Bad School - Doppia Personalità, di Brian De Palma

Il Bad School è Doppia personalità di Brian De Palma, quando John Lithgow aveva tre personalità e interpretava cinque personaggi. Il finale copia Tenebre di Argento

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Spoiler Alert

De Mented. De Ranged. De Ceptive. De Palma.

Sottotitolo:  "When Jenny cheated on her husband, he didn't just leave... he split". Ricorda qualcosa questa campagna promozionale di Doppia Personalità (1992) di Brian De Palma? Quando Jenny ha tradito il marito, lui non l'ha lasciata. È andato fuori di testa. Si è diviso. È impazzito. Ha moltiplicato la sua identità.
Split come Shyamalan.
Ma questo marito di Jenny... chi è?

Carter/Cain/Josh/Margo

Carter (John Lithgow) è un amorevole padre di famiglia, alto borghese, psicologo infantile, con le guanciotte rassicuranti e i capelli composti. La cosa più inquietante che fa è ignorare sessualmente la moglie da tempo, stare sempre con la figlia in braccio e quando la posa... appiccicarsi al suo viso in una cameretta (sdraiandosi lascivamente accanto a lei) invasa da microtelecamere per studiare da vicino ogni suo comportamento.
Deformazione professionale, dedizione genitoriale o deviazione sociale?
Sua moglie Jenny, nel frattempo, ha avuto una storia adultera con il marito di una sua paziente malata terminale di cancro la quale, dal letto di ospedale, li ha visti mentre contorcevano le loro lingue un secondo prima che lei schiattasse. Avete capito che film è? È un thriller bello sporco, abbastanza porco e parecchio disturbante ambientato tra elegantoni della California che vanno a comprare orologi dorati (quanto è erotico De Palma ANCHE nell'enfatizzare sonoramente l'elegante sinfonia di ticchettii) e poi vogliono scopare nel parco appendendo con cura i cappotti costosi a rami robusti. Come spesso capita De Palma, traumatizzato in tenera età come Oliver Stone dalla per lui improvvisa e scioccante separazione dei genitori, odia tutti i protagonisti borghesi dei suoi film: gli adulteri schifosi che ansimano oscenamente davanti ai traditi malati di cancro e gli intellettuali repressi schiavi concreti (e non solo a livello psicologico) di figure genitoriali autoritarie e fasciste (De Palma era stato un giovane cineasta politico diventato poi un disilluso maestro del thriller). Quelli che il regista salva, in un certo senso, si chiamano Cain (l'identità aggressiva assunta da Carter quando c'è da commettere qualche crimine; il cineasta apprezza la sua brutale schiettezza), Josh (Carter in versione bambino di 10 anni, leale e corretto; anche in Split McAvoy è un bambino di 9 anni di nome Hedwig) e soprattutto Margo (Carter versione donna: forte, morale e quasi indistruttibile come la Bestia del McAvoy di Split).

De Struttura

Il film è bello deviato anche a livello narratologico. Ci sono avventure individuali raccontate da due punti di vista temporali diversi ma dentro la stessa unità di luogo e azione (come fa Chazelle con Mia e Sebastian e i loro due inizi di giornata che confluiranno uno nell'altro in La La Land), il sogno che finisce ma poi in realtà è un altro sogno (un trucco che piace sempre ai registi per colpa del Buñuel de Il Fascino Discreto Della Borghesia), i piani sequenza morbidamente incessanti ("Ma è così sexy quando muove la camera!" protestava sempre Tarantino quando litigava con orridi coetanei cinefili indignati perché De Palma non era più quello politico e godardiano di Ciao America o Oggi Sposi), la musica di Donaggio à la Bernard Hermann e un finale dove esplode la dilatazione della suspense di cui il buon Brian era maestro già da tempo e tutto diventa un intricatissimo valzer slo-mo dove la realtà è strumento armonioso per corpi e oggetti in movimento: una camionetta degli operai con lame penetranti, due amici trucidi voyeur con le lattine di birra, una bimba che precipita, ascensori, la carrozzina (ancora dopo Gli Inotccabili che citava Eisenstein), pioggia, poliziotti, un villain con la pistola, gli adulteri che si riscattano e quindi ora possono diventare coppia in luce.

Conclusioni

Quando John Landis, in totale solitudine, andava a trovare un Alfred Hitchcock morente per accompagnare il Maestro del Brivido nei suoi ultimi giorni chiacchierando di cinema e vita, spesso e volentieri l'argomento cadeva su Brian De Palma. Dopo il successone di Carrie - Lo Sguardo di Satana (il primo della sua carriera) il regista italoamericano stava per affrontare i suoi anni d'oro dei capolavori Vestito Per Uccidere (1980), Blow Out (1981; il floppone trasversale su Antonioni adorato da Tarantino) e Omicidio A Luci Rosse (1984).
Prima aveva già molto rivisitato Hitchcock con Le Due Sorelle (1972) e Complesso Di Colpa (1976).
Landis ricorda quanto Hitchcock fosse risentito e disgustato dai continui plagi di De Palma e da come i media li mettessero ormai sempre uno accanto all'altro. "Ma Hitch" gli diceva Landis: "Brian ti adora. Ti ama. Questi sono tutti suoi omaggi alla tua arte!". "This is not an homage" rispondeva beffardo Sir Alfred dal letto di morte della fine degli anni '70: "But a fromage!". Con il consueto humour inglese giocava con le parole per dire che era roba ammuffita, volgare, puzzolente. De Palma adattava Hitchcock per un'epoca più lasciva e permissiva.
Ma questo è quello che fanno, e devono fare, tutti i cineasti.
Quando Dario Argento vede il finale di Doppia Personalità con shock finale legato al fatto che quando Lolita Davidovich (Jenny) si piega in avanti per prendere in braccio la figlia, si rivela alle sue spalle una fiera e pure imbellettata Margo (dopo il gran finale è lei che ha preso il comando del corpo di Carter)... Dario Argento prende il telefono e fa una chiamata in America.
"Pronto Brian, sono Dario".
"Ciao Dario".
"Ciao... senti Brian volevo dirti... ma per il finale di Doppia Personalità hai copiato la mia idea di Tenebre quando Giuliano Gemma si piega in avanti rivelando dietro di sé Anthony Franciosa sporco di sangue e pronto ad ucciderlo".
"E allora?".
"Ma come e allora! Mi hai copiato la scena!"
"Non l'ho copiata, Dario. L'ho migliorata".
Volete sapere la verità? Aveva ragione Argento ad indignarsi ma aveva ragione anche De Palma. Con la sua solita sicumera (non dimenticatevi mai che De Palma fu l'uomo che disse a George Lucas che Guerre Stellari faceva schifo dopo una visione privata a tre in compagnia di Spielberg) aveva effettivamente posto l'accento sul fatto che in Doppia Personalità, a ben pensarci, quell'idea non viene solo ripresa ma espansa. In De Palma c'è più inquietante magia e meno crudo realismo (quindi a livello psicologico ti lavora di più dentro) visto che i contorni delle silhouette dei personaggi sono più sfumati e quindi la presenza dietro le spalle di Margo è, come dire, più metafisica.
Ma volete sapere un ultimo segreto e tradimento prima della fine del Bad School? Un giorno un signore di nome Tony Marra mi scrive su facebook (esiste anche nel mondo reale; l'ho incontrato in una libreria) dopo che da qualche parte aveva visto o letto il mio racconto della telefonata indignata tra Argento e De Palma.
Mi digita privatamente: "Alò... a proposito di quella storia Argento/De Palma... dai un'occhiata a La Tigre Ama La Carne Fresca (1964) di Claude Chabrol".
Io lo faccio. E cosa trovo? Un nano assassino improvvisamente rivelato dietro le spalle di un ciccione seduto a una scrivania dopo che... il ciccione si è chinato in avanti. Argento faceva il critico cinematografico nel 1964.
Sicuramente aveva visto il film di Chabrol. Grande Tony Marra.
La vita stessa è come il cinema. Altrimenti... il cinema non sarebbe così eccitante.
Doppi giochi, doppi inganni, doppie verità.
De Mented. De Ranged. De Ceptive.
De Palma.

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