Bad Movie - The Visit, di M. Night Shyamalan
Il Bad Movie della settimana è il ritorno di Shyamalan al low budget con il found footage movie The Visit
Da commedia a paura
Perché M. Night Shyamalan è un grande regista? Perché quando Kathryn Hahn, la mamma sempre up degli adolescenti Becca (Olivia DeJonge) e Tyler (Ex Oxenbould), accompagna con i suoi movimenti fisici la partenza del treno con i figli a bordo diretti verso il primo incontro della loro vita con i nonni... lei stessa, con il suo corpo, passa dalla commedia alla paura nel giro di qualche secondo. Prima fa la spiritosa mimando una corsa al rallentatore come fosse Marcel Marceau, poi accelera il passo con disinvoltura, poi si fa improvvisamente tesa in viso, infine saluta i figli disperata come se sapesse che li sta mandando a morire. Eccezionale attrice questa signora con la faccia da bigotta antipatica. In quella prova magistrale di Kathryn Hahn (nel film solo: la mamma) sulla banchina del treno c'è tutto il senso dell'ultimo film del regista di The Sixth Sense - Il Sesto Senso (1999). Passeremo molto spesso dalla commedia, al dramma, al thriller, all'horror. Tutto anche solo nel giro di pochi secondi.
Giovani vecchi
I giovani sono aggressivi, autoironici, colti, di mondo. La quindicenne Becca è una filmmaker pronta a girare un documentario che le servirà anche a cercare di capire perché sua madre e i suoi nonni ruppero 15 anni prima. Realizzerà interviste, teorizzerà sul cinema (sembra già sapere tutto sugli effetti psicologici di una camera addosso al tuo viso) ed è così furba da sapere che quel viaggio è anche un'investigazione per conto di mamma. La missione è capire cosa accadde tra lei e i nonni 15 anni prima. La sua unica fobia: gli specchi. O meglio: la sua immagine riflessa nello specchio. Il tredicenne Tyler è ancora più aggressivo. Ha un viso adulto, già incline al sarcasmo (sembra il sosia del Bud Cort di Harold e Maude di Hal Ashby), pratica il rap e sa già di possedere un buon carisma. La sua unica fobia: i germi. A volte pensi che possa fare veramente la fine di Howard Hughes in The Aviator. Sono due adolescenti già adulti prima del tempo e quello che sarà interessante al loro arrivo nella casa di campagna dei nonni è il fatto che due giovani vecchi come loro si troveranno davanti... due vecchi bambini.
Vecchi bambini
Nonno si caca addosso e nasconde i pannolini in un fienile. Nonna gioca a nascondino assumendo le sembianze di Sadako Yamamura (Ringu) per gli americani Samara Morgan (Ring). A volte sono guardinghi, spesso atterriti, più di una volta a disagio. Perché sono così timidi? Semplice: vengono dalla campagna. Perché compiono azioni leggermente misteriose? Semplice: si vergognano delle loro debolezze fisiche e mentali. Perché nonna ha momenti di irrazionale infantilismo che la portano a girare per il giardino della casa di campagna con una chiappa allegramente di fuori? Semplice: da giovane era una hippie. Perché nonna vomita la sera e gira per casa grattando le porte? Semplice: sia lei che nonno (ma soprattutto lei) sono vittime di prime forme di demenza senile. Ogni jump scare del film viene poi razionalizzato la mattina dopo (anche questo film, come Suburra, procede giorno dopo giorno dentro una settimana di tempo) attraverso chiacchiere con la mamma via skype (è lei, a distanza, che normalizza e giustifica ogni comportamento bizzarro dei suoi genitori raccontatogli dai figli; grande idea di sceneggiatura visto che mamma è mossa da un grande senso di colpa che la porta sempre a minimizzare) e attraverso la sicurezza di due adolescenti più adulti della loro età sia per quanto riguarda la personalità (Becca è già una cineasta e Tyler è già un musicista) che per quanto riguarda l'aspetto (Becca è già una giovane donna e Tyler è già un ometto birbante alla Billy Crystal o, appunto, primo Bud Cort).
Hansel & Gretel
Più passano i giorni, più mamma è lontana via skype (strano che nonna accidentalmente abbia manomesso la web camera, no?), più le nottate con l'ex hippie sonnambula e l'omone con i pannolini si fanno inquietanti, più Becca & Tyler smettono i panni della modernità per diventare i fiabeschi Hansel & Gretel, fratelli persi nel bosco vicini al terrore primordiale (occhio al forno!) come i documentaristi del primo grande recupero del found footage movie (lo inventammo noi con Cannibal Holocaust) della contemporaneità ovvero l'ancora bellissimo e seminale The Blair Witch Project - Il Mistero Della Strega di Blair (1999).
Shyamalan Touch
Tutto è legato a confessare finalmente qualcosa di pesante da rivelare e che ci si porta dentro da 15 anniIl tocco di Shyamalan è evidente nel finale. Tutto è stato un equivoco. Tutto è stato un errore. Tutto è legato a confessare finalmente qualcosa di pesante da rivelare e che ci si porta dentro da 15 anni. E chi è il personaggio attraverso il quale arriverà finalmente la catarsi e la piena accettazione della fabula? Becca? Tyler? Nonno? Nonna? No. La madre. È lei per Shyamalan l'origine di tutto. È questa donna esagerata, sgraziata, che ride troppo, piange troppo e insegue un treno sempre più disperata... la vera prima squilibrata di famiglia. Fu violenta, fu categorica, fu spietata, fu una giovane innamorata scandalosa. Fu lei a chiudere crudelmente i ponti con il passato e quindi il film può essere visto come un ammonimento da parte di Shyamalan alla sua generazione (Kathryn Han ha solo tre anni meno del 45enne regista), nella figura della donna/madre, a smetterla di fare sempre i vittimisti, i perennemente traumatizzati e cominciare ad assumerci le nostre responsabilità. Molto interessante e oseremmo dire anche autoanalitico se consideriamo che questo film per il regista di Philadelphia è stato un salutare bagno di umiltà e ritorno alle origini (per arrivare a un budget nella sua filmografia inferiore a questi 5 milioni di dollari bisogna tornare indietro al primo Praying With Anger, nel 1992, fatto con soli 750 mila dollari) dopo i fallimentari kolossal L'Ultimo Dominatore dell'Aria (2010) e After Earth (2013) costati insieme 280 milioni di dollari (leggi: 56 volte The Visit).
Il film ci dice che bisogna raccontare i nostri errori ed orrori ai nostri bambini, bisogna sapersi guardare allo specchio (come riuscirà a fare Becca) e mai dimenticare che siamo tutti pieni di germi e spesso ci siamo trovati, troviamo e troveremo nella merda (come apprenderà, letteralmente, il povero Tyler).
Il film ci racconta quanto sia importante filmare la nostra umanità.
Che poi lo faccia attraverso mille divertenti manipolazioni horror e found footage non fa altro che convincerci che Shyamalan sia tornato in grande forma perché è riuscito perfettamente a far sposare i suoi obiettivi personali con i fantastici scary movie low budget prodotti dal Jason Blum di Paranormal Activity (2007).
Abbiamo la netta sensazione, possiamo chiamarlo anche sesto senso, che questo film farà benissimo alla filmografia di M. Night Shyamalan.