Bad Movie - Money Monster - L'Altra Faccia Del Denaro, di Jodie Foster
Il Bad Movie della settimana è Money Monster - L'Altra Faccia Del Denaro, quarta regia di un'icona hollywoodiana come Jodie Foster
Sequestratori
Sonny (Quel Pomeriggio Di Un Giorno Da Cani), John Quincy Archibald (John Q), Claudio (Cuore Cattivo), Bernard Ryder (Il Colpo Della Metropolitana), Ryder (Pelham 123 - Ostaggi In Metropolitana remake de Il Colpo Della Metropolitana), Danny Roman (Il Negoziatore), Dalton Russell (Inside Man). Sono tutti sequestratori in grado di prendere possesso del palcoscenico mediatico di un film in cui li vediamo organizzare un'azione mirata il cui esito finale li vedrà prendere e gestire degli ostaggi sia con la polizia sia eventualmente davanti alle televisioni che seguono in diretta l'evento. Certo... ogni sequestratore ha la sua personalità. Sonny è un uomo innamorato di un altro uomo al punto da cercare di svaligiare una banca per finanziargli un cambiamento di sesso che oggi definiremmo alla Wachowski (Quel Pomeriggio Di Un Giorno Da Cani) mentre John Quincy Archibald è un padre di famiglia disperatamente in cerca di soldi per un'altra operazione chirurgica, ma meno scabrosa rispetto a Sonny, al cuore del figlio (John Q). Claudio è un rapinatore in fuga finito nell'appartamento di una ragazza in sedie a rotelle (Cuore Cattivo), Danny Roman è un ex negoziatore che passa dall'altra parte per dimostrare che qualcuno lo vuole incastrare (Il Negoziatore), Ryder 1 prima del rapinatore faceva il mercenario in Africa (Il Colpo Della Metropolitana) mentre Ryder 2 (Pelham 123 - Ostaggi In Metropolitana) è un ex broker di Wall Street timorato di Dio convinto non troppo lucidamente di poter ottenere un ingente riscatto prendendo in ostaggio un vagone della ferrovia sotterranea. A Wall Street è ambientato anche Inside Man (2006) dove Dalton Russell si dimostra di essere uno dei sequestratori più brillanti e morali della Storia Del Cinema. Eh già... perché una cosa ogni tanto emerge da questi tipi di film: la simpatia o anche ragione morale del sequestratore. Ryder 1 e Ryder 2... non sono proprio dei bravi ragazzi. Gli altri dell'elenco... non sono esattamente dei diavoli dell'Inferno. Russell è il loro principe perché a dei modi cool e raffinati da criminale strafico associa anche una missione morale che riporterà giustizia dentro le strade spesso troppo indifferenti di Wall Street. In quell'interessante film di Spike Lee con un magnetico Clive Owen nei panni alla Robin Hood, o meglio Simon Wiesenthal, di Dalton Russell, recitava nel ruolo della "fixer" alla Mannix di Ave, Cesare! dei Coen una certa Jodie Foster. È anche per questo che Money Monster, quarta regia dell'attrice vincitrice di due premi Oscar, sembra apparentemente un film fratello, o meglio sorella, di Inside Man: in quelle stesse strade filmate da Lee dove Foster era una "fixer" tostissima, vedremo agire in Money Monster un altro sequestratore mosso da disperazione e indignazione quasi simpatiche. Il suo nome è Kyle Budwell.
Chissà chi vorrà mai punire.
George Clooney
Ma Kyle (Jack O'Connell) ha il diritto di indignarsi? Forse no. È un maschio idiota e bambinesco che frigna come un bebè durante l'atto sessuale, passa le giornate a vedere il programma di consigli finanziari via cavo Money Monster condotto dal clownesco Lee Gates (George Clooney) e investe 60 mila dollari ottenuti dall'eredità della mamma da poco deceduta dopo essersi fatto convincere dallo show di Gates a puntare tutti i risparmi del genitore morto nella IBIS Global Capital. Kyle comincia come indignato per finire come insultato. Riceverà il "cazziatone" più esilarante che un sequestratore abbia mai ricevuto in un film allorquando la sua imminente ex fidanzata lo aggredirà in diretta tv invitandolo caldamente a farla finita davanti a tutti. È il momento più bello e sorprendete del film perché la Foster frega noi spettatori ribaltando il cliché del genere che sta esplorando e puntando ad invertire il coro esterno che di solito fa: "Non lo fare! Non lo fare!" in: "Fallo! Fallo!". Una novità non solo per noi spettatori ma soprattutto per i personaggi del film. Infatti lo sconvolgente sfogo della donna di Kyle, verrà prudentemente e prontamente espulso dal live tv. Ma se questo giovanotto è dunque un "little man" allocco, vittima vittimista del mondo della finanza che lui segue voracemente attraverso il programma sugli up & down borsistici di Lee Gates che a suo dire l'ha mandato in rovina... Lee Gates chi è? È lui il colpevole che merita la morte in diretta tv quando Kyle invade il suo studio facendogli indossare una giacca piena di esplosivo? Forse no. Per la Foster anche Gates è un altro piccolo maschio allocco e gonfio di testosterone, meno leader e meno pappa & ciccia con la grande finanza rispetto a quanto lui stesso possa o voglia pensare, seguito come un'ombra da una donna-madre-mentore-controllore-protettrice interpretata con la consueta scabra fierezza da una Julia Roberts, qui nei panni della sua produttrice perennemente connessa con auricolare Patty Fenn. La vedremo cominciare il film come la Winslet di Steve Jobs (insegue affannata il maschio dominante per i corridoi) e la vedremo finirlo come la Zellweger di Jerry Maguire (la donna innamorata ma perennemente ignorata ha finalmente acchiappato il maschio funambolico). In mezzo ci saranno hacker islandesi che parlano come Yoda (un impiegato dello show tv di Gates li usa per avere immagini di qualcuno ripreso dalle telecamere sparse nel mondo), matematici sudcoreani con le unghie smaltate che negano con forza la responsabilità informatica nel sospetto crack da 800 milioni della IBIS che ha messo sul lastrico Kyle ("Non è stata colpa del computer! Ci sono impronte umane dappertutto"), poliziotti provenienti dal cinema di Spike Lee (Giancarlo Esposito) che annaspano per le stesse identiche strade di Inside Man e una pr della IBIS anche lei dietro a un maschio presuntuoso e irresponsabile come Kyle e Lee.
Man Monster
Più passano i minuti, più la faccenda si fa chiara anche per quanto riguarda la volontà della Foster di curare la regia di questo film. Dentro la strutturata tradizione delle pellicole con sequestro mediatico, l'ex enfant prodige lanciata dallo Scorsese di Taxi Driver (1976) dichiaratasi pubblicamente gay in diretta tv ai Golden Globe del 2013... racconta la storia di emancipazione e conquista di tre donne su tre uomini. La prima si chiama Molly, lavora sottoterra (quando la intercettano non sa che il suo fidanzato è in tv da ore) e brutalizzerà in diretta il sequestratore ("Sei uno stronzo, una merda, uno stupido. Sei un fallito") invitandolo a "premere quel cazzo di grilletto" in quanto "fichetta" in grado di rovinare la vita a lei e alla prole in arrivo (sta per partorire un figlio da lui e ovviamente non sapeva niente dei 60 mila dollari investiti dal suo ex uomo). La seconda si chiama Diane Lester e capirà nel corso degli eventi che il suo capo della IBIS Global Capital, nonché paternalista amante, l'ha ingannata con grande nonchalance mandandola in tv a difenderlo mentre lui speculava in Africa con i soldi degli investitori. La terza e ultima signora del film fa all'anagrafe Patty Fenn e avrà come obiettivo quello di rimanere vicina al suo maschio-bambino Lee Gates proteggendolo dal sequestratore per arrivare al risultato finale di ricevere una vera e propria dichiarazione d'amore da colui che sembrava interessato solo a divismo, cene fuori e pomate erettili.
Romantic Monster
Gli uomini fanno casino e le donne li rimproverano (è qualcosa che emerge anche nell'interessante Where To Invade Next di Michael Moore). Gli uomini ingannano e le donne riparano. Il maschio distrugge il mondo (in guerra e in finanza) mentre la donna è spinta biologicamente alla conservazione. Per la Foster è tempo di nuovi posizionamenti, cruenti e non, dentro l'interminabile guerra dei sessi e quindi ecco Money Monster diventare La Costola di Adamo (1949) con Roberts-Clooney al posto di Hepburn-Tracy.
Alla fine il maschio volpone statunitense fancazzista ma in fondo bravo ragazzo (Clooney ancora efficace nel ruolo) può e deve essere redento sul divanetto di un venerdì sera in pantofole dalla donna forte hollywoodiana (leggi: votate Hillary Clinton alle prossime elezioni) mentre lo young angry man inglese (Kyle ha la bella faccia british di Jack O'Connell) può e deve morire perché troppo "fichetta" di fronte alle trappole della contemporaneità.
Money Monster diventa allora soprattutto una spietata romantic comedy da studio system che non sarebbe affatto dispiaciuta all'ideologia che il Mannix di Ave, Cesare! deve custodire e proteggere.
Roberts e Clooney chiudono ripresi dalla Foster come fossero due piccioncini sopravvissuti a una tempesta di crack finanziari, bugie, cinismo mediatico e diseguaglianza sociale mentre attorno la gente ricomincia tranquillamente a giocare a biliardino, qualcuno diventa una nuova celebrità e qualcun altro giace morto trascurato e dimenticato da tutti.
In primis, dalla regista.