perfettina Giulia (Matilda De Angelis) per guidare meglio nelle corse GT e per guidare meglio pure nella vita in generale.
Qui è la Lewicki che fa lo stesso tipo di discorso a Trickle, reo secondo lei di rimuovere la pericolosità delle corse e conseguentemente rimuovere la malattia di un caro amico ex nemico (grande Michael Rooker) con il quale si sfidava ovunque: in pista, fuori pista (macchine usate) e pure nei corridoi degli ospedali (con le sedie a rotelle!).
La donna-madre ricorda al wonderkid-maverick che negare la paura e la morte non è solo stupido ma... completamente folle.
Conclusioni
Grandi le sequenze in pista (Veloce Come Il Vento, da questo punto di vista, dà tutto sulla Italian Race finale) con tutto molto spettacolare e chiaro (Hollywood lavora così da sempre: la mossa finale con cui Cole frega Russ Wheeler a Daytona 500 è visivamente chiarissima e decodificabile pure da un eschimese).
Bellissimo il rapporto con la Lewicki tra tapparelle molto 9 settimane e 1/2, visite oculistiche sovvertite dall'eros (Cole non segue con la pupilla la torcia della Lewicki ma fissa lo sguardo improvvisamente su di lei; questo è cinema), momenti teneri a letto, processo di maturazione di Cole (i cazziatoni di Lei) e vittoria finale di entrambi (Lei andrà a vederlo in pista per farsi sporcare di grasso il viso eburneo).
Ma dov'è il vero cuore del film? In Cruise e Duvall.
Il giovane e il vecchio, il rischio e la saggezza, Cole Trickle e Harry Hogge.
Congelati in una corsa finale dove il ragazzo è felice di essere uscito da quell'abitacolo ("Sono fuori Harry!") per correre insieme verso il Futuro.
A piedi.