Bad Movie - Sicario, di Denis Villeneuve
Il Bad Movie della settimana è Sicario di Denis Villeneuve, presentato in Concorso al Festival di Cannes. Con Emily Blunt, Josh Brolin e Benicio del Toro
Il silenzio dell'innocente
Tre i punti di contatto fortissimi tra il gran bel film di Denis Villeneuve e il capolavoro di Jonathan Demme Il Silenzio degli Innocenti (1991).
La protagonista di Sicario Kate Macer è un'agente dell'Fbi divorziata e senza vita privata la quale ha dovuto rinunciare alla propria femminilità (il collega Reggie la invita ad essere più "donna") per adeguarsi a un mondo prettamente maschile. La Clarice Sterling di Jodie Foster, meno attratta nel film al capo Fbi Jack Crawford rispetto al romanzo di Thomas Harris che ispirò la pellicola, è anche lei una donna quasi totalmente priva di sensualità e aliena all'erotismo. Kate è più un ex donna mentre Clarice è ancora una bambina.
Kate incontra il suo Hannibal Lecter nella figura del misterioso Alejandro interpretato da Benicio del Toro. Chi è costui? È un pubblico ministero messicano come sostiene Matt Graver (Josh Brolin), il quale a sua volta sostiene di essere un funzionario del Dipartimento della Difesa, oppure no? Chi è Alejandro? Chi è Matt? Uno è molto riservato mentre l'altro va in giro in ciabatte e ama gli istrionismi dei texani. Alejandro partirà in giacca e finirà in tuta mimetica. Ha incubi e un passato di traumi e perdite. Sa essere gentile e per questo avrà sempre gli occhi di Kate addosso. Costui è la metà oscura o meglio quella porzione di mondo che Kate non è ancora mai riuscita ad illuminare. Sembra che lo sconosciuto nel quale la nostra eroina si è imbattuta debba e possa aiutare lei e Matt ad eliminare un signore della droga messicano la cui spietatezza ha quasi fatto fuori Kate nei primi minuti del film. Forse Alejandro è un criminale usato per prendere, ed eliminare, un altro criminale proprio come fa Jack Crawford con Hannibal Lecter nei confronti del serial killer Buffalo Bill. E come Hannibal prova interesse per Clarice, Alejandro sembra avere un debole per Kate. "Mi ricordi una persona molto speciale" dirà Alejandro a Kate in un momento di dolcezza. Prima però l'aveva parecchio inquietata dicendo invece: "Nulla avrà senso per le tue orecchie americane". L'altalena tra affetto e severità segnerà i rapporti che Kate avrà sia con lui che con Graver. Ma con Alejandro c'è un'intensità maggiore, come se i due condividessero un segreto o fossero stati innamorati in un'altra vita. Proprio come succede tra Clarice e Hannibal.
I visori notturni, attraverso cui puoi attraversare quegli ingarbugliati tunnel scavati dai cartelli della droga lungo il confine tra Messico e Stati Uniti, sono gli stessi visori notturni usati dal serial killer Buffalo Bill per rapire le sue vittime e poi muoversi nell'ombra dell'ampio sotterraneo dove tiene rinchiuse le sue "ragazze". Userà il suo visore per cercare di uccidere Clarice, ma lei riuscirà a sentire la sua diabolica presenza lo stesso. Qui in Sicario Villeneuve li usa, come tanti altri strumenti del suo bellissimo film, in chiave sia letterale che metaforica. Sono degli strumenti necessari per percorrere e sopravvivere nei tunnel durante i decisivi minuti finali ma sono anche l'ennesimo invito per Kate a vedere il mondo in modo diverso e cambiare dunque prospettiva sulla realtà. Un altro elemento letterale e metaforico del film è il confine. E' quello reale e tangibile tra Stati Uniti e Messico ma è anche quello simbolico tra Bene e Male, Poliziotto (Kate) e Criminale (Alejandro? Matt?), Indagine e Guerra. Ancora una volta Villeneuve punta sulla semplicità di una doppia lettura per un cinema sofisticato ed estremamente accessibile allo stesso tempo.
Pulci sulla schiena della bestia feroce
Il convoglio di macchine nere riprese dall'alto grazie alla morbida fotografia di Roger Deakins vede Kate, Matt e Alejandro seduti sui sedili di questi piccoli carri armati in borghese. Il convoglio cerca di penetrare velocemente e disciplinatamente una zona del Messico quasi totalmente controllata dai signori della droga. Bisogna attraversare Juarez, la città dove i cadaveri sono appesi a testa in giù e la sera ci si spara da una casa all'altra. Viste dall'alto quelle macchine nere sembrano delle piccole pulci che provano a correre sulla schiena di un'enorme bestia feroce ben attente a non svegliarla. Se la bestia si destasse, se la bestia si accorgesse della presenza delle pulci, potrebbe scrollarsele di dosso o peggio mangiarsele in un sol boccone. Il convoglio deve correre, passare inosservato e, se tutto va bene, sopravvivere a quel campo minato. E' forse la sequenza più impressionante e affascinante di tutto il film. Viste dall'alto quelle pulci sono veramente piccole e indifese rispetto al terreno arido e minaccioso che le circonda. Riusciranno a sopravvivere?
Il Mondo è Loro
Sicario è uno di quei film che potrebbe veramente deprimerciSicario è uno di quei film che potrebbe veramente deprimerci. Perché? Perché ci dice che il mondo è loro (e per loro non intendiamo solamente i signori della droga) e non nostro e perché ci dice che gli individui non contano niente. Il film inizia con Kate sconvolta dall'aver trovato dei cadaveri nascosti tra le mura di una villetta dell'Arizona. Lei, agente dell'Fbi, vorrebbe capire cosa è successo e verrà utilizzata dai suoi superiori come membro aggiunto di un'operazione segreta. Sarà realmente così o la stanno manipolando? E' un'indagine. Poi però dall'Arizona passiamo al Messico, dall'indagine alla guerra, dal Fbi alla Cia, dal poliziotto al soldato, dall'arresto all'azione militare, da Kate ad Alejandro (è lui il protagonista del gran finale). Tutto il film è un doppio gioco. Nei confronti di Kate e anche nei confronti di noi spettatori. Sicario ci ricorda di quanto siamo piccoli e all'oscuro dei patti diabolici che in guerra si possono stringere per far fuori un nostro ex amico (il Messicano) servendosi di un ex nemico (il Colombiano). Se Kate non capisce niente di tutto ciò che la circonda nonostante sia un agente smaliziato e allenato dell'Fbi (ben più della recluta Clarice Sterling), come possiamo anche solo lontanamente pensare che noi come privati cittadini potremo mai decodificare le dinamiche politiche che si materializzano ora dopo ora e giorno dopo giorno lontano dal nostro sguardo? Noi ignoriamo. Noi non sappiamo. Noi siamo Kate e siamo anche il bambino messicano che non capirà perché il suo papà poliziotto, improvvisamente, non tornerà più a casa. Montando parallelamente all'indagine di Kate-Matt-Alejandro la vita domestica di questa simpatica famigliola messicana di cui inizialmente non capiamo il ruolo all'interno del film, Villeneuve ci vuole dire, attraverso l'intelligente sceneggiatura di Taylor Sheridan, che i cartelli della droga messicani sono dentro le famiglie apparentemente più lontane da abitudini criminali. E noi, le pulci, non ci possiamo fare niente. Come Kate, la quale nell'ultima sequenza entrerà in contatto con il lato più spietato di Alejandro nonostante lui le dica: "Mi ricordi mia figlia". E' qui che Sicario e Il Silenzio degli Innocenti prendono due strade divergenti dopo aver condiviso non poco.
Clarice e Hannibal vinceranno insieme.
Kate e Alejandro perderanno insieme.
Anche lui, in fondo, è stato solo una pedina.