Bad Movie - Jurassic World, di Colin Trevorrow

Il Bad Movie della settimana non poteva che essere Jurassic World di Colin Trevorrow, quarto capitolo della saga aperta da Steven Spielberg nel 1993

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Spoiler Alert

NOTA: consigliamo la lettura dello speciale dopo aver visto il film

Jurassic Blasé

Ma come ragiona l'umanità? Possibile che il "meraviglioso" o il "mostro" (dal latino: creatura il cui solo mostrarsi serve da ammonimento) ci interessano giusto il tempo di una visita all'Isla Nublar (uguale a Tomorrowland), qualche acquisto collaterale nei cento negozietti e una cenetta nei mille ristoranti? Ce lo aveva già raccontato Joe Dante ai tempi di Gremlins (il piccolo Corey Feldman è veramente impressionato da Gizmo circa... quindici secondi), aveva recuperato l'idea il bravissimo Seth MacFarlane per il prologo di Ted (l'orsacchiotto di peluche che si muove e parla è una celebrità per qualche anno... poi la gente si stanca e annoia; stiamo parlando... di un orsacchiotto di peluche che parla!) e infine ecco che anche Jurassic World sfrutta la nostra drammatica tendenza all'atteggiamento blasé ovvero indifferente e disincantato nei confronti di qualcosa di stupefacente. Il Jurassic World ha aperto da ben 10 anni con attrazioni come T-Rex, Triceratopo, Mosasaurus, Gallimimus, Pachycephalosaurus, Apatosaurus, Stregosauro, Velociraptor, Pteranodon... e l'affluenza di pubblico è già in calo?

Va bene che 190 chilometri a largo del Costa Rica non è proprio dietro l'angolo... ma come è possibile che il mondo si sia già stufato del ritorno dei dinosauri in soli due lustri? Questo invece ci sbatte subito in faccia il quarto capitolo della saga facendoci entrare nel personale incubo di Claire Dearing (Bryce Dallas Howard) la quale non capisce chi si piega umilmente verso la terra per indagare il nostro passato rispetto a chi si eleva in laboratorio verso altezze che sanno di onnipotenza. Battuta emblematica di Claire: "Abbiamo imparato di più dalla genetica che dagli scavi". Claire è una manager e deve farsi carico della responsabilità di presentare presto al pubblico, e prima al nuovo proprietario della InGen in visita al Jurassic World Simon Masrani (Irrfan Khan), la nuova attrazione Indominous Rex per permettere al parco di avere una nuova impennata negli incassi. Quello che John Hammond presentava al Dottor Alan Grant e alla Dottoressa Ellie Sattler come sogno di una paleontologia in movimento nel primo Jurassic Park (1993) diventa in questo quarto capitolo in senso cronologico ma secondo in senso filologico (Il mondo perduto del 1997 e Jurassic Park III del 2001 è come se non esistessero più)... un'azienda così in difficoltà da doversi inventare una nuova diavoleria per salvare la baracca e contrastare l'atteggiamento blasé. Ottima idea di sceneggiatura perché realistica e ironica. Anche il blockbuster hollywoodiano, in fondo, deve sempre inventarsi qualcosa per stupire il suo pubblico.

Jurassic World

Cuccioli

Il film si apre su due nascite, due gusci, due fratelli. Il guscio si schiude, la zampina esce fuori... oddio... l'occhio sembra già malato. It's Alive! Ma lui vuole realmente esserlo? La creatura animata, o rianimata, è sempre scontenta di tornare tra noi. Dal povero Frankenstein (1931) con Boris Karloff alla Olivia Wilde di The Lazarus Effect (2015), passando per l'Ultron dell'ultimo Avengers (uno dei pochi punti di forza del film: la voce da mal di testa cronico con cui Ultron pronuncia le prime parole con Jarvis dopo essere stato svegliato per il progetto utopistico di Tony Stark). Torniamo ai fratelli: due gusci, due fratelli... ma non per molto. Uno mangerà l'altro.

La creatura animata, o rianimata, è sempre scontenta di tornare tra noi

Stacco. Altri due fratelli ma della nostra specie e pronti a lasciare il guscio già dai primi minuti. Sono esseri umani e arrivano al Jurassic World in grossa crisi: emotiva per quello piccolo (mamma e papà di stanno lasciando e a lui non va proprio) e ormonale per quello grande (guarda quante ragazze esistono al mondo... una più diversa dall'altra!). Sono in pieno allontanamento l'uno dall'altro questi due cuccioli ma il film ha il merito di prendere posizione e dirci che mentre i fratelli umani si possono riavvicinare ("Siamo fratelli, ok?"; forse si poteva fare di più in sceneggiatura) quelli disumani (perché frutto della nostra hybris da ingegneria genetica) nemmeno per sogno: uno ha ucciso l'altro come accadde a Caino con Abele secondo la Bibbia. Non possiamo confondere le acque. Ci siamo Noi e ci sono Loro. E loro... non possono essere usati a piacimento da noi. Lo sa molto bene un uomo di nome...

Owen Grady

Owen ci piace molto. Ammaestra i suoi Velociraptor, li chiama con nomi simpatici (Blue, Charlie, Echo, Delta), ha senso dell'umorismo ma sa molto bene che non possiamo scherzare con il fuoco e pensare di poter usare queste bestie ancestrali come animali domestici. Stupenda la sequenza in cui si trova in mezzo a loro senza alcuna protezione e gestisce la sua fuga con una combinazione perfetta di calma e urgenza. Usare i Velociraptor come soldati dell'esercito americano perché i droni possono essere "hackerati"? Ma mi faccia il piacere... come avrebbe detto il nostro Totò. Owen sa che è folle pensare che un Velociraptor possa militare tra i fanti dell'esercito americano nonostante non escluda che un drone possa essere "hackerato". D'altronde basta essere andati al cinema a vedere Fast & Furious 7. Tutto Jurassic World è un ritorno alla natura. Un classico racconto fantastico dove l'uomo deve imparare a smetterla di giocare a fare Dio. I veri mostri, come al solito, siamo noi. Bisogna smetterla di picchiettare sui vetri come fa sempre Claire all'inizio (bellissimo il suo bussare nervoso sulla parete trasparente oltre la quale l'Indominous Rex si nasconde alla sua vista). Dobbiamo accarezzare la carne. Quella di un Apatatosaurus in fin di vita, quella di Owen Grady (Claire all'inizio lo accusa di puzzare), quella di tuo fratello, quella di un Velociraptor con cui sai che, dopo quel contatto rispettoso, non avrai più nulla a che fare. Perché loro sembra che si stiano organizzando.

jurassicworld1

L'alba del pianeta dei dinosauri?

Ci sembra che il coinvolgimento nel copione di Rick Jaffa ed Amanda Silver sia emblematico. Il film prende molto dai due notevoli L'alba del pianeta delle scimmie (2011) e Apes Revolution - Il pianeta delle scimmie (2014). Guardate l'inquadratura finale. Non vi lascia presagire niente? Guardate il naturale riconoscimento gerarchico che scatta tra i Velociraptor e il T-Rex nello showdown finale. Guardate il gioco di squadra del meraviglioso Mosasaurus il quale sembra dire al T-Rex: "Ehi capo... eccomi qua!". Non pensate che stia nascendo un esercito? Non pensate che da Isla Nublar sarà difficile scalzarli? Oppure... e se da Isla Nublar fossero loro a venire verso di noi? E' proprio quello che Owen Grady cerca di spiegare a quell'idiota di Hoskins (Vincent D'Onofrio) dall'inizio del film. Come è possibile anche solo immaginare che possiamo prenderli nel nostro esercito... quando domani potrebbero formare un'invincibile armata tutta loro? La sensazione è forte.

Sensi

Non si smetterà mai di scriverlo. L'effetto sonoro del "cric" che avete sentito, o forse non avete sentito, ne Il Racconto dei Racconti di Matteo Garrone quando l'orco-che-non-si-fa-niente-se-precipita-tra-le-rocce-ma-poi-ha-la-gola-molto-delicata rompe il collo ai membri della famiglia di circensi capitanata da Massimo Ceccherini e Alba Rohrwacher... è l'effetto sonoro che NON si può presentare in un racconto audiovisivo di genere fantasy con ambizioni per di più internazionali nell'anno 2015. Jurassic World, invece, ha sonorità pazzesche e dal senso preciso. Ci riferiamo allo strumento che Owen usa per catturare l'attenzione dei suoi Velociraptor (sembra uno schioccare di dita più veloce; bellissimo), al rumore delle mani nervose di Claire sul vetro della gabbia dell'Indominous Rex o all'involucro della Girosfera tra le fauci di qualcosa di particolarmente dentato o al rumore della vibrazione di un cellulare caduto all'interno della Girosfera stessa. Il film ci propone suoni importanti a partire dai versacci dei dinosauri. Strategica è anche la proposta di cambiamenti fisici altrettanto decisivi. La pelle di Claire si abbronza come succedeva già alla Dottoressa Ellie Sattler di Laura Dern in Jurassic Park. Le camice si sbottonano, le maniche si alzano sulle braccia (un gesto ripetuto nel film sia da Claire che da Masrani), i tacchi a spillo... non si tolgono anche se uno deve correre nella giungla inseguito da dinosauri inferociti. Il senso è importante ma anche il nonsense vuole la sua parte in un blockbuster che non vuole prendersi troppo sul serio.

Chris Pratt e gli altri ragazzi del branco

Owen Grady non è Star-Lord di Guardiani della Galassia. Non ha la sua presenza, il suo carisma, umanità, dramma interiore e repertorio di frasi ad effetto. La battutona finale rivolta a Claire che chiude il film... non è molto meglio della precedentemente citata: "Siamo fratelli, ok?". Sì, certo: Chris Pratt in questo momento della sua vita e carriera farebbe risultare simpatico pure Adolf Hitler (il sogno del personaggio di Paul Dano in Youth di Sorrentino?). Ma quel finale necessitava di più pepe. La colpa non è sua, ovviamente. Ma Owen non spacca.

Il film ha un'ottima struttura ma i dialoghi non sono mai memorabili

Il film ha un'ottima struttura ma i dialoghi non sono mai memorabili. Difetti: a volte capita che un tema già esplorato venga riesplorato nuovamente e questo coinvolge spesso e volentieri il personaggio del militare scemo Hoskins cui Vincent D'Onofrio regala una recitazione fisica ai limiti della perfezione (è sempre squilibrato quando cammina e le braccine sembrano più sproporzionate di quelle del T-Rex) mentre però poi a parole lo sentiamo insistere un po' troppo spesso sul già compreso concetto di: "Dobbiamo usare i Velociraptor per il nostro esercito". Avremmo voluto un Dr Wu (Bd Wong) con più personalità (soprattutto perché è l'unico personaggio che torna dal primo Jurassic Park) visto che l'eredità intellettuale di John Hammond era in questo film tuta sulle sue spalle. Avremmo desiderato, infine, che il miliardario Masrani non fosse così schizofrenico (in una scena è cinico ma intelligente e in quella dopo idiota e superficiale). Buoni i due cuccioli di esseri umani, inutile Omar Sy, divertente come sollievo comico Jake Johnson (aveva lavorato con Trevorrow a Safety Not Guaranteed), buona la sorella di Claire (la segaligna Judy Greer) e ottima Bryce Dallas Howard. Il film è totalmente suo. Tra gli esseri umani.

Dino!

Semplicemente fantastici. Emotivi, impauriti, fuori di testa, intelligenti, passionali, gioviali, disorientati, più predator che predatori (c'è una sequenza dell'Indominous Rex mimetico nella giungla che ricorda il capolavoro di McTiernan). Quello che accade di imprevisto agli esseri umani... è assolutamente imprevisto anche per loro. Il film ti fa sentire chiaramente tutto ciò (grazie a dei vfx da urlo) e possiamo dire che questa sia l'idea più brillante di tutto Jurassic World. Le nuove gerarchie sociali che si vengono a creare tra di noi di fronte allo scatenamento di pericolosi imprevisti, riguardano anche i dinosauri. Anche loro dovranno tornare alla natura. Anche loro dovranno rinnegare, dopo una certa fatica e travaglio biopolitico, il malato innesto genetico sovvertitore delle loro regole ancestrali. E ci piace assai che il colpo decisivo per riportare il vecchio re del loro modo perduto al comando sia, a 40 anni recentemente celebrati da Lo Squalo, brandito da un signore degli abissi che i giganteschi squali bianchi che terrorizzarono il mondo nel 1975 se li mangia, letteralmente, a colazione. Mosasaurus. Il film è totalmente suo. Tra i dinosauri.

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