Bad School - Brivido, di Stephen King
Il Bad School della settimana è la seconda ribellione delle macchine firmata Stephen King dopo Christine. Ma nel caso di Brivido, lo scrittore lo diresse pure. Era il 1986.
Cometa
"Il giorno 19 giugno 1987 alle ore 9.47 antimeridiane la Terra venne a trovarsi nella coda della cometa errante Rhea-M. Secondo i calcoli astronomici il nostro pianeta ne doveva attraversare la coda in 8 giorni, 5 ore 29 minuti 23 secondi".
Comete
Cosa hanno in comune Alessandro Baricco, Susanna Tamaro, Michel Houellebecq, Luis Sepúlveda, Paul Auster, Alberto Bevilacqua e Stephen King? Sono affermati scrittori passati dietro la macchina da presa. Alcuni per più di un'esperienza (Auster 3; Bevilacqua ben 7), altri solo per un film come fossero delle vere e proprie comete dentro la Storia del Cinema.
Risultati: pellicole orribili, chicche o anche solo film bislacchi fuori dagli schemi.
Uno di loro ci fece provare un enorme, folle e sconclusionato... brivido.
The King
Forse ancora scottato dall'esperienza Shining (1980; non amò la versione di Kubrick) e, tranne l'amicone della Pennsylvania George Romero, distante per geografia e per attitudine dalla maggior parte dei registi operanti nella West Coast, il patriota del Maine Stephen King decide a metà anni '80 che basta: Brivido sarà il film che lo vedrà debuttare dietro la macchina da presa all'apice di un successo letterario che l'ha trasformato in meno di dieci anni nello scrittore horror e fantastico più letto e conosciuto del mondo. Il nostro gigantesco Dino De Laurentiis è arrivato già da più di dieci negli States dopo essere scappato dall'Italia della Legge Corona e a Wilmington, Carolina del Nord, è pronto a continuare la sua campagna Usa dopo aver acquistato la Embassy Pictures dalla Coca-Cola creando la De Laurentiis Entertainment Group. Primo film prodotto dalla Deg e girato lì: Codice Magnum (1986) con Schwarzy. Terzo film addirittura ambientato lì: Brivido, adattamento di un racconto dello scrittore del Maine diretto da egli stesso in persona. David Cronenberg, con un pizzico forse di gelosia, aveva definito De Laurentiis: "a Stephen King infatuate" nel senso che il produttore di Torre Annunziata ammirava molto King da cui Cronenberg aveva diretto uno dei cinque film prodotti dall'italiano tratti dalla sua letteratura ovvero La Zona Morta (1983). Quello fu la prima produzione De Laurentiis da King poi seguita da Fenomeni Paranormali Incontrollabili (1984), L'Occhio Del Gatto (1985) e Unico Indizio La Luna Piena (1985).
Il film si deve girare da luglio 1985 a ottobre dello stesso anno. Cosa potrebbe andare storto?
Welcome To The Machine
Le macchine per colpa di quella cometa del nostro primo paragrafo, impazziscono. Non sono come i telefonini di Cell (2016), i quali nell'adattamento kinghiano di Tod Williams attualmente in sala ci trasformano in zombi rabbiosi. In Cell troviamo una tecnologia che ci "mostrifica" ma che sembra avere una strettissima relazione con la vita e il lavoro privato dell'autore di graphic novel Clay Riddell interpretato da John Cusack. Nel caso di Brivido, tratto dal racconto Camion contenuto dentro la raccolta A Volte Ritornano (1978), non c'è alcun collegamento intimo tra rivoluzione delle macchine e protagonisti del film. È più un King apocalittico figlio di Romero con tragedia globale come La Nebbia dentro Scheletri (1985) poi diventato The Mist (2007) di Frank Darabont. Qui abbiamo anche un prologo scritto sulle stelle dello spazio su orrida grafica cheap verde fosforescente (antipasto di Green Goblin?). Passa la cometa e per un tot di giorni... è così e basta. Tutti i nostri servitori automatici si ribellano contro di noi. Dai bancomat ("Fuck You" compare sullo screen di una banca poco prima che lo stesso King in simpatico cameo venga definito "Asshole" dall'Atm in questione), ai jukebox (troveremo l'apparecchio molto amato da King anche in Cell), irrigatori, tosaerba, ponti levatoi, videogame arcade (c'è un giovane Giancarlo Esposito pre-Spike Lee elettrificato dalla console Star Castle della Cinematronics), coltelli da cucina automatici, distributori di bevande (bello il momento in cui spara bibite contro dei giovani giocatori di baseball), microonde ed aerei (uno insegue un ragazzino, ma per pochissimo, modello Cary Grant in Intrigo Internazionale).
Lo spunto fanta-catastrofico è esilarante e alcuni momenti sono tutt'ora divertenti soprattutto nei primi minuti in cui vediamo tanti incidenti sparsi dalle parti di Wilmington. Poi la storia converge tutta nella stazione di servizio Dixie Boy dove, modello The Mist e anche Cell nel segmento del ristorante, King decide di riunire in un unico locale varia umanità per fare anche satira sociale e riflettere su quello che può succedere quando siamo sotto assedio da parte di qualcosa che non rientra proprio nella logica delle cose. Fa un caldo bestiale e tutto diventa torrido e western.
Camion
Improvvisamente e senza un vero motivo, tutta la rivolta delle macchine converge per tre quarti di film verso una colonna di camion incavolati come delle bestie con leader antropomorfo: un tir Western Star 4800 trasportante giocattoli Happy Toyz con la faccia gigantesca del Green Goblin come polena.
Lo avremmo voluto più in campo per quanto è minaccioso, eccitante e con un bel collegamento con il presente Marvel che stiamo vivendo. Questi bestioni senza guidatore cominciano a fare il girotondo attorno al Dixie Boy come gli indiani con le diligenze in un vecchio western di John Ford mentre dentro la stazione di servizio vengono fuori scontri generazionali (giovani ribelli contro vecchi reazionari), nascono assurde storie d'amore, si scoprono cantine piene di lanciarazzi e la sera, come capita anche in Cell, ci si lascia andare a chiacchiere di grande sincerità interclassista visto che tutto il mondo, tanto, sta andando a puttane. Il nostro eroe è Bill. Basso, sudicio, con l'orecchino ed ex galeotto. Lo interpreta un ragazzino all'epoca viziatissimo del Brat Pack al secolo Emilio Estevez.
Bill
È tutto unto dall'inizio alla fine del film (Cell è asciuttissimo e gelido invernale come tanto cinema di oggi; su Brivido ci potete cuocere le uova per quanto le immagini emanino calore rovente) ed è uno gnappetto come il Tom Cruise di Top Gun (1986). Ovviamente anche lui rimorchierà subito una donna più alta, più fica, più colta e più articolata di lui (sarà lei a dare il titolo originale del film con l'espressione "Maximum Overdrive"). Nonostante Bill sia un ex galeotto ignorantone che cuoce gli hamburger al Dixie Boy, la misteriosa Brett (bella Laura Harrington), classica donna-maschietto degli '80, gli salta subito addosso. Mentre per radio sentiamo che in tutto il mondo c'è il caos, al Dixie Boy c'è tempo per fare sesso spensierato e accogliere una coppia di sposini (simpaticissimi John Short e Yeardley Smith), il figlio di un impiegato spappolato in precedenza e una camionetta Willis M274 dotata di mitragliatrice, capace di conoscere il Codice Morse e in grado di eliminare il proprietario fascista della baracca Mr. Hendershot (un Pat Hingle futuro Commissario Gordon in ben quattro Batman pre-Nolan).
Caos
Non c'è un singolo segmento o errore che rovini Brivido. È tutto un grandissimo casino. A partire da quella orrida grafica del prologo. È uno di quei film in cui si può stare a discutere su come siano sgraziati tutti gli stacchi al montaggio, lenti e involuti i movimenti di macchina, immotivati alcuni piani strategici (Bill pare soppiantato psicologicamente dalle macchine un secondo prima di guidare baldanzoso alla salvezza gli altri sopravvissuti), senza senso i personaggi (specie l'unto dal signor King Bill), poco vibranti o truculenti gli effetti speciali (erano anni assai più splatter) e mai consequenziali gli AC/DC in colonna sonora (praticamente ogni tot minuti parte a palla una loro canzone dall'album contemporaneo al film Who Made Who).
Rivederlo oggi fa parecchio sorridere facendolo rientrare a pieno merito nella categoria guilty pleasure.
Quando uscì all'epoca, circondato da filmoni come La Zona Morta (1983), Christine (1983) o Stand By Me (1986), apparve come l'adattamento più idiota che si potesse fare da uno scritto di Mr. King.
Conclusioni
Il direttore della fotografia Armando Nannuzzi si ferì all'occhio durante le riprese facendo poi causa a King per la modesta cifra di 18 milioni di dollari. Si misero d'accordo privatamente.
Lo scrittore ammise anni dopo che lo girò completamente strafatto di cocaina (ecco forse spiegato l'assurdo happy ending + epilogo scritto in cui spuntano satelliti meteorologici russi che abbattono grandi Ufo) lamentandosi di aver preso solo 70 mila dollari come stipendio per essere stato 4 mesi su un set cinematografico a differenza dei milioni di dollari che avrebbe guadagnato qualora avesse impiegato quel tempo a scrivere i suoi horror.
Il rapporto con De Laurentiis si ruppe clamorosamente.
I due, dopo Brivido, non si parlarono mai più.
King si offese dopo aver letto un'intervista in cui il produttore italiano lo definiva incapace alla regia.
De Laurentiis sostenne fino alla morte che quella intervista... non era mai stata fatta.
Brivido, invece, sì. E la sua esistenza da cometa nella Storia del Cinema non passa certo inosservata.
Come un tir con la faccia ghignante del Green Goblin sul muso anteriore.