Bad Movie - Ted 2, di Seth MacFarlane
Il Bad Movie della settimana è Ted 2 di Seth MacFarlane, seconda avventura per lo sboccato 'orsacchiotto di peluche in CGI. C'è il potenziale per una saga
Charlie Hebdo
Alan Alda dice in Crimini e Misfatti (1989) di Woody Allen che: "La comicità è tragedia + tempo". Il personaggio di Allen, lì per lì, detesta questo cinismo. Ma forse la sua reazione è motivata anche dal fatto che nel film abbia preso una cotta per Mia Farrow, la quale, invece, potrebbe preferirgli proprio Alan Alda. C'è quindi una certa rivalità maschile. Ma torniamo al motto della nemesi di Allen: "La comicità è tragedia + tempo". Come dire: dell'Olocausto non si può certo ridere a ridosso della sua attuazione e divulgazione. Ma dopo qualche anno... forse sì? Dell'attentato alle Torri Gemelle del World Trade Center non si poteva ridere a ridosso dell'11 settembre 2001... ma dopo forse sì? All'indomani dell'attentato newyorchese Steven Spielberg disse che Hollywood non avrebbe più dovuto realizzare film violenti. Ovviamente... tutto ciò non accadde. Nel 2010 un autore comico sui generis come Cristopher Morris realizzò Four Lions (2010), commedia inglese su un gruppo di jihadisti operanti nel Regno Unito impegnati a organizzare un attentato la cui realizzazione viene costantemente messa in pericolo dalla loro disorganizzazione per non dire idiozia. Erano passati solo 5 anni dalla serie di attentati terroristici a Londra del 7 luglio 2005 in cui furono uccise 55 persone e oltre 700 londinesi rimasero feriti. Era passato abbastanza tempo? Si poteva ridere del terrorismo islamico così a ridosso di una tragedia? Sono domande che ci poniamo e vi poniamo senza però essere così vigliacchi da non dirvi... che per noi Four Lions è un grandissimo film. Quei terroristi idioti facevano fuori il loro leader durante l'addestramento in Pakistan e, in Inghilterra, erano molto più abili a far esplodere corvi e pecore (come in uno sketch dei Monty Python) che non occidentali peccatori. Il film di Morris ridicolizzava la jihad (quattro leoni in realtà pecoroni sedotti e abbindolati dalla cultura occidentale) ma non nascondeva morte, famiglie normali che accettano ridendo il martirio e la brutalità del controterrorismo britannico. Era film terribilmente originale e spiazzante.
Attraverso l'impossibilità di poter fare una battuta tirando in ballo Charlie Hebdo... MacFarlane realizza una gag su Charlie Hebdo dentro Ted 2Mondo Movie
I film sono sogni? No. I film sono mondi. Ogni film è un mondo con la sua logica, sistema politico e impianto fognario. Possono essere mondi sognati o più realistici. Ma sono sempre mondi. Nel mondo movie Ted sappiamo che l'eccezionalità di questo orsacchiotto magico ha catturato l'attenzione della società americana per non troppo tempo. Articoli, qualche talk show e poi, come ricordava il narratore Patrick Stewart già dal prologo del primo Ted (2012), agli Stati Uniti non gliene è fregato più molto di un orsacchiotto di peluche magico. E' lo stesso escamotage utilizzato dagli sceneggiatori di Jurassic World: magari l'Isla Nublar va peggio delle catene McDonald's nonostante ci sia un T-Rex e non un un Big Mac. Potete crederci? E' meglio che lo facciate. E' un pazzo, pazzo, pazzo, pazzo mondo in questi film. Ma plausibile. Per cui... l'idea di base di Ted è che fino a che Ted lavora come commesso, vive tranquillamente a Boston e vede Law & Order strafatto sul divano con John... a nessuno frega niente. Ma padre? Può adottare un bambino questa strana creatura? MacFarlane è molto furbo. Per non alienarsi una fetta di pubblico non fa vedere fanatici religiosi o gruppi di intolleranti sociali scagliarsi contro i diritti personali di Ted. Immagina bensì un invisibile Stato Leviatano, burocratico e distante dal cittadino, che rifiuta lo status di "essere umano" a Ted. La proprietà non è più un furto in senso economico, come qualcuno sosteneva tanti anni fa, ma più in senso filosofico. Ted diventa proprietà (property) quando subisce il furto della sua umanità.
Cultura pop vs ignoranza pop
Il centro del primo Ted era: "Meglio fidanzarsi con Lori o passare la vita con il tuo miglior amico Ted?". Un tema presente in tanta commedia maschile. Il centro di Ted 2 è la lotta processuale di Ted per rivendicare il suo diritto alla paternità. C'è la nemesi Donnie (sempre perfetto Giovanni Ribisi) che porta in dono al film il pericolo e c'è però un personaggio interessante che aggiunge al film una sorta di anima autocritica. Per un autore così ossessionato dalla cultura popolare dal dover costantemente citare film (da Jurassic Park a Beetlejuice), autori tv (da Jay Leno a Jimmy Kimmel), serie tv (da Star Trek a Law & Order), musica (da Justin Bieber a I Think We're Alone Now di Tiffany) e sport (da Tom Brady a... Clubber Lang)... è molto autoironico scrivere il personaggio di Samantha L. Jackson (Amanda Seyfried) totalmente ignara che l'Enterprise sia qualcosa di più che una semplice astronave e così "analfabeta di cultura pop" da non essersi mai accorta di come il suo nome abbreviato (Sam L. Jackson) sia uguale a quello di un attore famosissimo che, parole di Ted, è il nero che si trova in ogni film (soprattutto in ogni popcorn movie). MacFarlane è in gamba e sa che per non alienarsi completamente il pubblico femminile (anche se le donne, ormai, sono molto più presenti nelle comunità geek rispetto anche solo a venti anni fa) deve avere una fonte critica rappresentata nel film dall'indifferenza (Samantha) o dall'aggressività (Guy si diverte a maltrattare fisicamente i nerd del ComicCon) nei confronti della sempre più dominante cultura pop.
Classy
Come viene spiegato bene da Seth MacFarlane nella bella intervista ad Andrea Bedeschi: inserire dei momenti musical nel film per lui è una roba di classe che ha imparato da piccolo da uno dei suoi maestri ovvero Mel Brooks. L'inizio con elaborato show in costume alla Busby Berkeley (citato a sua volta da Brooks nel finale metacinematografico di Mezzogiorno e Mezzo di Fuoco) dà subito l'idea ma non dobbiamo mai dimenticarci che stiamo parlando di un artista che sa suonare il piano, sa cantare da crooner, non se la cava male nemmeno con il soul (gag brillante in aula che ricorda lo humour dello sketch processuale di Ridere per Ridere di Zaz/Landis: "Ted... lei pensa di avere un'anima?" e Ted si mette a cantare il genere soul perché la domanda può avere un doppio senso) ed è stato già nominato all'Oscar, con Walter Murphy, per la canzone Everybody Needs A Best Friend del primo Ted.
Conclusioni
Abbiamo visto anche la bambola assassina Chucky partecipare alla rissa finale al ComicCon e in fondo Chucky è uno dei tanti punti di riferimento per MacFarlane. Ted avrà, infine, un figlio? E suo figlio avrà un'orsacchiotto di peluche con cui giocare? Siamo molto curiosi di vedere come proseguirà quella che potenzialmente potrà diventare una saga redditizia e divertente. Questo sequel ha cuore e qualità. MacFarlane, dopo la chicca più sperimentale Un Milione di Modi per Morire nel West (2014), sa che Ted è il suo orsacchiotto dalle uova d'oro verso cui tornare in ogni momento per poi lanciarsi in progetti più rischiosi. Siamo convinti che questo orsacchiotto... avrà vita lunga.