Bad Movie - La Mummia, di Alex Kurtzman

Il Bad Movie della settimana è La Mummia di Alex Kurtzman, primo appuntamento dentro il Dark Universe in cui i mostri classici Universal interagiranno tra loro

Condividi
Spoiler Alert

Monsters of the Universe

Effettivamente... mancavano solo loro. E l'idea sembra tuttora perfetta... prima che vedessimo Tom Cruise distruggere tutto. Dopo Wonder WomanBatmanSuperman (Dc Comics), Captain AmericaIron ManSpider-Man (Marvel), King KongGodzilla (MonsterVerse) e tanti altri signori e signore... come si sarebbe potuto negare un universo narrativo a star della mitologia moderna del calibro di DraculaL'Uomo LupoFrankenstein o Il Mostro Della Laguna Nera? Anche l'horror vuole la sua saga interconnessa e chi meglio della major hollywoodiana Universal può reclamare tale diritto con titoli in catalogo dell'importanza storica di Dracula di Tod Browning o Frankenstein di James Whale (entrambi del 1931 e all'epoca clamorosi insuccessi commerciali)? È infatti grazie a questa casa di produzione fondata da Carl Laemmle nel 1912 se il genere horror (sviluppato soprattutto dal figlio Carl Laemmle Jr.) trovò a Hollywood piena espressione influenzando tutto il '900 dopo la fondamentale spinta dell'espressionismo tedesco in fatto di prima rappresentazione cinematografica concreta di ombre, morte e terrore (Karl Freund, regista de La Mummia del 1932, era stato direttore della fotografia di Metropolis di Lang e de Il Golem di Boese & Wegener). Così eccoci ad analizzare La Mummia, primo film ufficiale del Dark Universe in cui vampiri, lupi mannari e creature non-morte si sfideranno l'un l'altro per i prossimi dieci anni, se non di più (al momento sono in cantiere dieci film da una media, pensiamo, di 100 milioni di dollari di budget cadauno).
Non più solo supereroi dunque nell'avvenire... ma anche demoniacci. A partire da uno.

Tommy The Mummy

Il vero mostro è lui. A 54 anni di età e già con ben due franchise in attività (uno, Mission: Impossible, in forma smagliante; l'altro, Jack Reacher, reduce da un secondo capitolo orribile), Tom Cruise prende in ostaggio il Dark Universe della Universal contagiandolo, o maledicendolo per rimanere in tema di dannazioni ancestrali, non solo purtroppo per un film (è questo il punto che lascia forse più perplessi di tutta la faccenda). Il suo personaggio Nick Morton, e come Cruise lo sovra interpreta, è il problema maggiore di una pellicola che fallisce clamorosamente il compito di stabilire un tono e una specificità editoriale a quello che tanti appassionati, horror e non, aspettavano con eccitazione: un universo dove L'Uomo LupoDraculaFrankenstein... e La Mummia avrebbero interagito e si sarebbero presi a mazzate come provò a ipotizzare il famigerato Stephen Sommers in Van Helsing (2004). Purtroppo nel caso di questo film abbiamo visto solo Tommy The Mummy comparire nell'80% delle inquadrature di un banalissimo e anonimo action-adventure per ragazzini (pg-13) scritto male (se anche alla seconda visione non capite cosa c'entrino i crociati... vi capiamo), girato senza alcuna personalità e montato senza dare mai un senso di mistero, viaggio, vertigine o sorpresa. Nick Morton (Tom Cruise) è un sergente dell'esercito americano ma è presentato allo spettatore come se fosse un soldato di fortuna (le divise tende a non indossarle) che fa quello che vuole in Iraq andando alla ricerca di preziose antichità alla Indiana Jones ma senza l'entusiasmo del Dr. Henry Walton Jones Jr. A lui interessano solo i soldi. La sua indipendenza nonsense dall'esercito Usa è il primo madornale errore sulla linea dell'onnipotenza di un uomo  di cui non capiamo limiti e problemi. Semplicemente perché non ne ha. In teoria sarebbe... uno stronzo. Ma veramente vi aspettate che Cruise accetti di interpretarlo in quella chiave? Purtroppo finisce come il Deadshot di Will Smith in Suicide Squad. Sulla carta tanto cattivo e dark ma sullo schermo un cucciolone che più buono e onorevole non si può. Morton interagisce con un'archeologa (zero chimica tra Cruise e Annabelle Wallis), la seduce, le frega una mappa, porta l'esercito americano in una zona dell'Iraq in mano ai ribelli (anche L'Esorcista iniziava in Iraq), rischia di distruggere un paese, sacrificare l'unico poveraccio che lo segue come un amico e mettere a repentaglio il movimento del suo squadrone... e il suo superiore quando lo becca che fa? Assolutamente niente. Perché? Perché Nick Morton è Tom Cruise, semplice.

Poi nell'ordine: verrà maledetto da una principessa egiziana incavolatissima (ma chissà come mai Nick riesce a uscire dalla trance indotta dalla ragazzaccia come e quando vuole lui),  si autotrasformerà nel dio egizio della morte Set (ma attenzione: Nick Morton è in grado di controllare ANCHE il dio della morte che prende possesso di lui; questa è proprio una cosa da raccontare ai nipotini), farà a botte con un certo Doctor Jekyll (Russell Crowe) il quale però in versione Mr Hyde dovrebbe spezzarlo in due ma non lo fa (ovviamente Morton avrà quasi la meglio nella colluttazione). Nel finale lo vedremo diventare mezzo mostro-mezzo dio, resuscitare prima la donna che ha improvvisamente scoperto di amare sinceramente (l'archeologa) e poi anche l'amicone posseduto ben prima di lui che l'aveva seguito e ammonito lungo tutto il film da non-morto come Griffin Dunne faceva con David Naughton in Un Lupo Mannaro Americano A Londra (1981) di John Landis.

Infine, dulcis in fundo, lo vedremo galoppare via come nel finale di Indiana Jones E L'Ultima Crociata (1989) con il Doctor Jekyll che, riflettendo in voice over (Doc aveva addirittura aperto il film prima che arrivasse il Nick Morton Show), ammetterà che ora che il Prodigium ha un alleato così interessante come Nick "Set" Morton... forse il futuro dell'organizzazione segreta presentata in pompa magna e poi però inquadrata come una manica di sfigati pure un po' cretini... potrebbe essere leggermente più roseo. Già... il Prodigium. In teoria ci saremmo dovuti appassionare a questo club scientifico dell'orrore con Russell Crowe al posto di Nick Fury e dalle parti del Trevor "Broom" Bruttenholm del BPRD di Hellboy (2004).
Peccato che il film non sia sul Prodigium.

La Mummia? Una Sofia Boutella tremendamente accessoria che non fa mai paura anche se si divincola sempre perché tanto... lo spettatore sa che c'è Nick Morton nel controcampo, il quale, anche quando lei è diventata più appetibile e femme fatale rispetto al contorto umanoide mummificato ricoperto di stracci con cui ha ricominciato a vivere... non sarà mai minimamente confuso o ammaliato o intrigato o messo in difficoltà né dal fascino della ragazzaccia egizia né dalla sua identità mostruosa.

Conclusioni

Peggio di così non si poteva proprio cominciare.
Zero personalità editoriale (dov'è la specificità dei classici horror Universal?), scorrettezza nei confronti dello spettatore (me lo intitoli La Mummia e poi mi dai due mummie come Cruise e Crowe a darsi le arie per 110 minuti?), nessuna visione (Alex Kurtzman, scriba del maestro popcorn Michael Bay, non è un regista in grado di gestire questa produzione e si vede clamorosamente), casting imbarazzante (due maschi over 50 come Cruise e Crowe che fanno, male, i ragazzini). Ma ciò che sconcerta maggiormente è come il Dark Universe si sia fatto fagocitare da una star che noi amiamo ma che sappiamo avere da sempre seri problemi con la rappresentazione dell'immoralità o quantomeno della problematicità (gli unici che ce la fecero furono il Redford di Leoni Per Agnelli e il Paul Thomas Anderson di Magnolia e non certo né il Mann di Collateral né il Crowe di Vanilla Sky). Tom Cruise sa essere benissimo in grado, quando non ha intorno gente in grado di contenerlo, di mangiarsi intere produzioni e creare dei film che lo venerino dalla prima all'ultima inquadratura.

E questo è qualcosa che ha sempre profondamente irritato l'Academy come nel caso dell'ultimo tentativo Oscar con L'Ultimo Samurai (2003).

Forse la tradizione dei mostri della Universal meritava un attore meno invadente e un approccio più a schiena dritta, intenso e passionale nei confronti del marchio piuttosto che della star.

Siamo veramente sconcertati da questo incipit del Dark Universe. Quando rimpiangi fortemente La Mummia (1999) di Stephen Sommers (è lui il grande vincitore morale oggi)... c'è qualcosa che non va.

Speriamo nel futuro.

Continua a leggere su BadTaste