Bad Movie - Love & Mercy, di Bill Pohlad

Il Bad Movie della settimana è Love & Mercy, interessante rivisitazione della vita del leader dei Beach Boys Brian Wilson. Lo interpretano Paul Dano e John Cusack

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Spoiler Alert

Biopic o non biopic?

Questo è il problema. Ma c'è una soluzione: Oren Moverman. Dopo aver diviso in sei Bob Dylan con esiti strabilianti per il bellissimo Io Non Sono Qui (2007) di Todd Haynes, ecco lo sceneggiatore-regista nominato all'Oscar per Oltre Le Regole - The Messenger (2010) fare lo stesso tipo di operazione per il Bill Pohlad di Love & MercyBrian Wilson, nientemeno che il cantore della generazione dei baby boomers e non solo, è uno dei personaggi più importanti del '900 Usa grazie alla leadership indiscussa fin dal 1960 dentro il gruppo diventato sinonimo di delicata spensieratezza. Ci riferiamo ai Beach Boys. Ma se Moverman divise in sei Dylan per Haynes, qui si è limitato a dividere in tre Wilson per Pohlad. Chiariamo subito: un Wilson dei tre, quello cronologicamente in mezzo tra il Brian anni '60 di Paul Dano e il Brian anni '80 di John Cusack, è assai poco importante nell'economia del film. Nel senso... non vogliamo mancare di rispetto a Jeff Holman ma... lo vediamo in dei francobolli di pochi secondi, senza mai una battuta, sempre e solo stravaccato sul letto della famosa stanza della villa di Bel Air in cui entravano Belushi e Aykroyd nel mitico sketch del Saturday Night Live del 1976 in cui costringevano Brian ad andare a fare surf senza fargli nemmeno togliere la vestaglia. L'asse della ripresa sembra proprio quello dello sketch, il letto a baldacchino è identico ed ecco lì giacere un Wilson ciccione, capellone e con barba, senza la minima intenzione di alzarsi. Dimentichiamoci dunque di questo Wilson 3 degli anni '70. E occupiamoci invece degli altri due. Loro parlano e sono i protagonisti dei due segmenti che compongono Love & Mercy.

Wilson 1

Se Moverman divise in sei Dylan per Haynes, qui si è limitato a dividere in tre Wilson per Pohlad

È tempo di realizzare l'undicesimo album. Siamo nella seconda metà dei '60 e Brian, sempre sorridente e allegro nel montaggio girato in 16mm in cui vediamo Pohlad sintetizzare lo straordinario successo del gruppo con situazioni di concerti e videoclip in spiaggia tutti molto armoniosi e delicati, ha una richiesta particolare da fare agli altri componenti della band formata, oltre che da lui, dai fratelli Dennis, Carl, il cugino Mike Love e l'amico Al Jardin. Lui non vorrebbe seguirli in tour (loro lo guardano sconvolti: lì si rimorchia ogni sera!). Lui vorrebbe chiudersi nello studio di registrazione per lavorare di fino a quello che diventerà l'epocale album Pet Sounds (1966). Quando torneranno dal Giappone troveranno canzoni e arrangiamenti già pronti. Quello di Paul Dano è un Wilson 1 bambino, gentile, simile a un boy scout e quasi vergine (ha sposato sua moglie quando lui ne aveva 22 e lei solo 16). Pare imbarazzato e timidissimo ogni volta che è fuori dallo studio di registrazione. Ma una volta lì dentro... eccolo acquistare sicurezza, parlare con turnisti espertissimi con l'autorevolezza di un veterano e lavorare con estrema precisione a capolavori della musica pop come God Only Knows e Wouldn't It Be Nice. Nell'aria c'è una serena rivalità con i Beatles (Brian sente che dall'altra parte dell'oceano c'è parecchia genialità) e un sacro rispetto per Phil Spector (diventerà terrore). Tutto lo adorano. Tranne uno: il padre. Quello che Lex Luthor dice di aver subito fuori campo da piccolo in Batman v Superman: Dawn of Justice... in Love & Mercy lo vediamo in campo, tranne le percosse fisiche (presenti però quando Brian era bambino). Ad ogni incontro tra Wilson 1 e suo papà... c'è un'umiliazione per il nostro povero ragazzo gentile anche genio musicale. Arrabbiato per il fatto di essere stato "licenziato" dal gruppo (il film è poco specifico da questo punto di vista), il genitore è anche lui un produttore musicale sempre pronto a sminuire il figlio (God Only Knows? Troppo melensa e banale; Paul McCartney, invece, la definirà la più grande canzone mai scritta e arrangiata) e ferirlo senza pietà ("Sentite il mio nuovo gruppo! Questo ragazzo ha la stessa voce di Brian!"). Il problema del segmento con Wilson 1 è il suo profondo schematismo. Tutto è perfetto tranne un papà bastardo. La moglie non lo aiuta, gli amici non lo aiutano e i fratelli sono completamente piatti (quando entrano in campo o sono strafatti o sono ubriachi o tutte e due le cose). Wilson 1 non impazzisce come Syd Barrett dei Pink Floyd per un esagerato utilizzo di LSD (lo prova senza alcun problema) o per un'eccessiva meticolosità musicale... ma solo perché il papà è tanto, tanto cattivo (ultima goccia che fa svalvolare Brian: il tiranno vende tutto il catalogo dei Beach Boys per 750 mila dollari). La figura del genitore, altro errore del film, è troppo metafisica. Come fa, da licenziato, ad avere tutto questo potere nella gestione economica dei diritti musicali dei Beach Boys? Mentre siamo sempre più perplessi dall'immotivato dominio di un uomo in grado di far impazzire il nostro adorabile genio musicale boy scout... ecco che Wilson 1 comincia a sentire le voci anche quando si mette le cuffie (bella idea visiva perché combina la concretizzazione di una follia con la quotidianità di un oggetto familiare a Brian e pure a noi; buon cinema horror, in questo caso) diventando sempre più intrattabile con amici e familiari (la moglie è sempre evanescente; molto irritante ma forse una spiegazione c'è). Lo lasceremo andare verso quella versione anni '70 di se stesso stravaccata sul letto con cento chili in più dopo che Pohlad cita 2001: Odissea nello Spazio. In un modo così scolastico e sciatto (occhio che forse compare per pochissimo pure un Wilson 4), da farci sentire delle voci nella testa che dicono: "Ma perché?".

https://www.youtube.com/watch?v=4DbLkuaOGBo

Wilson 2

Tutto un altro film. Anche se c'è un cattivone più sgradevole di Doomsday pure qui. Siamo negli '80, Brian è diventato John Cusack e nonostante qualche tic con la bocca pare solo leggermente rimbambito. Se il film con Wilson 1 è molto dedicato alla costruzione dell'album capolavoro Pet Sounds + inizio di lavorazione al maledetto disco seguente Smile, questo segmento con John Cusack è, essenzialmente, una commedia romantica. When Brian meets Melinda. Cusack ed Elizabeth Banks, c'è da dire, sono una bella coppia. Lei vende le macchine mentre lui gironzola per LA sempre accompagnato da guardie del corpo gestite dal cattivissimo Dottor Eugene Landy, interpretato da un Paul Giamatti che non vuole, o forse non può, essere particolarmente sofisticato nella recitazione. Lunga la tradizione nel noir californiano del dottore dominator nei confronti di star e miliardari (da Vizio di Forma con il finto rapimento del personaggio di Eric Roberts al mitico Verringer di Henry Gibson ne Il Lungo Addio di Robert Altman). In questo caso il povero Wilson 2 è schiavo di un Landy così intransigente da cazziarlo davanti a tutti quando, a una grigliata, l'ex musicista dei Beach Boys ormai diventato nullafacente chiede a Melinda di fargli dare un morso al suo hamburger. Giamatti è una macchietta mentre è poco chiaro il rapporto di lavoro tra Brian e Landy visto che il secondo, oltre che dottore-guru-strizzacervelli-motivatore-amico, pare ricoprire anche il ruolo di manager musicale e finanziatore dei nuovi album del nostro ormai ex musicista paranoico schizofrenico. Il segmento anni '80 sarà una serie di delicati tête-à-tête Cusack-Banks + sfuriate di Landy + tentativo finale di Melinda di sottrarre il buon Brian alle grinfie di un mad doctor con più di qualche interesse economico riguardo la fortuna economica di Wilson. Momento migliore: primo flirt bislacco tra i due dentro una cadillac in esposizione nel concessionario di Melinda. Momento peggiore: la sfuriata di Landy riguardo l'hamburger.

Conclusioni

Wilson 1 e Wilson 2 sono intrecciati tra loro lungo tutto il corso della pellicola. Si fa pertanto avanti e indietro nel tempo passando costantemente da Dano a Cusack e viceversa. Buona idea anche perché... con un approccio così garbato ma completamente privo di mordente, se il film fosse stato prima tutto Wilson 1 e poi tutto Wilson 2... sai che noia madornale? Wilson 3, lo ripetiamo, compare giusto per pochi secondi sempre e solo sdraiato immobile sul letto.
Morale della favola: belle le sequenze in studio (gli appassionati dei Beach Boys e del rock in generale apprezzeranno assai) durante la preparazione di Pet Sounds, simpatico Dano, calibratissimo Cusack e umana Banks.
Tutto sommato è un buon film vittima di due villain troppo rozzi (papà + Landy) con in più una certa mancanza di sottigliezza nel descrivere l'entourage di Wilson (il vero Mike Love si è incavolato perché gli sembra di risultare troppo insistentemente antagonista di Brian in ogni scena in cui compare e non ha tutti i torti) visto l'aspetto melindocentrico dell'operazione.
Pare infatti che la Ledbetter, ancora compagna di Brian oggigiorno, abbia supervisionato le operazioni. Ecco allora perché la prima moglie pare una totale idiota incapace di rendersi conto cosa succede al marito?
Love & Mercy è fedele ai fatti? È fedele alla vita di Brian Wilson?
Domande senza alcun senso. Non è la vita di Brian Wilson. È un film che rielabora in chiave cinematografica alcuni momenti della vita di Brian Wilson.
Io Non Sono Qui fu molto più esplosivo e coraggioso su Dylan. Ma lì c'era un grande cineasta come Todd Haynes alla guida della sceneggiatura del bravo Oren Moverman. Qui il copione del buon Oren è passato per la mani di un produttore cinematografico stimato e stimabile quanto volete ma... alla sua seconda regia dopo un esordio nel 1990.
Forse ci voleva un regista più esperto e vivace per dare a Brian Wilson il film che meritava.

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