Bad Movie - Oceania, di Ron Clements e John Musker

Il Bad Movie della settimana è Oceania di Ron Clements e John Musker, nuovo grande cartoon Disney del 2016 dopo Zootropolis

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Spoiler Alert

Origine del destino

"La dea universale appare agli uomini sotto molteplici aspetti, perché gli effetti della creazione sono infiniti, complessi e in contraddizione tra loro quando vengano considerati dal punto di vista del mondo creato. La madre della vita è al tempo stesso la madre della morte; essa si maschera assumendo le brutte sembianze della fame e della malattia". Joseph Campbell, L'Eroe Dai Mille Volti, Guanda, Seconda Edizione Marzo 2004, pagina 261.

Te Ká

La principale antagonista in Oceania, nuovo cartoon Disney e primo integralmente in 3d e al computer da parte dei veterani Clements & Musker de La Sirenetta (1989) e Aladdin (1992), non è cattiva. È solo incavolata come una bestia. Potete vederla enorme, sovrastante e ricoperta di lava ma allo stesso tempo, come sa bene il Joseph Campbell alfiere della mitologia comparata, se i protagonisti del film Vaiana (principessa polinesiana) e Maui (semidio sempre polinesiano) le restituissero qualcosa che un tempo era suo, allora tutto potrebbe rientrare e tornare ad essere più bello. La nostra terra ci può stupire quando vedendola dall'alto, non la riconosciamo più (o non la conosciamo proprio, come ci dice Lion di Garth Davis attraverso il suo uso pratico e poetico di Google Earth). Forse l'inquadratura più bella di tutto Oceania è uno sguardo dall'alto dove la nostra protagonista Vaiana si rende conto che il mondo che pensavamo di conoscere ha cambiato forma, o meglio ha smesso di essere immobile al nostro sguardo e alla nostra azione sbagliata per trasformarsi e, secondo le parole del Campbell molto amato e preso come riferimento anche da Clements & Musker, "assumere le brutte sembianze della fame e della malattia".
Qualcuno si è incavolato anche questa volta con i due bravissimi registi Disney.

Tradimenti

Dove è finita Hina? Se lo chiedono degli antropologi hawaiani di fronte alla solitudine da rockstar reclusa, e anche un po' delusa dal mondo, nella quale troviamo il nostro coprotagonista Maui in Oceania. Già Clements & Musker fecero incavolare i greci cambiando la storia di Ercole in Hercules (figlio di un adulterio? Non è molto Disney). Ora a protestare sono i polinesiani. Ma Hina non è vicina a questo tipo di prodotto audiovisivo. Neanche un po'. È lontanissima e complicata da inserire in un cartoon visto che lo stesso mito la vede prima madre, poi sorella più grande, poi addirittura moglie del nostro Maui. È un film Disney. Come fai? Allora ecco ancora Campbell che come la zuppa tanto amata da Andy Warhol può diventare la scatoletta magica e soluzione seria perché "serializzabile" nel tempo. Si può tradire il mito e giocarci per rimodellarlo e sì partire dalla Polinesia ma poi voler anche poter arrivare a far vedere qualcosa di interessante a uno spettatore di Parigi, Tokyo, Bari o Buenos Aires. Clements & Musker guardano il Lucas di Guerre Stellari e dicono: "Beh... se l'ha fatto lui! Perché noi no?". Il problema, o meglio la soluzione, è che Lucas, come Tolkien, ha risolto la faccenda della fedeltà e della suscettibilità dei mitografi autoctoni grazie a una parolina magica: fantasy. Se prendi da tutte le mitologie e poi crei un tuo universo... puoi modellare, nominare, tradire, adattare e quant'altro. Se fai un film dove un personaggio realmente inesistente (nella realtà) ma amatissimo nella mitologia polinesiana (sono le favole dell'umanità) è coprotagonista, devi mettere in conto che qualcuno non la pensi proprio come te. Ma ora è il caso di entrare più nel film.

Lei & Lui

Vaiana è una ragazza tosta ("badass" è l'appellativo preferito da Clements & Musker), nonché Principessa, in contrapposizione con il padre perché vorrebbe superare la barriera corallina ovvero esplorare il mondo. Non si capisce bene cosa è successo di brutto ma qualcosa è successo e tutto l'orizzonte della sua comunità pare essere limitato da una sorta di punizione oceanica. Forse la bulimia epica di un maschio semidio di nome Maui (ma in lui noi latini possiamo vedere Prometeo, Ercole, Ulisse) ha superato il limite nella ricerca di qualcosa da strappare al Mistero della Creazione. L'Oceano in questo film è un personaggio che attira a sé Vaiana e poi la spinge di qua e di là (entrando in contrapposizione con Maui che vorrebbe espellerla dall'avventura epica in quanto "non qualificata"). Clements & Musker hanno avuto l'umile intelligenza di recuperare i flutti gommosi silenti ma con personalità del James Cameron di The Abyss (1989) per personalizzare un'acqua che non abbiamo mai visto così sexy e bella in nessun cartoon prima di Oceania, compreso Alla Ricerca Di Nemo (2003). Il film è un trionfo di acquamarina, turchese, mille gradazioni di verde e poi carbone, rosso, zaffiro. Oceania ti stende e dal punto di vista cromatico sembra tutto più acceso e vivace rispetto al solito. Una volta che la Principessa Badass Matura e il Semidio Rockstar Bambinone ("Senza il mio amo, non sono niente!" piagnucolerà quando avrà il coraggio di esprimere le sue vere emozioni nonché il motivo del suo ritiro dalla scena) avranno capito come aiutarsi l'un l'altro (leggi: Vaiana è la nuova leader in grado di capire quanto, di questi tempi, sia necessario deviare dal testosteronico approccio mitologico del bamboccio Maui per creare discontinuità politica e rimettere a posto le cose) allora Oceania arriverà alla fine dei suoi esplosivi e sfavillanti 107 minuti.
Prima ci sono state una serie di avventure e prove action da superare. Ma il cuore del film è il viaggio on the sea di una strana coppia. Lei umana badass leader politica scelta dall'Oceano, lui semidio smargiasso dipendente sia dall'ego che dall'amo (l'oggetto magico assai importante per il Chris Vogler de Il Viaggio Dell'Eroe). Lui ha dei buffi tatuaggi in 2d che gli remano contro come fossero una versione di sé più umile, piccola e legata a un'esperienza del passato dimenticata dal Maui di oggi (che idea geniale). Lei si porta dietro un gallo deficiente (HeiHei) come monito contro la presunzione.

Conclusioni

Forse la Golden Age dell'animazione non si è per niente conclusa. E forse la forza propulsiva della Pixar è leggermente andata a contaminare una Disney supervisionata da John Lasseter e quindi sempre più "una cosa sola" con lo studio di Emeryville da cui uscì nel 1995 Toy Story. Nel 2016 abbiamo visto ben due cartoon Disney. Un azzardo per la major. Una sfida vinta. Da una parte un giallo metropolitano dentro un mondo fantasy per soli animali che gioca con il noir (Zootropolis). Dall'altra un'avventura mitologica ambientata nella Polinesia di 3000 anni fa in mezzo a un mare che più bello e accattivante non si può. In entrambi questi racconti è la donna il nuovo intruso nella Stanza dei Bottoni o nelle Camere del Potere. Una linea che Hollywood TUTTA ha portato avanti con sempre più decisione negli ultimi due anni. Anche se la realtà politica Usa... ha preferito vedere un altro film.

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