Bad Movie - Star Wars: Gli Ultimi Jedi, di Rian Johnson
Il Bad Movie della settimana è Star Wars: Gli Ultimi Jedi, capitolo VIII della saga di Guerra Stellari scritto e diretto da Rian Johnson
Attenzione: l'articolo contiene spoiler sul film!
Palingenesi
La "galassia lontana lontana" inventata nel 1977 da George Lucas ha bisogno di un ricambio generazionale e di una serie di guide diverse. I giovani scalpitano mentre i vecchi sentono necessario il momento di togliersi dalle scatole. È un'idea che gli Stati Uniti d'America mettono alla base del loro essere comunità. Lo vogliono tutti il cambiamento, nel lato Chiaro come in quello Scuro. Nel bene, quindi, e nel male. Consciamente o inconsciamente. È una motivazione insita fuori e dentro il testo, in tanti personaggi e filmmaker coinvolti in questo racconto e produzione cinematografica. È logico. Chi è che scalpita nel film? L'aitante Poe Dameron, il quale se ha un limite è quello di essere fin troppo sensibile all'istantaneità dell'atto eroistico (è un maschio impetuoso che non capisce gli schemi a lungo termine partoriti da menti femminili come quelle di Leia Organa e del Vice-Ammiraglio Holdo), l'eterno bamboccio rancoroso Kylo Ren (papà Han, mamma Leia, il boss Snoke, zio Luke, Sith, Jedi, Ribelli... devono scomparire tutti per lui per un nuovo inizio senza padri e madri), Maestro Yoda (dopo aver distrutto i simboli della tradizione Jedi esalta l'importanza del fallimento personale nelle vite di tutti noi e quindi anche degli Jedi aggiungendo riguardo gli eroi del domani: "Noi siamo il terreno su cui essi crescono, questo è il vero fardello di tutti i maestri") e a suo modo lo stesso Luke Skywalker il quale, estremamente turbato e confuso da ciò che accadde tra lui e Kylo Ren in passato, ha deciso che in attesa di avere le idee più chiare circa il futuro della galassia, non rispetterà più le antiche regole della pedagogia Jedi passando le sue giornate ad Ahch-To mungendo, pescando e rimuginando circa le ferite del passato come solo i vecchietti sanno fare.
C'è solo un personaggio, tra i protagonisti de Gli Ultimi Jedi, "conservatore" ed è Rey la quale, come i bimbi del pianeta Canto Bight, giocava da piccola con le scope come fossero lightsaber con la testa persa nelle stelle visto che, come le ricorda Kylo Ren: "I tuoi genitori ti hanno venduta per comprarsi qualcosa da bere" (sarà proprio vero?). Chi viene dal nulla, chi non fa parte di un lignaggio, non ha problemi psicologici di ego (chi sono io rispetto ai miei leggendari parenti?; ovvero la domanda che turba da sempre Kylo Ren), non è abitato da sensi di colpa lancinanti (come Luke Skywalker) ed è solo davanti a una scala sociale che lo può portare solo verso l'alto. Se Rey si trova in compagnia di Luke Skywalker... prova soggezione esattamente come Rose Tico quando incontra Finn. Ma poi, due scene dopo, la nostra Rey sarà pronta a picchiare Skywalker per scuoterlo da questo infantile pessimismo figlio, se ci pensate, della vanità (come se Luke Skywalker, in quanto tale, non potesse fallire). Il futuro e la palingenesi, dunque, sono una sana ossessione della cultura nordamericana ben rappresentata dentro Star Wars: Gli Ultimi Jedi. Rey sarà costretta alla rivoluzione dolorosa perché è ella stessa l'emblema del trauma della modernità (non abbiamo mai visto una femmina autodidatta così potente con la Forza dentro i Guerre Stellari). Rey, in piena sintonia con gli archetipi mitologici del viaggio dell'eroe, crescerà ulteriormente in questo episodio quasi contro la sua volontà. E diventerà proprio lei simbolo e titolo ("The last Jedi" al singolare come da originale) di questo bellissimo capitolo VIII.
"Non divertirti! Non divertirti!"
Conclusioni
È lo Star Wars in cui c'è sesso acrobatico fuoricampo (cosa mai avrà combinato il Maestro Apri Codice di un fuggevole Justin Theroux a Maz Kanata?), animalismo come mai (pure Chewbecca si sente in colpa e non riesce a mangiare il "porgetto arrosto"), women power alle stelle (donne in posizioni gerarchiche superiori ai maschi nel film: Leia, Rose Tico, Vice-Ammiraglio Holdo, Rey, Captain Phasma) e messaggi subliminali di fratellanza mondiale (due sorelle orientali perbene legate dentro il racconto da un simbolo di mezzaluna che per noi vuol dire Islam da secoli e secoli).
Mai come dopo la visione di questo film siamo convinti che tutto questo non si fermerà a dicembre 2019 con la chiusura della terza trilogia in 40 anni quando arriverà in sala Episodio IX.
Tanto tempo fa in una galassia lontana lontana si continuerà a raccontare il nostro futuro.