Bad Movie - Maze Runner: La Rivelazione, di Wes Ball
Il Bad Movie della settimana è Maze Runner - La rivelazione di Wes Ball, capitolo finale della saga letteraria con Dylan O'Brien e Kaya Scodelario
Poteva crollare produttivamente al terzo episodio come la sfortunata saga Divergent o poteva addirittura non nascere come franchise sulla scorta delle partenze senza nerbo de La Quinta Onda (2016) o Ender's Game (2013). Invece la saga Maze Runner, tratta dai romanzi di James Dashner, ci saluta al terzo atto senza i fuochi pirotecnici di Hunger Games ma con più di una prova della sua fierezza e qualità medio alta. Parte del merito è sicuramente quello di aver creduto in due ragazzini e, per la prima volta, aver puntato sull'idea di lanciare contemporaneamente e stabilmente un giovane duo attore-regista: Dylan O'Brien-Wes Ball. Sono cresciuti insieme e così come Ball non è più il filmmaker trentaquattrenne del 2014 con in mano un budget, guarda caso, di 34 milioni di dollari, anche O'Brien non è più l'imberbe leader ventitreenne a capo del primo Maze Runner - Il Labirinto. Sono entrambi cresciuti come uomini di cinema e soprattutto Ball dimostra con questo terzo episodio di aver saputo gestire l'azione, l'orrore, la politica e la direzione di un cast dove sono ben amalgamati sia i vecchi (Esposito, Pepper, Gillen e Clarkson) che i giovani. Bello il momento della videointervista del nostro Mirko D'Alessio in cui il buon Wes ammette, un po' come il Cuarón onesto de I Figli Degli Uomini (2006) circa l'omaggio del tutto casuale all'idea spielberghiana (non casuale in Salvate Il Soldato Ryan) del sangue sull'obiettivo durante uno dei mirabolanti piani sequenza gestiti da "Chivo" Lubezki... quanto la sequenza del ribaltamento della jeep nel tunnel con poi seguente avvicinamento della camera all'autoveicolo ribaltato sia stata frutto del puro caso. Però in quel momento c'è anche bisogno di un regista che mantenga il controllo e sia abbastanza maturo da non chiamare immediatamente il cut. Ball ha avuto i nervi saldi, consapevole che gli stuntmen non si erano fatti male in quel momento, e in questo modo ha ottenuto la scena migliore di tutto il film (se volete vederla controllate la videointervista a Ball di Mirko).
Invece, come sapete benissimo, O'Brien si è fatto male durante la lavorazione di questo terzo Maze Runner e il suo ricovero ha aumentato il budget e ritardato le riprese. Nonostante tutto, questa saga è comunque arrivata alla fine con dignità. Da tutti i punti di vista. E generi cinematografici.
Mad Max
Horror
Melodramma
Ci deve essere sempre un pizzico di amor fou, tradimento, tentazione "adultera" tra gli innamorati protagonisti con possibilità di deviazione e contese dell'eroe o eroina del racconto. È successo a Bella in Twilight, Katniss in Hunger Games e ovviamente anche a Thomas in questi Maze Runner, specie nel secondo, La Fuga, dove si palesava in lui il dubbio se fosse più gradevole baciare la guerriera della resistenza Brenda (Rosa Salazar sta crescendo come una nuova Michelle Rodriguez) o il vecchio amore, forse sempre più compromesso dal tempo che passa e alcune scelte morali discutibili, Teresa (una Kaya Scodelario che ci convince sempre di più come nuova Debra Winger, forse leggermente più pericolosa rispetto alla diva americana).
Conclusioni
Parecchi problemi produttivi a parte (bravi però a tenerlo a 64 milioni di budget visto che il secondo La Fuga era arrivato comunque a 61), Maze Runner - La Rivelazione è una buona chiusa di saga. Ci piace la reazione all'azione sui volti delle giovani star presente lungo tutta la pellicola (Ball chiede e ottiene una certa maturità espressiva senza parole al suo cast e qui si sente il cinema adulto di George Miller, George Romero e Walter Hill) e ci fa impazzire il ritorno del Gally di Will Poulter. Terrificante come poliziotto razzista in Detroit (2017) di Bigelow, capace di essere comicissimo in Come Ti Spaccio La Famiglia (2013) di Thurber, questo River Phoenix in versione Lucignolo di Pinocchio sta acquistando sempre più gravitas e controllo della sua arte recitativa.
Ma anche l'infortunatosi sul set Dylan O'Brien e lo sfortunato Thomas Brodie-Sangster (ci riferiamo al destino del suo Newt) hanno dimostrato di saper dare il loro contributo al Maze Runner più maschio e adulto.
Non è poco.