Bad Movie: PPZ - Pride + Prejudice + Zombies, di Burr Steers

Il Bad Movie è l'adattamento dell'ormai storico mashup Orgoglio Pregiudizio e Zombi di Grahame-Smith. Ne è uscito un gioiellino

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Spoiler Alert

Dirottare

Nella bellissima intervista esclusiva per BadTaste.it con Gabriele Niola, il regista e sceneggiatore Burr Steers ammette di aver "dirottato" l'adattamento del best-seller del 2009 firmato Seth Grahame-Smith Orgoglio, Pregiudizio e Zombie... verso territori drammaturgici a lui cari. Ma più si legge l'intervista, più invece è chiaro che Steers non abbia affatto dirottato, o plasmato, il progetto in relazione a suoi gusti particolari, quanto piuttosto lo abbia invece riportato verso una maggiore sintonia con l'originale letterario da cui evidentemente le ultime versioni di sceneggiatura si erano assai distaccate. Parliamoci chiaro: il film era finito in un production hell altrimenti non sarebbero passati sette anni dal successo del libro all'adattamento su grande schermo, altrimenti Natalie Portman non si sarebbe lentamente distaccata emotivamente dall'idea di volerne essere protagonista (anche se mantiene un ruolo da produttore) e altrimenti non sarebbe arrivato al cinema prima di PPZ addirittura La Leggenda del Cacciatore di Vampiri (2012) da Il Diario Segreto di Abramo Lincoln, secondo mashup letterario di Grahame-Smith del 2010 scritto in fretta e furia per sfruttare il successo di PPZ. Il progetto era morto e Steers l'ha resuscitato. A Niola, poi, il regista-sceneggiatore ribadisce il suo motto: "steampunk sì, ma non troppo" e infatti è anche questo uno dei segreti di questa gioviale produzione cinematografica. L'esteriorità non prende mai troppo il sopravvento. Sembra che l'uomo ucciso rapidamente da Samuel L. Jackson in Pulp Fiction senza che si potesse nemmeno alzare dal divano dopo aver preso da mangiare al Big Kahuna Burger... sia riuscito in prima persona a creare uno script e poi un ambiente e poi uno stile di riprese adatto a far arrivare sullo schermo ciò che di buono abbiamo visto. E cioè...

Sentimento, commedia... e zombi!

Dopo dieci minuti Steers e il suo formidabile cast ti fanno credere a tutto

Ce l'hanno fatta. Passano i minuti iniziali con prologo concitato ma chiarissimo che ti spiega come gli zombi siano ormai una realtà inglese fin dai primi del 1700... ed ecco sposarsi benissimo il ballo horror tra le simpatiche sorelle Bennett (Elizabeth, Jane, Lydia, Mary, Kitty), con daghe e stiletti nelle giarrettiere nonché reduci da educazioni militari all'estero (Liz è stata in Cina), e i maschi del grande romanzo sentimentale del 1813 firmato Jane Austen. C'è il tenebroso Darcy (con un cappotto molto cool e un ruolo da leader dell'esercito contro gli zombi), il gioviale Bingley (Douglas Booth è nato per questo ruolo di delicata e fragile bonomia), l'ambiguo Wickham e l'insopportabile pastore anglicano Collins (una vera scoperta il Matt Smith del penultimo e undicesimo Doctor Who in un ruolo così comico). Siamo nelle campagne dell'Hertfordshire (fedeli alla Austen) a due passi da una Londra forse cinta d'assedio con unico ponte da tenere sotto controllo pena la perdita della sicurezza cittadina (se Londra viene contaminata... sono guai vista la sua densità abitativa). Dopo dieci minuti Steers e il suo formidabile cast ti fanno credere a tutto: agli zombi, alle buone maniere, ai balli buffi, alle madri apprensive, ai padri amanti del ribellismo delle figlie (simpatico Charles Dance come Mr. Bennet) e al perenne classismo britannico fatto di parecchio orgoglio e lancinante pregiudizio nei confronti dei sottoposti campagnoli (guardate Liz Bennett come viene sfottuta perché ha studiato in Cina e non nel più esclusivo Giappone) o... zombi.

Scelta di classe

Sono brutti, sporchi e certamente difficili da accettare a un ballo dell'alta società, anche se di campagna come quella in cui gravitano le Bennett Sisters e le loro nemiche altezzose. Il problema non è che siano morti... ma che siano sgradevoli. Allora ecco che, essendo Liz una proto femminista impegnata a contrastare l'idea della ragazza inglese pronta ad accettare tutto, la sua vicinanza di classe, per non dire politica, alle istanze degli zombi portatele davanti agli occhi dall'apparentemente-ribelle-sociale-anche-lui Wickham si sposino perfettamente con l'animo rivoluzionario della nostra bellissima guerriera protagonista. Liz vorrà capire gli zombi e Liz, organicamente al testo meraviglioso della Austen, è assolutamente plausibile che veda nella voglia di avanzamento sociale dei non morti una possibilità per la sua generazione di cambiare alcune delle regole dei "grandi". Il perfido, ma intelligentissimo, Wickham lo intuisce e quindi eccolo parlare a Liz di vere e proprie responsabilità generazionali per quanto riguarda la giusta battaglia per un superamento della posizione ottusa del presente al fine di passare a un nuovo approccio diplomatico con la sempre più schiacciante comunità degli zombi. Grazie alla penna di Steers tutto fila liscio. Le motivazioni della nostra eroina verso gli zombi, le schermaglie amorose, le espressioni dell'epoca (“Mi auguro che questa lettera possa mitigare il suo risentimento nei miei confronti”), l'understatment hitchcockiano ("È la sub-valutazione, la sub-estimazione" spiega perfettamente il Maestro del Brivido a Truffaut nell'epica intervista-conversazione) che giustifica il fatto che nessuno di questi inglesi dei primi dell'800 batta più di tanto ciglio circa il fatto che dietro un cespuglio possa trovarsi un non morto bavoso pronto a morderlo.

Casting

Eccellente per quanto riguarda TUTTI i ruoli, anche quelli secondari (ma quanto è divertente e saporita Sally Phillips come Mrs. Bennett?). Bella, brava e con un seno compresso nel corpetto perennemente al centro dell'inquadratura (come dire: è prigioniera anche a livello fisico), Lily James è soda e sgargiante come Liz Bennett sicuramente più corposa e carnale rispetto all'ultima sua grande apparizione al cinema con il corpo minuto di Keira Knightley. Tenerissimo al suo fianco il Mr. Darcy di Sam Riley (ben nove anni più vecchio della collega James), il quale decide di recitare con l'enorme frangia piuttosto che con altre parti del corpo visto che Darcy è così contegnoso e apparentemente anaffettivo da dover sempre risultare il massimo dell'inespressività in ogni fotogramma del film. Riparliamoci chiaro: qualsiasi adattamento di Orgoglio e Pregiudizio, con zombi o senza, non può riuscire se non funziona la litigiosa love story Liz-Mr. Darcy. Qui funziona alla grande. Entrambi sono esilaranti da vedere nel film quando sfogano la loro frustrazione sessual-sentimentale nell'arte del combattimento (Darcy, da solo, si trasforma addirittura in Edward Mani di Forbice tagliando come un matto le siepi del giardino!) e quando cominciano a spogliarsi a vicenda combattendo... non può non tornare alla mente la scena ad alto tasso di giocoso erotismo latino tra Antonio Banderas e Catherine Zeta-Jones ne La Maschera di Zorro (1998) dell'eternamente sottovalutato Martin Campbell.

Conclusioni

Esiste sia un prequel che un sequel letterario al primo fortunato mashup di Grahame-Smith del 2009. Se riusciremo a rivedere questa notevole Liz Bennett in azione... dipenderà solo dagli incassi mondiali di questo primo film di Steers. Le intenzioni di andare avanti creando un vero e proprio franchise sembrano esserci tutte ma per proseguire occorreranno orgoglio, pregiudizio, zombi... e grandi incassi.
E quelli al cinema oggi sono più difficili da scovare rispetto ai non morti.
Molto più difficili.

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