Bad Movie - The Last Witch Hunter: L'ultimo Cacciatore di Streghe, di Breck Eisner
Il Bad Movie della settimana è The Last Witch Hunter - L'ultimo Cacciatore di Streghe, supernatural fantasy diretto da Breck Esiner con Vin Diesel
La carta è il passato
Lo dice il cacciatore di streghe immortale Kaulder (Vin Diesel) al suo assistente mortale Dolan (il 36esimo: Michael Caine). All'inizio del film, dopo un prologo ambientato nel passato da cui siamo arrivati a una moderna New York (in realtà Pittsburgh) dove Kaulder è rimasto l'unico immortale a fare quel mestiere in collaborazione con una strana task force della Chiesa (L'Ordine) in grado di affidargli i mortali assistenti Dolan (il 37esimo sarà Elijah Wood), vedremo il playboy con la faccia di Vin Diesel battibeccare con il trentaseiesimo Dolan (l'espressione a lungo andare fa ridere) perché Caine è un passatista mentre Kaulder invece ama la tecnologia. Questa linea in sceneggiatura è stata considerata così importante da far fare addirittura una battutona a Caine a fine film (uno dei tanti misteri del copione, vedi nostro penultimo paragrafo). Il vecchio Dolan ama la carta mentre Kaulder fa tutto con l'ipad. Eppure c'è stata un'epoca, ben prima degli esordi alla regia con il corto Multi-Facial (1995; Spielberg volle conoscerlo per poi affidargli un piccolo ruolo in Salvate il Soldato Ryan) e il lungo Strays (1997; in Concorso al Sundance), in cui il nostro amato quarantasettenne Vin Diesel viveva grazie alla carta una grande esperienza come giocatore di Dungeons & Dragons interpretando il cacciatore di streghe Melkor (il nome sarebbe poi cambiato per evidenti problemi di diritti) per un'espansione del celebre role playing game denominata The Arcanum. The Last Witch Hunter nasce come pet project per Diesel attraverso delle chiacchiere tra lui e lo sceneggiatore Corey Goodman circa la loro passione reciproca per D&D. L'incontro tra i due fu così piacevole e animato che Goodman buttò giù uno script con protagonista quel cacciatore di streghe ispirato al personaggio di Diesel già nel 2010 e già in quell'anno lo script entrò a far parte della prestigiosa ma frustrante categoria black list, copioni stimati dallo studio system ma considerati non finanziabili. Ma la passione di Diesel per l'idea si trasferì facilmente anche allo studio Summit Entertainment in cerca di un nuovo franchise dopo Hunger Games. Concludendo: la carta tanto odiata da Kaulder nel film era stata la piattaforma di gioco dell'analogico Diesel anni '80 giocatore di Dungeons & Dragons ben prima che il termine MMO (massively multiplayer online) entrasse nelle nostre vite. Dalla carta di D&D l'ideona di un possibile nuovo franchise per la star di Fast & Furious era passata alla carta di uno sceneggiatore entusiasta come Corey Goodman. La domanda ora è: qualcosa è andato storto?
Stratificazioni
Kaulder nel prologo iniziale è uguale al Christopher Lambert scozzese dei primi minuti di HighlanderPrima di tutto il copione di Goodman è stato riscritto più e più volte. Prima da D.W. Harper, poi da Melisa Wallack (non accreditati), poi da Matt Sazama e poi da Burk Shalpless. Il regista che doveva dirigere il film Timur Bekmambetov (svezzato da Roger Corman e dotato di grande personalità) è diventato poi Breck Eisner (svezzato dal papà ex capo della Disney, bravo ma meno peculiare dal punto di vista visivo rispetto a Bekmambetov). Davanti ai nostri occhi è arrivato un supernatural fantasy più confuso che complesso, più scontato che originale, più cinico che passionale. Questo ci pare l'errore principale di tutta l'operazione: essere partiti da un pet project estremamente intimo (sfruttare la passione giovanile di una star per i giochi di ruolo) per poi averci proposto qualcosa di già masticato. Cosa?
Frullatone
Kaulder nel prologo iniziale è uguale al Christopher Lambert scozzese dei primi minuti di Highlander (1986). Il fatto che dopo dieci minuti diventi immortale per poi vederlo proiettato dal Medioevo alla Contemporaneità (sono passati 800 anni) con un diverso look (dalla barbona alla testa rasata e faccia sbarbata del Diesel di ora)... non fa che far sembrare il film ancora più simile a quel capolavoro anni '80 diretto da Russell Mulcahy. Uno può pensare che copiare un classico di trenta anni fa per far partire un nuovo franchise non possa danneggiare la sospensione dell'incredulità delle giovani generazioni cui è destinato il prodotto rispetto ai quarantenni. Discorso corretto... ma allora perché prendere moltissimo anche da franchise piuttosto noti presso i più giovani come il Batman di Nolan (Michael Caine "maggiordomo", ricchezza spopositata del protagonista, supposta-ma-mai-mostrata promiscuità sessuale) e il Bond di Craig (macchina Aston Martin, agente speciale per una organizzazione con cui si è piuttosto in conflitto). Per non parlare anche di un cult Marvel come Blade (la spada portata di traverso sulle spalle, la personalità di cacciatore di mostri dal caratteraccio) e di un film estremamente popolare come Il Gladiatore (nella mente di Kaulder ci sono sempre i ricordi bucolici della moglie del medioevo con tanto di inquadratura identica di una mano che accarezza i ciuffi d'erba). Come può un pet project trasformarsi in un "frankenstein" costruito con pezzi di altri film? E' una contraddizione in termini. E a proposito di contraddizioni...
Sceneggiatura
Troppi elementi fantasy nel film per essere assimilati dallo spettatore senza che ti distraggano dalla trama principaleCome mai l'Ordine decide di non distruggere il cuore della strega (una scena, anche questa, che non può non sembrare una scopiazzatura del rifiuto di gettare l'anello da Monte Fato da parte di Isildur nel prologo de Il Signore Degli Anelli - La Compagnia dell'Anello)? Come mai Dolan Trentasettesimo è riuscito a penetrare nell'Ordine da agente infiltrato delle streghe? Come mai Kaulder, dopo 800 anni, non ha mai avuto il sospetto che l'Ordine gli celasse qualcosa di fondamentale legato al suo passato?
I mille ingredienti di una pozione di cui vediamo solo una porzione
Troppi elementi fantasy nel film per essere assimilati dallo spettatore senza che ti distraggano dalla trama principale già a sua volta poco chiara. Il film è pieno zeppo di ingredienti anche bizzarri e saporiti ma la confusione regna sovrana. Ecco un lungo elenco di ciò che potrà affascinarvi e due secondi dopo irritarvi: dream walker (in inglese anche in edizione italiana: è la capacità della giovane strega diventata improvvisamente amica di Kaulder di entrare nella mente degli altri come in Inception), la spada di fuoco ammazzastreghe, mele selvatiche marce, orsetti di gomma lasciati per strada per attirare i bambini, incantesimo mutaforma (ma è Harry Potter?), gelaterie magiche piene di farfalle, mosche della peste, albero della regina, pozioni contro la paura, pasticche giganti che ti fanno andare indietro nel tempo e capire tutto (come in Matrix), humour demenziale (battute come: "Di quante chat di streghe fai parte?" oppure la giovane strega di Kaulder che prova a farsi un selfie con lui convinta che sia addormentato), rivelazioni storiche (Kaulder ha conosciuto Stalin, Hitler e Napoleone ma... perché???; Kaulder sa che a Salem si è commesso un errore condannando delle donne innocenti), maghette gestrici di strani locali simil fumerie d'oppio, terra di sepoltura, magia nera, sfilate di moda di donne in realtà vecchissime, sotterranei dove è scolpita dettagliatamente la Storia delle Streghe, demoni finlandesi che sembrano fortissimi ma poi muoiono all'improvviso (Belial), il coro delle streghe per scatenare l'epidemia (?), una metropoli ricoperta da una giungla come nuova dimensione di scontro con la Regina delle Streghe, sciami di mosche sopra la città come segno dell'invasione del male.
Conclusione
The Last Witch Hunter - L'Ultimo Cacciatore di Streghe presenta troppi dettagli per i 106 minuti a disposizione, una mitologia troppo complessa e sommersa per essere così sommariamente presentata agli occhi dello spettatore e un protagonista troppo simile ad altri protagonisti di altri franchise senza avere un briciolo di personalità o spessore (e dire che ha conosciuto Hitler, Stalin e Napoleone). Che peccato. Sulla carta sembrava un progetto perfetto per Diesel. Sulla carta sulla quale il divo giocava a D&D da ragazzino doveva esserci, evidentemente, più cuore e più semplicità.