Bad School - Explorers, di Joe Dante

Alla Bad School si studia Explorers. Nel 1985 tre ragazzini sognavano lo spazio come Casey in Tomorrowland. Li capitanavano Ethan Hawke e River Phoenix

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Siamo arrivati alla seconda lezione della nostra Bad School. Se vi siete persi la prima e se non sapete di cosa si tratti, potete recuperare cliccando questo link. Questa volta Francesco, prendendo come spunto l'uscita di Tomorrowland - Il Mondo di Domani, ci parla del classico firmato Joe Dante "Explorers".

Andrea Bedeschi, Managing Editor

Cosa vuoi fare da grande? L'astronauta

L'adolescente turbolenta interpretata da Britt Robertson in Tomorrowland non è l'unica a volere andare nello spazio come un'altra signorina del grande schermo vista ne non lontano 2014 ovvero la Murph di Interstellar. Erano già affetti dal morbo dello spazio tre maschietti di una cittadina nordamericana del 1985. Costoro avevano addirittura il privilegio di studiare in una high school intitolata all'animatore dei Looney Toones Chuck Jones. Quale regista sarebbe potuto essere così impertinentemente citazionista? Solo Joe Dante, il quale non a caso avrebbe poi diretto il film a tecnica mista Looney Tunes: Back in Action nel 2003. Ma torniamo ad Explorers. Era proprio Dante, celebrato da BadTaste.it nel 2014 in occasione dei 30 anni del suo capolavoro Gremlins, il regista di questa costosa favola fantascientifica per famiglie (25 milioni di dollari di budget dell'epoca erano tanta roba) intitolata Explorers. Fu delusione per gli incassi in sala ma poi seguirono amore, passione e culto in tutta la nuova vita home video e durante i tantissimi passaggi televisivi del film. Quella produzione travagliata schierava un trio di ragazzini veramente favoloso: il debuttante Ethan Hawke (il sognatore del gruppo Ben, con madre non troppo presente e padre completamente assente), il debuttante River Phoenix (lo scienziato Wolfgang con occhialoni da vista, cravatta d'ordinanza e caotica famiglia tedesca con padre inventore) e il non debuttante Jason Presson (il meccanico del gruppo Darren Woods, figlio di un padre alcolizzato e non particolarmente ricco). Nello spazio ci sarebbero voluti andare anche loro (soprattutto Ben) come la Casey di Tomorrowland decisa a non far smantellare la base di lancio di Cape Canaveral dove lavora papà. E sempre come Casey, il leader visionario del trio Ben riceve dei segnali (ma non una spilletta "magica") da qualcuno o qualcosa che vuole che lui assembli un'astronave e parta per un viaggio stellare. Ben sogna di volare per raggiungere lo spazio. Letteralmente.

Dick Miller è il George Clooney di Explorers

L'attore feticcio di Mr. Dante, reduce dal buffo patriota di Gremlins (1984), è in Explorers un mite agente di polizia pilota di elicottero della Davanna County (anche se il film è confuso e ogni tanto usa Davana County) circa di 57 anni (Miller è del 1928) all'anagrafe Charlie Drake. Costui ha fatto gli stessi sogni di Ben e infatti quando intercetta l'astronave del trio nei cieli della loro città natale sarebbe più interessato a incontrarli e parlarci che non arrestarli o castrare le loro folli imprese. Miller è molto tenero nel film (bello il suo storidmento e senso di inadeguatezza rispetto al copilota) e quando incontra Hawke per strada vorresti gridare al piccolo Ethan: "Ma portatevelo con voi nello spazio quell'adorabile vecchietto!". E così sarebbe forse potuto e dovuto essere visto che si sente clamorosamente l'assenza dal terzo atto del film di Dick Miller, il quale sarebbe dovuto tornare nell'ultima parte di Explorers. Purtroppo la produzione fu così travagliata (Dante fu costretto a terminare il film in fretta e furia per anticipare la data di uscita in sala) che si perse la possibilità per lui di avere altre scene nei panni del pilota di elicottero sensibile. Chi è quest'uomo che si porta un segreto nel cuore da così tanto tempo? Gli alieni lo contattarono negli anni '40? Forse era solo un grande appassionato di fantascienza come Ben? Fatto sta che, proprio come per il George Clooney di Tomorrowland, Miller è il "vecchio" che può fare squadra con i "giovani" perché ha qualcosa in comune con loro: l'amore per lo spazio e un'urgenza di carattere quasi antropologico affinché quel qualcuno, o qualcosa, possa contattarci per causare un meeting tra noi e loro. Ma, come spesso chiede e si chiede Matthew McCounaghey in Interstellar:
"Chi sono loro?"

explorers

Loro

Ci piacerebbe rispondere come Steve Martin ne Il Mistero del Cadavere Scomparso di Carl Reiner: "Solo loro sanno chi sono loro". Ma purtroppo non possiamo. Loro sono due tipi di alieni in questo affascinante film del 1985: 1) gli extraterrestri a Terra 2) gli extraterrestri dello Spazio. Quelli a Terra sono genitori così distanti dai figli che non li vediamo mai (almeno nel caso dei due papà di Ben e Darren), insegnanti che ci colgono sempre impreparati, bulli che ci picchiano e ragazzine bionde che ci guardano con commiserazione. Quelli nello Spazio sono dei gommosi esseri verdi, viscidi ma non troppo, con una bocca, dei capelli (l'alieno donna ha un'inquietante frangia anche ben pettinata), orecchie e occhi... in tutto e per tutto simili a noi. Solo che tutti questi organi loro li hanno collocati non esattamente come noi esseri umani. Ma c'è qualcosa di questi alieni che sconcerta Ben più della loro bizzarra anatomia fin dal primo incontro in cui questi bipedi verdi lo salutano con un familiare: "What's Up Doc?". Tutto l'Universo... è paese. Gli alieni hanno imparato a conoscerci captando le onde elettromagnetiche dei nostri tubi catodici per cui hanno assimilato tutti i cliché della cultura televisiva (Ed Sullivan Show, I Love Lucy) e cinematografica (Groucho Marx, Tarzan, "We'll Always Have Paris!" dall'Humphrey Bogart del finale di Casablanca). Geniale l'imbarazzo di Ben, intriso di cinefilia sci-fi con citazioni da Il Pianeta Proibito (1956), Destinazione Terra (1953) e La Guerra dei Mondi (1953), di fronte a questa adesione entusiasta degli alieni alla cultura popolare presso cui anche lui si è abbeverato. In un età dove la formazione del nostro Io è appena agli inizi, Ben rimane scandalizzato che i suoi tanto desiderati alieni siano così "volgari" (nel senso etimologico di comuni) come lui quando avrebbe voluto invece immaginarseli non certo con la voce del familiare Bugs Bunny dei Looney Tunes. Ethan Hawke è bravissimo a restituire il disagio di un giovane uomo preso in contropiede. E' lui, dei tre ragazzini, quello forse più deluso da questo non troppo inusuale incontro ravvicinato del terzo tipo. Darren troverà conforto dal fatto che anche gli alieni hanno dei padri che li rimproverano (perché anche gli alieni sono dei ragazzini come i nostri tre protagonisti) e Wolfgang troverà la prima ragazza della sua vita interessata a lui sentimentalmente (peccato sia un'extraterrestre). Per Ben, sempre con la testa tra le nuvole, questa leggera delusione sarà necessaria per tornare a concentrarsi maggiormente sui fatti del Pianeta Terra.

Boyhood

Ci sono tanti motivi, insomma, per cui vale la pena recuperare questo sfortunato gioiellino. Ethan Hawke è invecchiato davanti ai nostri occhi proprio come il suo personaggio di padre in Boyhood, formidabile film 2014 di Linklater in cui lo vediamo parlare con il figlio di Guerre Stellari dopo che, ebbene sì, in Explorers un Hawke appena 15enne dimostra tutto il suo amore per la prima trilogia di Lucas imitando Darth Vader intorno al minuto 30'. La saga di Lucas viene in un certo senso parodiata in una gustosissima scena in un drive-in dove i tre in astronave si fermano a guardare un brutto film di fantascienza il cui protagonista si chiama Starkiller (era il primo nome scelto da Lucas per Luke Skywalker). Ma che meraviglia recuperare anche un quindicenne River Phoenix già così bravo e attento a ogni singola sfumatura del suo petulante genio scientifico. Ecco... mentre abbiamo avuto dei seri problemi a capire perché la Casey di Tomorrowland sia così speciale (forse perché alza sempre la mano in classe?), Explorers è perfetto nell'introdurci il personaggio di Wolfgang grazie alla sua impeccabile terminologia e al suo sguardo costantemente riflessivo sul mondo in tutti i suoi aspetti fisici e matematici. Ancora più triste, dunque, pensare che un genio come Phoenix ci abbia potuto lasciare a soli 23 anni quella maledetta notte del 1993.

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