Bad School - Io Ballo Da Sola, di Bernardo Bertolucci

Il Bad School della settimana è Io Ballo Da Sola di Bernardo Bertolucci

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Spoiler Alert
Padri
Luca Guadagnino dedica Chiamami Col Tuo Nome a due padri: uno biologico elegantemente lasciato senza nome. L'altro, quello artistico, il nome ce l'ha e anche il cognome. Si chiama Bernardo Bertolucci, a sua volta figlio biologico di un grande poeta, svezzato artisticamente da due giganti del '900 (Jean-Luc Godard e Pier Paolo Pasolini), campione di una certa internazionalità arthouse già nei '70 (Il Conformista, Ultimo Tango A Parigi, Novecento), da Oscar negli '80 (9 statuette per L'Ultimo Imperatore tra cui Miglior Film e Regia) e Grande Maestro da Esportazione dei '90 (Il Tè Nel Deserto, Piccolo Buddha). Nel 1996 Bertolucci esce in sala con il suo tredicesimo lungometraggio. È un film piccolo per i suoi standard del periodo. Si intitola Io Ballo Da Sola. Ma un film piccolo per Bertolucci è come un film piccolo per Ridley Scott ovvero sempre titanico come apertura alare in termini di densità cinematografica. È la storia di una giovane americana fisicamente gigantesca di nome Lucy (Liv Tyler) appena arrivata in Italia sotto il sole della Toscana dopo il recente decesso della mamma poetessa, giusto il tempo per avere una fondamentale esperienza di scoperta di sé, sia dal punto di vista genetico (ha dei sospetti che il suo vero padre si trovi lì) che sessuale (è vergine).
È anche lei un'americana colpita e penetrata dall'estate italiana, fatta di arte, calore, tradizione e cultura.
Vi ricorda qualcosa? Ci siamo divertiti a confrontare due testi nati da due teste affini.
Quelle di Luca Guadagnino e Bernardo Bertolucci.

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Rivedere Liv Tyler in Io Ballo Da Sola dopo aver visto Chiamami Col Tuo Nome... fa davvero impressione. È come se il suo personaggio di Lucy (atterrata con tanto hashish in borsa eludendo le fiacche autorità italiane con cani lupo pure bravi ma poliziotti inesistenti) contenga in sé sia l'Oliver di Armie Hammer che l'Elio di Timothée Chalamet protagonisti di Chiamami Col Tuo Nome, liberamente tratto dall'omonimo romanzo a firma André Aciman. Possiede il gigantismo divistico, fisico e metaforico, di Hammer con la dimensione di sublime freschezza inedita di Chalamet perché anche la Tyler, all'epoca, era una meravigliosa giovane scoperta con soli tre lungometraggi in filmografia. Bertolucci, come avrebbe fatto Tarantino, rimane ipnotizzato dai suoi piedi sconfinati divertendosi ad esplorare questo prodigioso monumento fisico di tipica maestosità nordamericana fissandosi sulle ingombranti "fette" della ragazzona laddove Guadagnino ha un maggiore interesse per le cosce muscolose, ma morbide, del suo parimenti colossale Hammer.
Ma oggi è interessante notare che la Tyler del 1996 possa contenere in sé e rappresentare sia nella freschezza (Chalamet) che nel corpo (Hammer) i due protagonisti del film di Guadagnino del 2017.

Sonno & treni regionali
Dorme Lucy, per recuperare il jet leg, sia in aereo che sul treno regionale che la porta a Siena mentre qualcuno la spia riprendendola con una videocamera. Dormirà come un ghiro Oliver appena arrivato a Villa Perlman in Chiamami Col Tuo Nome. Le inquadrature di tratte di ferrovia locale sono presenti in entrambi i film anche se Guadagnino le enfatizza maggiormente sia nel copione che nell'importanza data all'addio tra Oliver ed Elio sulla banchina dopo gli ultimi giorni passati insieme a Bergamo.

Case
In Io Ballo Da Sola l'americana arriva in un casolare del senese con piscina dove lo spazio pullula d'arte attraverso la presenza delle sculture realizzate dal padrone di casa con faccia da galeotto Ian Grayson (siamo dalle parti di Brolio e dentro la proprietà del Barone Ricasoli). In Chiamami Col Tuo Nome l'ambiente principale del film è la padana Villa Albergoni (dalle parti di Crema), le statue del passato riemergono dai flutti del Lago di Garda e le piscine sono dei fontanili naturali. Ma il concetto di villa italiana con ampio giardino è lo stesso. Negli interni sentiamo rumori di legno che scricchiola, percepiamo la semplice eleganza dell'arredamento e la dolcezza della natura circostante. Bertolucci ci porta anche nella Villa di Geggiano, dimora della famiglia Bianchi Bandinelli che la trasformò da ex casolare in sgargiante residenza settecentesca.

Elezioni
Quella di Bertolucci era un'Italia post elezioni decisive per il futuro del paese (1994) non discusse in chiave letterale ma evocate attraverso degli insulti lanciati dai padroni di casa verso la costruzione di ripetitori televisivi su una collina all'orizzonte (aveva appena vinto il magnate della radiotelevisione Silvio Berlusconi) + un breve monologo sul fatto che l'Italia sia diventato un paese di monologhi da parte di un ospite di Villa Grayson interpretato da Carlo Cecchi (un giornalista di guerra ex comunista, erotomane e ora ironicamente soprannominato "Marchese De Saab"), per un attimo sospettato da Lucy come suo possibile papà. In Guadagnino è più dichiarato come le elezioni del 27 giugno 1983 si siano appena concluse con la vittoria del Pentapartito (DC-PSI-PRI-PSDI-PLI; nessuna di quelle formazioni politiche, oggi, esiste più) e il trionfo del leader socialista Bettino Craxi (caro amico e sodale già all'epoca di Berlusconi) con Villa Perlman visitata da italiani isterici capaci di annoiare mortalmente i padroni di casa, e pure i loro ospiti, con monologhi senza capo né coda sul post voto di quella domenica e lunedì di fine giugno 1983.

Cuochi contadini
Parafrasiamo il titolo di un documentario di Guadagnino che ispirò l'ideazione e creazione dell'Edoardo Gabriellini di Io Sono L'Amore per trovare un altro interessante parallelismo tra Chiamami Col Tuo Nome e Io Ballo Da Sola. Ci riferiamo a questi servitori dei padroni di casa dignitosi e immersi nella natura, rappresentanti di un'Italia arcaica felicemente in armonia con la natura e i cicli delle stagioni. Sono come degli spiriti protettori che circondano le moderne nevrosi dei protagonisti dei due film.  In Guadagnino sono più esposti con nomi e svariate apparizioni (ci riferiamo a Mafalda e Anchise) ma anche in Bertolucci li vediamo abitare Villa Grayson e ne riconosciamo il senso di placido conforto quando abbracciano con corpo e sguardo padroni e padroncini della dimora.

Let's Dance
Si balla tanto in Chiamami Col Tuo Nome a ritmo di Richard Butler mentre Carlo Cecchi si lancia in una danza ironica sulle note della Nina Simone di My Baby Just Cares For Me dentro il finale di Io Ballo Da Sola in cui, appunto, Lucy precedentemente si è già scatena grazie al walkman in una rabbiosa performance solitaria di Olympia delle Hole. C'è walkman anche in Guadagnino e lo indossa fieramente l'Elio di Timothée Chalamet in un finale dove, come per Lucy, quello strumento gli permette di vivere la musica in piena autonoma.

Bicicletta
Ma che buffi questi corpi nordamericani, in alcuni casi giganteschi, in bicicletta per i sentieri sterrati dell'Italia di provincia. Pedalano assai sia Elio che Oliver ma anche Lucy non scherza anche se è più goffa producendosi in un capitombolo sotto gli occhi sempre più amorevoli dell'Osvaldo Donati di Ignazio Oliva.

Rivelazione
Impressionante la vicinanza di movimento interiore, e anche esteriore, tra la scena in Io Ballo Da Sola in cui Lucy pressa con dolcezza l'artista Ian per portarlo ad ammettere che è lui l'uomo che la concepì in quella villa senese appena acquistata nell'agosto del 1975 e il piano sequenza magistrale in Chiamami Col Tuo Nome in cui Elio, arresosi all'amore, pressa con dolcezza Oliver in una lenta marcia di conquista mentre in mezzo a loro si manifesta quasi come ostacolo il monumento ai caduti in Piazza Vittorio Emanuele III a Pandino. Bertolucci è più stretto perché si trova in un interno ma c'è sempre una statua tra Ian e Lucy e quando, dopo la rivelazione, padre e figlia si abbracciano ecco Bertolucci che, pudico, si ritrae con la cinepresa facendo la strada inversa rispetto a Guadagnino, da destra a sinistra e nascondendo con la scultura di Ian il momento di struggente intimità tra i suoi innamorati finalmente riunitisi. Anche se in questo caso si tratta di una padre e una figlia.

Conclusioni
Il film di Bertolucci, in Concorso a Cannes nel 1996, predilige a differenza di Guadagnino, in Concorso a Berlino nel 2017, un percorso solitario di Lucy dentro il racconto circondandola di un'importante coralità che Chiamami Col Tuo Nome non ha giustamente ragione di contemplare puntando quasi tutto su Elio & Oliver. Io Ballo Da Sola è anche una delle prime occasioni di lanciare a livello internazionale i giovanissimi Rachel Weisz, Joseph Fiennes, Jason Flemyng, Roberto Zibetti, Ignazio Oliva (a lui l'onore di deflorare Lucy), Francesco Siciliano e il cantautore ligure Paolo Passano futuro membro del gruppo Cavalli Marci. Nel cast tra i maturi compaiono gli eccellenti Sinéad CusackDonal McCann (che bello il suo scultore con look da carcerato), Jeremy Irons (nel 1983 di Guadagnino l'Aids non esiste ancora; nel 1996 di Bertolucci invece sì), Carlo Cecchi e Stefania Sandrelli. Tra i veterani ecco addirittura il mostro de La Bella e La Bestia (1946) di Jean Cocteau ovvero l'immenso Jean Marais (qui alla sua ultima apparizione cinematografica; è lui che se la prende con i ripetitori tv) nonché l'Anna Maria Gherardi svezzatasi nei '60 al Piccolo Teatro di Strehler, Grassi e Vinchi. Come in Guadagnino si staglia una colonna sonora di grande personalità ma, e questo è un difetto, un po' troppo militaresca e indifferente alle sorti dei personaggi nel suo svilupparsi incessantemente, pezzo dopo pezzo (26 brani!), dentro i 118 minuti del film. Tranne nel momento in cui Lucy ascolta rabbiosa al walkman le Hole sintonizzandosi perfettamente con lo stesso stato d'animo della canzone così come Elio & Oliver, spesso, trovano nella musica un momento di forte condivisione emotiva, da Bach al pianoforte fino alla graziosa disco music di Richard Butler su cui dimenarsi (specie Oliver) in pista.
Ci ha interessato soprattutto, attraverso questo parallelismo tra Io Ballo Da Sola e Chiamami Col Tuo Nome, constatare in chiave editoriale come Bertolucci e Guadagnino abbiano utilizzato nello stesso modo l'Italia dentro uno schema perfetto da cinema internazionale. Il nostro è un paese ancora sfruttabile in chiave "grand tour" con il viaggio dello straniero colpito e affondato dai sensi e dal senso di una nazione ricca d'arte, natura dolce, erotismo, cibo e Storia. Anche se a ritmi diversi Bernardo Bertolucci e Luca Guadagnino danzano la stessa danza.
Loro ballano insieme.

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