Bad Movie - The Predator, di Shane Black
Il Bad Movie della settimana è The Predator di Shane Black, nuovo capitolo del franchise nato nel 1987 grazie al capolavoro di McTiernan con Arnold Schwarzenegger
Quanto avremmo voluto vedere questo editing del Predator di Shane Black definito dal nostro amatissimo sceneggiatore e regista The Night Cut per capire meglio quanto poter difendere l'inventore del franchise Arma Letale in un ipotetico scontro cinefilo riguardo il suo quarto ultimo film. Eh già perché se è vero che quella versione montata da Black era così dark da costringere la Fox a costringerlo a rigirare completamente quell'orribile terzo atto definitivo in cui tutti urlano e non si capisce più niente di niente... beh allora poteva trattarsi veramente di un capolavoro. Perché quello che non si sopporta proprio di questo sesto Predator Movie, se consideriamo anche i due Alien vs. Predator che Black esclude dalla timeline del franchise ricollegandosi solo a Predator, Predator 2 e Predators, è un tono garrulo completamente fuori posto e sbagliato. Ma ci rimane un dubbio: e se lo sceneggiatore regista avesse poi deciso di punire quelle battutine scritte insieme al sodale Fred Dekker proprio grazie a quel terzo atto super dark che si sarebbe rivelato fatale per chi aveva preso in giro fino a quel momento la creatura con le treccine from outer space? Forse allora il film avrebbe acquistato un senso preciso (prima si deride, poi si muore) e non staremmo qui a criticare Black. Quel senso e quella identità cinematografica che, ora come ora, il film proprio non ha. Esattamente come è difficile ravvisare un nesso tra il deciso casting di Benicio Del Toro come leader della pellicola (che porta il tutto verso un gusto maturo e tenebroso alla Sicario e/o Soldado) per poi sostituirlo con l'inconsistente Boyd Holbrook (che porta il film verso quella strafottenza giovanile totalmente alternativa al Del Toro Touch).
Ma come si può pensare di passare con nonchalance da un attore così peculiare ed esperto ad un altro diametralmente opposto? Qualcuno in questa produzione doveva essere molto, molto confuso.
Shane on Predator
E poi c'è una spedizione postale che non perdoneremo mai al nostro Shane.
You've got mail
È in quel momento che l'autore di questo articolo ha pensato al peggio.
Conclusioni
Poi arrivano dei mercenari comici che non fanno ridere mai in originale chiamati "Loonies" con ennesimo tristissimo ammiccamento alla commedia citando i "Looney Tunes" (sono Trevante Rhodes, l'ex sodale di Jordan Peele Keegan Michael Key, Thomas Jane, Alfie Allen e Augusto Aguilera), un bambino con la sindrome di Asperger (Jacob Trembley senza un briciolo di grinta rispetto al passato), una biologa più cazzuta dei mercenari (Olivia Munn) e un cattivone governativo di colore che si diverte a dire "negro" convinto così di scandalizzare tutti (Sterling K. Brown). E il Predator? Ah già... c'è anche lui. Beh... continuerà ad essere ogni tanto inquadrato nella sua totale inefficacia fino a che non scopriremo che ce ne è un altro simile a lui ma più grosso che lo prenderà a mazzate davanti a tutti. Il taglio di Edward J. Olmos dal final cut rende ancora più incomprensibile la gag sterilmente cinefila dell'origami a forma di unicorno (da Blade Runner) e l'azione non è mai e poi mai divertente o anche semplicemente appariscente (88 milioni di budget che non si vedono mai).
Adoriamo e continueremo ad adorare Shane Black ma questo suo The Predator è molto brutto.
Chissà The Night Cut invece...