Bad School - Ghost In The Shell, di Mamoru Oshii
Il Bad School della settimana è il seminale anime giapponese Ghost In The Shell di Mamoru Oshii, in grado di influenzare Edward Snowden, Matrix e il live action con Scarlett Johansson
Mutatis Mutantis
Il "mutante" è un X-Men ma anche un progetto denominato Modello 2501 che in una città che passa dall'essere un conglomerato avveniristico di vetri lucenti slanciati verso l'alto a un intruglio di stradine tra palazzacci in cemento armato simile a un basso napoletano... viaggia fuori e dentro di sé. Come sapete il cartone animato orientale Ghost in the Shell ha influenzato moltissime creature occidentali in transizione fisica e morale. Edward Snowden lo adorava e lo vedeva, probabilmente, come la metafora perfetta di una rivelazione dietro la bugia governativa raccontata ai soldati in grado, sicuramente, di influenzarlo quando egli stesso decise di mutare la sua vita passando da fedele patriottico e spia Usa ligia al dovere a traditore degli Stati Uniti d'America attraverso la diffusione delle notizie riguardanti quei programmi di sorveglianza di massa utilizzati da Cia e Nsa che lo stesso Snowden non pensava potessero essere più taciuti all'opinione pubblica. Attualmente quel giovane genietto dell'informatica di educazione politica conservatrice (il film di Oliver Stone racconta bene il lato repubblicano del giovane Snowden) è considerato uno dei nemici più pericolosi e ricercati della nazione cui aveva prestato giuramento. Il figlio rispettoso è diventato un uomo ribelle ("Ora che sono un uomo, non mi servono più gli infantilismi" si sentirà in Ghost In The Shell). I fratelli Larry e Andy Wachowski, che presero da Ghost In The Shell salti dai grattacieli, cavi attaccati al collo, cifre che scorrono sullo schermo e non solo per il loro bellissimo Matrix (il cartoon di Oshii pullula di tanti uomini occhialuti e slavati identici nel look all'Agente Smith), sono passati dall'essere uomini all'essere donne (Lana e Lilly) rendendo Ghost In The Shell un testo organico al pensiero del transgenderismo (altra battuta emblematica del film di Oshii: "Perché ora non sono né la donna che era nota come il Maggiore, né sono il programma chiamato il Burrattinaio").
Da qualsiasi punto di vista lo vogliate vedere -estetico, politico o sessuale- questo film del 1995 ambientato nel 2029 ha fortemente influenzato il futuro di tante persone. Nasce tutto da un manga poi diventato un grande anime.
Animatrix
Il film che Mamoru Oshii trae dal manga del 1989 di Masamune Shirow è ancora oggi seducente. La città di New Port City fa da sfondo a questa avventura cyberpunk in cui il Maggiore Motoko Kusanagi (fa parte della paramilitare Sezione 9) è molto più alta e dai capelli più folti del suo corrispettivo live action Scarlett Johansson. Lo stile dell'acconciatura e la linea del corpo la fanno risultare un incrocio tra la rocker Chrissie Hynde, la star di Alien Sigourney Weaver e il sex symbol Sharon Stone. È un'amazzone mozzafiato in grado di gettarsi nuda dai grattacieli (con delle semplici calze bianche a metà coscia; un dettaglio erotico esilarante perché non c'è una ragione pragmatica per cui questo super soldato debba indossare quei collant così arrapanti), colpire dei bersagli mentre è in volo e usare contemporaneamente la mimetizzazione termo-ottica. Come da buona tradizione cyberpunk che si rispetti il film è pieno di vecchio e nuovo, carne e metallo, uomo e donna mischiati abilmente insieme. New Port City è grattacieli ma anche vicoli così come Ghost In The Shell è robot ma anche cani (il film di Sanders enfatizzerà il basset hound tanto amato da Oshii e presente anche in Avalon), dati informatici e libri, aerei giganteschi o elicotteri astronavi con sotto di loro vecchi camion della spazzatura o Lamborghini che sgommano o barchette a remi in rigagnoli d'acqua che sembrano putridi canali di scolo. Si cita la fantomatica Repubblica di Gavel e nonostante ci si trovi in Asia molti lineamenti dei personaggi sono totalmente caucasici (per non parlare della segnaletica in inglese per le strada) come anche un look da giacche e camice dei poliziotti molto simile alle divise cool di Crockett e Tubbs di Miami Vice. Il Maggiore Kusanagi è un cyborg con rapporto di amicizia senza tensione sessuale (nessuno prova desiderio erotico, carnale o robotico, in questo film) ma profondo rispetto e affetto con il collega gigantesco della Sezione 9 Batou (il videogame Duke Nukem prese ispirazione dal personaggio dei manga di Shirow) il quale ha dei "bottoni" supercool al posto degli occhi (nella versione live action di Sanders ci sarà l'interessante genesi di questo impianto oculare). Bisogna indagare circa un misterioso hacker di nome Burattinaio ma allo stesso tempo, in piena tradizione nipponica, la tensione di questa avventura fanta spionistica viene contaminata da espressioni buffe, vita quotidiana (c'è un bellissimo risveglio in appartamento del maggiore animato con placido realismo da Oshii), dialoghi che denotano voglia di onestà e limpidezza morale con in colonna sonora una musica magnetica firmata Kenji Kawai che fonde elettronico, tribale, percussioni, suoni del traffico e dissonanti melodie.
La rete è vasta e infinita
Internet stava muovendo i primi passi in quegli anni ma il nostro Burattinaio già navigava nel cyberspazio di qua e di là infiltrandosi per conto del governo ovunque e comunque. Ma mentre sono presenti delle cellule cerebrali nella corazza di titanio del corpo del Maggiore Kusanagi, come le dice teneramente Batou quando la vede sempre più confusa circa questo strano avversario sfuggente, il terrorista hacker, invece, è pura intelligenza artificiale in grado di copiare, al massimo, un'anima (ghost) mentre il suo corpo (shell) può variare costantemente visto che in questo futuro ognuno di noi è ritoccabile e potenziabile esternamente (nella Sezione 9 solo il nuovo Togusa e il vecchio capo Daisuke Aramaki non hanno i corpi protetti da garanzia vista la presenza di aggiunte robotiche create dalla corporation MegaTech).
Ma perché Kusanagi ha la sensazione che questo Burattinaio voglia mettersi in contatto proprio con lei?
Conclusioni
Due involucri di donna dal seno esplosivo si trovano stesi accanto sul fondo di una vecchia fabbrica abbandonata dove un blindo-ragno ha fatto il bello e cattivo tempo prima che Batou lo mettesse fuori combattimento con un lanciarazzi. È il grande finale del film in cui il Burattinaio, letteralmente a brandelli come Kusanagi, propone al Maggiore di fondere le loro esistenze in un unico, nuovo, corpo per creare un'entità in grado di essere finalmente libera da chi muove, realmente, i fili. Il Burattinaio ammette infatti di essere quel Modello 2501 concepito segretamente per azioni illecite da parte del governo (ecco perché la sua ribellione era parecchio scomoda). Esplode la rivelazione delle magagne di una nazione che mente ai suoi soldati e che collega Ghost In The Shell, in modo anche piuttosto incredibile se ci pensiamo, al futuro del suo ignaro fan del 1995 Edward Snowden (quando si dice il destino).
Questo film è il manifesto più pacifico e rilassato del transgenderismo e da questo punto di vista è ancora rivoluzionario. La fusione dei ghost di Burattinaio e Maggiore ha creato una nuova shell rimediata da Batou in fretta e furia al mercato nero: una bimba che guarderà dall'alto la città pronta a dominarla a modo suo mentre l'amico Batou continua a bere birra con enorme e spiritosa tranquillità nonostante tutto non sia più come prima.
È la calma orientale con cui si affrontano le metamorfosi fuori e dentro di noi nel bellissimo Ghost In The Shell.